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Corbelli "Cocò sarebbe vivo se sua madre era ai domiciliari"

 

 

Corbelli "Cocò sarebbe vivo se sua madre era ai domiciliari"

28 ott 15 "La Presidente Bindi ieri, parlando a Cosenza della tragica vicenda del piccolo Cocò, non ha detto (probabilmente perché ignorava questa circostanza), a proposito degli aspetti da chiarire, la cosa più grave e importante ovvero che il bambino di Cassano sarebbe ancora in vita se avessero accolto i miei appelli". Lo afferma in una nota il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli. £Se avessero accolto i miei appelli - aggiunge - quel maledetto giorno del gennaio del 2014 il piccolo Cocò sarebbe stato a casa con la mamma e non invece con il nonno all'appuntamento con la morte. La Presidente Bindi si è chiesta perché il piccolo non era di nuovo in carcere con la madre. No, Cocò non doveva ritornare in carcere, doveva restare a casa con la mamma. Cocò andava tutelato non rimandandolo in carcere ma facendolo restare a casa con la mamma. Se, la mamma di Cocò, l'avessero di nuovo mandata ai domiciliari, come ho chiesto per mesi, quel bambino non sarebbe stato affidato al nonno che, dice la presidente Bindi, l'ha usato e che io invece sono convinto non l'abbia fatto perché legato a quel suo nipotino. E comunque io mi rifiuto, per principio, di pensare che ci possa essere qualcuno che usa come scudo un bambino sapendo che possa essere ucciso! Figurarsi poi se questo bambino è un suo amato nipotino". "Il piccolo Cocò - prosegue Corbelli - non doveva ritornare in carcere, nessun bambino deve entrare e restare in una cella! Per un fatto di civiltà e umanità. Ricordo alla Presidente Bindi che Cocò non solo era stato detenuto insieme alla mamma ma aveva anche vissuto un'altra giornata di grande sofferenza e crudeltà: era rimasto per 8 ore, dalle 9 di mattina alle 5 del pomeriggio, al freddo in un'aula bunker del Tribunale di Castrovillari insieme alla mamma, impegnata in una udienza di un processo".

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