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    Commissione antimafia all'Unical incontra Rettori del sud

     

     

    Commissione antimafia all'Unical incontra Rettori del sud

    26 ott 15 Una delegazione della commissione parlamentare antimafia, presieduta da Rosy Bindi, sta incontrando a Rende, presso la sede dell'Università della Calabria, i rettori degli atenei del sud. Scopo del seminario è individuare forme di collaborazione tra le diverse università e la Commissione per favorire percorsi di studio e ricerca sui diversi aspetti della lotta alle mafie. "È un incontro - ha detto Rosy Bindi - che in futuro ci auguriamo di ripetere a livello nazionale perché ormai è chiaro a tutti che la mafia si combatte, oltre che nelle aule giudiziarie, anche e soprattutto con una cultura consapevole della presenza delle mafie e con una conoscenza profonda del fenomeno mafioso e formando coscienze critiche e robuste per farvi fronte". "L'Università - ha concluso - è il luogo della cultura per eccellenza. Quindi un incontro tra la commissione e gli atenei è un modo per stringere una collaborazione che c'è sempre stata, ma anche questa in maniera sporadica, mentre vorremmo renderla permanente".

    Avviato esame riforma beni confiscati. "In questa settimana iniziamo l'esame alla Camera dei deputati di un disegno di legge organico sui beni confiscati. Si tratta di una riforma di sistema presentata dalla Commissione antimafia, che si è unita alla legge di iniziativa popolare e all'impegno del governo". Lo ha detto il presidente della commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi, a margine di un incontro all'Università della Calabria con i rettori delle università del Sud. "Superiamo i limiti di interventi sporadici - ha aggiunto Bindi - che ci sono stati in questi anni, per dare organicità, a partire dal procedimento giudiziario alla consegna dei beni, il sequestro, gli amministratori giudiziari, il funzionamento dell'Agenzia, naturalmente tenendo conto delle criticità che si sono manifestate in questi anni".

    Serve riforma su prescrizione. "Non possiamo che essere d'accordo con l'Associazione nazionale magistrati quando chiede una riforma seria della prescrizione". Lo ha detto la presidente della commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi, a margine di un'iniziativa a Rende con i rettori delle Università del Sud. "Il Governo - ha aggiunto - ha fatto alcuni passi significativi e credo che abbia finalmente dato una svolta ad anni nei quali, il sistema giudiziario italiano è stato fortemente indebolito da leggi ad personam. Noi abbiamo un'ottima legislazione antimafia, ma è necessario che funzioni l'intero ordinamento giudiziario e che alcuni istituti, come la prescrizione o alcuni reati come la corruzione, devono essere perseguiti nella consapevolezza di trovarci in un Paese in cui le mafie ormai non hanno solo bisogno di una legislazione di sistema, ma di un ordinamento molto forte, rigoroso, che non apra quei varchi che si sono determinati in questi anni".

    Atenei primi interlocutori in lotta alle mafie. "La lotta alla mafia non avviene solo attraverso le buone leggi e le forze di polizia, ma anche diffondendo nel cittadino italiano la consapevolezza che le mafie, così come l'illegalità e la corruzione, rappresentano il problema più grande di questo Paese". Lo ha detto il presidente della Commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi, incontrando i giornalisti a conclusione dell'incontro svoltosi a Rende nell'Università della Calabria con i rettori degli atenei del sud. "Se la lotta alla mafia è un fatto culturale - ha aggiunto il presidente Bindi - l'Università non può che diventare il primo interlocutore perché è l'agenzia culturale più importante del nostro Paese e perché nelle università si forma la classe dirigente del paese. Chi aspira ad essere la classe dirigente del paese non può non conoscere il fenomeno mafioso sotto l'aspetto storico e la straordinaria capacità di mutamento che lo caratterizza, e non può non possedere gli strumenti e l'etica per combatterlo. Nelle università si promuovono tante iniziative ed il nostro obiettivo è dare sistematicità e continuità a questo lavoro. Creando, innanzitutto, un'anagrafe, perché ciascuna università sappia ciò che fa l'altra e perché queste iniziative si possano mettere in rete e rappresentare un'offerta formativa concreta per tutti. Daremo continuità a questo lavoro e ringrazio il presidente della Conferenza dei rettori, Gaetano Manfredi, che ha dato disponibilità per organizzare l'incontro con tutte le università italiane. Perché se è vero che le mafie hanno un insediamento storico in alcune regioni meridionali, è anche vero che ormai sono insediate ovunque".

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