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    Oliverio inaugura l'area Calabria al Vinitaly di Verona

     

     

    Oliverio inaugura l'area Calabria al Vinitaly di Verona

    22 mar 15 Ha preso il via questa mattina la 49/ma edizione del Vinitaly di Verona, la più importante fiera sul vino e i distillati a livello internazionale. All'inaugurazione, è scritto in una nota, ha partecipato anche il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, che è stato accolto con affetto dal ministro alle Politiche Agricole Maurizio Martina, durante la cerimonia ufficiale. Nell'occasione Oliverio, prosegue la nota, ha consegnato la Medaglia Cangrande a Giovanni Gagliardi, benemerito della viticoltura italiana per la Calabria, ha visitato, una ad una, tutte le 60 cantine calabresi presenti ed ha partecipato alla conferenza stampa istituzionale coordinata dal giornalista sommelier Tommaso Caporale, che ha visto oltre alla presenza di Michele Lico, presidente della Camera di Commercio di Vibo Valentia, anche la partecipazione del gotha della comunicazione agroalimentare nazionale, il direttore del TG2 Marcello Masi e il presidente nazionale dell'ASA, Associazione Stampa Agroalimentare, Roberto Rabachino e il noto cuoco, scrittore e attore Andy Luotto. Masi, è scritto nella nota, "ha annunciato, in anteprima nazionale che nel prossimo ciclo di puntate del format televisivo settimanale 'Signore del Vino' in onda su Rai 2, da lui condotto insieme al vicedirettore del Tg2, Rocco Tolfa, una puntata sarà dedicata interamente alla Calabria. Roberto Rabachino ha ribadito come sia importante la forza della comunicazione, facendo leva sulla qualità raggiunta dai vini calabresi, ed ha annunciato che nella prossima rivista di settore 'Il Sommelier', dedicata ad Expo 2015, sarà presente uno speciale redazionale su queste produzioni. Per Andy Luotto la Calabria è una miniera di bellezza che non ha rivali e solo attraverso il connubio con la tradizione dei prodotti agricoli e la cucina, può fare il salto di qualità che merita". Le conclusioni sono state affidate a Oliverio che ha dichiarato, tra l'altro: "in questi anni il nostro vino ha realizzato importanti risultati sul piano della qualità grazie al lavoro ed allo sforzo compiuto dagli imprenditori che operano nel settore. La millenaria ed antica tradizione vitivinicola della nostra terra ha saputo avvalersi della ricerca e della innovazione per realizzare traguardi importanti. Ora bisogna partire da qui, da questi importanti risultati, per consentire alle nostre aziende di proiettare il nostro vino sui mercati nazionali, europei ed internazionali con capacità di penetrazione e solidità di presenza nella prospettiva. Per questo bisogna aiutare i processi associativi e la cooperazione tra i produttori. In tal senso l'Enoteca Regionale può svolgere un grande ruolo come strumento di politiche attive di penetrazione sui mercati, di valorizzazione dei nostri prodotti vinicoli ed agroalimentari". "E' necessario, altresì - ha proseguito - porre attenzione al mercato locale considerato che in Calabria si consumano ogni anno 26 milioni di bottiglie di vino e soltanto due milioni sono di vino calabrese. E' un dato, questo, che richiede un'attenta riflessione per attivare una strategia con obiettivi di netta inversione di questa situazione. L'enoteca Regionale, che faremo partire subito, dovrà anche in questo senso assumere iniziative concrete. Si tratta di fare crescere una cultura tesa alla valorizzazione dei nostri prodotti, a partire dalla ristorazione. Bisognerà agevolare e favorire l'incontro tra produttori vitivinicoli ed agroalimentari ed operatori della ristorazione. Il vino calabrese, con le sue qualità e peculiarità, deve diventare il motore di un'offerta enogastronomica di qualità. Bisogna considerare che l'enogastronomia costituisce un importante fattore per la qualificazione dell'offerta turistica e del contesto territoriale". "La Calabria - ha concluso Oliverio - ha le risorse e la forza, così come ha fatto in questi anni con il vino, per proporsi con il suo contesto territoriale e con il suo patrimonio di beni paesaggistici e culturali per competere sui mercati e imboccare la strada della crescita e dello sviluppo sostenibile". Oliverio, infine, ha ringraziato Masi e Rabachino affinché possano veicolare sui loro circuiti nazionali ed internazionali, i messaggi positivi che provengono dalla nostra regione, allo stesso modo in cui avviene per quelli negativi.

    Fatturato Vinitaly vicino ai 10 mld. Il fatturato del vino e degli spumanti in Italia cresce ancora dell'1% e raggiunge nel 2014 il valore record di 9,4 miliardi per effetto soprattutto delle esportazioni che hanno raggiunto i 5,1 miliardi (+1,4%) mentre è praticamente stagnante il valore delle vendite sul mercato nazionale, attorno ai 4,3 miliardi. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti, presentata al Vinitaly di Verona che apre oggi. Il buono stato di salute del vino italiano, secondo l'organizzazione agricola, ''traina l'occupazione in agricoltura che in controtendenza fa registrare un andamento positivo nel 2014. Si stima che il vino abbia offerto, durante l'anno, opportunità di lavoro ad un milione e duecentocinquantamila italiani tra quanti sono impegnati direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche negli ambiti più diversi: dall'industria vetraria a quella dei tappi, dai trasporti alle assicurazioni, da quella degli accessori, come cavatappi e sciabole, dai vivai agli imballaggi, dalla ricerca e formazione alla divulgazione, dall'enoturismo alla cosmetica e al mercato del benessere, dall'editoria alla pubblicità, dai programmi software fino alle bioenergie ottenute dai residui di potatura e dai sottoprodotti della vinificazione (vinacce e raspi). "La decisa svolta verso la qualità ha messo in moto nel vino un percorso virtuoso in grado di conciliare ambiente e territorio con crescita economica e occupazionale", afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che "nuove ed importanti opportunità si aprono nel 2015 con la ripresa economica in Italia tanto che nel primo bimestre c'è stato un aumento dell'1,9% in valore delle vendite nella grande distribuzione organizzata rispetto all'anno precedente. E segnali positivi - conclude Moncalvo - vengono anche dall'esportazioni grazie all'effetto traino del tasso di cambio favorevole con il dollaro''.

