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    Il ricorso della Ferro su mancato seggio va alla Consulta: questioni di illegittimità

     

     

    Il ricorso della Ferro su mancato seggio va alla Consulta: questioni di illegittimità

    20 mar 15 Sarà la Corte costituzionale a stabilire se nel Consiglio regionale della Calabria dovrà sedere anche Wanda Ferro, di Forza Italia, candidata alla presidenza della Regione nelle elezioni del novembre scorso e risultata la miglior perdente dietro al presidente eletto Mario Oliverio, ma esclusa dall'assemblea per una modifica della legge elettorale regionale. Ad investire la Consulta della vicenda è stato il Tar della Calabria a cui ha fatto ricorso la Ferro per chiedere l'ingresso in Consiglio e l'esclusione del candidato eletto col minor numero di voti delle liste di Fi, Cdl e Fdi. Il Tar, infatti, ha dichiarato "rilevanti e non manifestamente infondate, in relazione all'art. 123 della Costituzione e all'art.117, comma 1, della Costituzione, anche alla luce dell'art. 3 Prot. n. 1 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, le questioni di legittimità costituzionale" della nuova legge elettorale calabrese che ha soppresso il riferimento all'art. 5 della legge costituzionale n. 1 del 22 novembre 1999 che, in via transitoria, prevede, l'elezione a consigliere del miglior perdente alla carica di Presidente regionale. Nella propria ordinanza, il Tar ricorda, tra l'altro, che la nuova legge regionale è stata approvata il 12 settembre 2014, quando il Consiglio regionale della Calabria era in regime di prorogatio per le dimissioni di Giuseppe Scopelliti, rassegnate il 29 aprile e comunicate il 3 giugno al Consiglio regionale. Il "dubbio" sulla costituzionalità della legge elettorale "sorge, in primo luogo", in base alle norme che prevedono che "nel periodo di prorogatio un organo legislativo sia titolare unicamente 'delle attribuzioni relative ad atti necessari ed urgenti, dovuti o costituzionalmente indifferibili'" come stabilito dalla Consulta". "D'altra parte - scrivono i giudici citando la Corte Costituzionale - è evidente che nell'immediata vicinanza al momento elettorale, pur restando ancora titolare della rappresentanza del corpo elettorale regionale, il Consiglio non solo deve limitarsi ad assumere determinazioni del tutto urgenti o indispensabili, ma deve comunque astenersi, al fine di assicurare una competizione libera e trasparente, da ogni intervento legislativo che possa essere interpretato come una forma di captatio benevolentiae nei confronti degli elettori".

    Ferro: il mio un atto dovuto."La sospensione del giudizio e la trasmissione alla Corte Costituzionale da parte del Tar dimostrano che in questa vicenda l'unico 'atto dovuto' sia stato il mio ricorso contro l'interpretazione di una legge che comunque presenta aspetti controversi e crea un evidente vulnus democratico". Lo afferma, in una nota, Wanda Ferro. "Devo ringraziare grandi professionisti, il prof. Valerio Donato, l'avv. Francesco Pullano e il prof. Angelo Clarizia - prosegue la Ferro - che mi hanno rappresentato in maniera egregia. Aggiungo un ringraziamento agli organi di stampa, che in tutti questi mesi mi hanno sempre sostenuta mantenendo alto il livello di attenzione su quello che è diventato un caso nazionale; al pari di tanti amici, militanti e cittadini che mi sono stati vicini in questa vicenda, gli organi di stampa hanno in un certo modo fatto da contraltare all'assordante silenzio di tanta politica, di fronte ad una situazione evidentemente paradossale. Ricordo ancora una volta che in tutte le regioni d'Italia vige il rispetto della norma costituzionale che prevede, anche in mancanza di espressa previsione della legge elettorale regionale, che il secondo candidato alla presidenza è sempre di diritto consigliere regionale, in osservanza di un imprescindibile principio democratico che affida al leader della coalizione sconfitta la responsabilità di guidare l'opposizione, proprio per il consenso ricevuto da centinaia di migliaia di cittadini". "Anche per questo - conclude Wanda Ferro - oggi appare ancora di più incomprensibile la scelta di Mario Oliverio di opporsi al mio ricorso. Il risultato odierno è già una vittoria per tutti quelli che, come me, aspirano a vivere in una regione 'normale', e non in un perenne caso nazionale".

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