Di Maio a Reggio "Sanzionare Paesi che finanziano Isis"

21 nov 15 "A livello di lotta alla mafia come, a livello europeo, di lotta al terrorismo, c'è bisogno di credibilità degli Stati che devono combattere questi fenomeni". Lo ha detto il vice presidente della Camera Luigi Di Maio (M5S) parlando con i giornalisti a margine del convegno "Insieme per la legalità-Contro la corruzione e le mafie" in programma a Reggio Calabria. "E come per la lotta alla mafia bisogna rinnegare i voti della mafia - ha aggiunto - per la lotta al terrorismo gli Stati Europei, e noi lo stiamo chiedendo da giorni, devono subito bloccare gli scambi con i Paesi che finanziano l'Isis. Devono bloccare soprattutto la possibilità per le banche di fare affari sui traffici di armi. Una direttiva europea ha eliminato una legge italiana che imponeva al Mef di autorizzare le banche per operazioni sulle armi. Noi chiediamo, e lo faremo anche oggi da Reggio Calabria, perché si convochi subito il Consiglio degli Affari esteri dell'Ue per stabilire sanzioni verso i Paesi che finanziano indirettamente l'Isis, ed una moratoria per le armi dall'Europa". E' quanto ha affermato, a Reggio Calabria, il vice presidente della Camera Luigi Di Maio (M5S). "Blocchiamo cioè - ha concluso - i traffici di armi verso questi Paesi. La nostra ricetta per sconfiggere il terrorismo è farlo morire di fame. L'Isis ha un pil di 2 miliardi di dollari l'anno che corrisponde grossomodo al pil della città di Lecce e quindi battibilissimo come entità. Solo che dobbiamo togliergli i viveri"

Europa: "L'Europa deve capire che la 'ndrangheta, come le altre mafie, non è solo in Italia, non è solo al sud Italia. Ce l'hanno nel cortile di casa loro e lo abbiamo visto con i tanti fatti di cronaca che sono stati molto efferati in passato, a riprova del fatto che le grandi organizzazioni criminali sono ormai arrivate ovunque in Europa". Lo ha detto il vice presidente della Camera Luigi Di Maio (M5S), oggi a Reggio Calabria. "Serve - ha aggiunto - una normativa unica e anche in questo caso serve credibilità. Io lo dico da sempre: nessuno qui sentirà questa rivoluzione culturale, perché di questo si tratta, finché vedremo in Parlamento oltre 80 tra inquisiti, condannati e indagati che stanno li e se ne fregano altamente del giudizio degli elettori. Ci sono oltre 170 voltagabbana, persone che sono state votate da questi cittadini per andare con un gruppo e poi hanno cambiato casacca. Per questo bastano un paio di leggi che blocchino questo fenomeno e ridiano un po' di dignità alla classe politica".