    Coldiretti: vino in 42 lingue. Il vino poliglotta in 42 lingue per farsi conoscere da tutti i visitatori dell'Expo. Ma anche una galleria dei più antichi vini del mondo, da quello dell'Odissea a quello dei Celti e dei Templari fino al vino dei Borboni. Sono alcune novità del Vinitaly 2015, che apre oggi, presentate allo stand della Coldiretti. Per l'Expo di Milano, l''etichetta globale', spiega l'associazione, ha raffigurato il Duomo in bella vista e la descrizione del prodotto in 42 lingue del mondo, dallo swahili al persiano, dal tigrino al russo, fino al giapponese e all'arabo. "La riscoperta della storia - sottolinea a Verona Coldiretti - è la principale leva di innovazione su cui puntano quest'anno i produttori italiani, ma non mancano esempi creativi che guardano al futuro come il vino "dietetico" o quelli che guardano al passato quando 13 mila anni fa in Georgia è sopravvissuta la vitis vinifera, madre di tutti i vitigni moderni. Qui è nata l'arte di fare il vino conservato in grandi anfore di terracotta messe sottoterra. Da questa tradizione - spiega l'associazione - l'azienda Tremonti di Imola ha preso le mosse per avviare la produzione di vino in anfore da 400 litri di terracotta. Oggi raccolgono il frutto del loro lavoro con le prime 600 bottiglie di un vino che hanno chiamato Vitalba. Mentre viene dall'Odissea l'idea di Martina Buccolini, giovane produttrice dell'azienda agricola SiGi di Macerata (Marche), di produrre un vino di giuggiole, sulla scorta di quello assaggiato da Ulisse nell'isola dei lotofagi. Viene prodotto in Lomellina dall'azienda di Robbio (Pavia) Molino Miradolo di Fulvio Pescarolo - continua la Coldiretti - un vino realizzato con la tecnica dell'Arbustum gallicum sviluppata dalle popolazioni celtiche più di 2.500 anni fa. L'uva è torchiata a legna e vinificato e successivamente viene travasata all'interno di speciali vasi in ceramica, collocati all'interno di una scatola di legno d'olmo riempita di paglia. Risale invece all'anno 1150 l'insediamento dei cavalieri Templari in Sardegna. Il loro vino, storicamente riconosciuto e collegato con la presenza dell'Ordine in Planargia era il Malvasia di Bosa, spumante dolce che viene prodotto oggi dall'Azienda Silattari di Bosa (Oristano) di Giovanni Porcu e Nicola Garippa. L'Azienda agricola "I Borboni" nell'Agro Aversano e Giuglianese (Caserta) che ha recuperato - fa sapere la Coldiretti - il vitigno dell'asprinio, vino dei Borboni che matura in grotte scavate a 13 metri di profondità.

    Premiati 72 oli. Trecentoundici aziende recensite e 471 oli descritti e valutati, 72 etichette con Tre Foglie - il massimo del punteggio - e 224 premiate con le Due Foglie: l'eccellenza della produzione olearia made in Italy. Questi alcuni dei numeri che descrivono la nuova edizione della guida "Oli d'Italia 2015 del Gambero Rosso", in collaborazione con Unaprol, presentata al primo giorno di Sol, salone delle eccellenze olearia, a Fieraverona in coincidenza col Vinitaly. A guidare la classifica delle regioni produttrici di extravergine col massimo punteggio del Gambero Rosso la Sicilia che ha il primato con 10 oli, Toscana con 9, il Lazio con nove oli al top, la Puglia con otto oli, l'Abruzzo con sette oli premiati, seguite da Calabria (3), Campania (2), Campania (2), Emilia Romagna (1), Liguria (3), Lombardia (4), Marche (5), Sardegna (3), Umbria (5), e Trentino Alto Adige (2). L'iniziative editoriale, che viene presentata il 22 marzo a Verona in occasione dell'apertura del Sol e del Vinitaly, si arricchisce quest'anno di un nuovo range di giudizio: le Due Foglie Rosse (81 in totale) che - sulla scia dell'esperienza già tracciata dalla guida Vini d'Italia - segnalano oli extravergine d'oliva che hanno ottenuto un punteggio tra 87 e 89 centesimi e che, pur non suscitando l'emozione che vale le Tre Foglie, si collocano ai vertici dell'eccellenza olivicola. "Abbiamo voluto apportare questa innovazione perché abbiamo ritenuto importante da una parte limitare il numero delle Tre Foglie (assegnate agli oli che, oltre alla perfezione, regalano un'emozione) e al tempo stesso rafforzare la grande squadra dell'eccellenza con le Due Foglie e con le Due Foglie Rosse. Al di là dei premi, comunque, tutti gli oli recensiti in guida sono corretti da un punto di vista tecnico e senza difetti: ovvero, sono dei veri oli extravergini di oliva made in Italy'' concludono Unaprol e Gambero Rosso.

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