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    Commissariamento Comune Rosarno, reazioni e commenti

     

     

    Commissariamento Comune Rosarno, reazioni e commenti

    30 mag 15 "E' stato un agguato contro Elisabetta Tripodi". E' quanto ha detto il segretario regionale del Pd della Calabria, Ernesto Magorno, nel corso di una conferenza stampa sulle dimissioni dei consiglieri comunali che ha provocato la fine dell'amministrazione guidata dal Elisabetta Tripodi (Pd). "E' un agguato - ha aggiunto - per interrompere un percorso di legalità intrapreso a Rosarno. Quella di oggi è una conferenza stampa non solo per esprimere la solidarietà ad Elisabetta ma il sostengo del Pd regionale che continuerà a lavorare ed a ragionare con lei a Rosarno per portare avanti il progetto che la sua amministrazione ha messo in campo. Nei prossimi giorni ci sarà un'iniziativa del partito nazionale a Rosarno, non come fatto episodico ma per dire che Rosarno continua sul progetto, sulla strada indicata da Elisabetta. Il Pd punterà su di lei sul progetto che lei ha messo in campo, sulle forze che l'hanno sostenuta rendendo ancora più solido il lavoro che lei ha portato avanti sino a questo momento. Tutto ciò non senza perdere di vista che la 'ndrangheta non è la sola nemica di questa terra, ma c'è anche la cultura della illegalità di cui Tripodi era un ostacolo". Parole, queste cui hanno fatto seguito le dichiarazioni dell'ex sindaco che ha parlato di "dimissioni inaspettate che, però, potevano starci per la difficoltà numerica che attraversavamo da ormai due anni e mezzo, da quando eravamo rimasti in undici. Quindi una consigliera non appartenente al Pd ma ad una lista civica, ha deciso di unirsi alla minoranza. Dispiace per la città in quanto si interrompe una esperienza amministrativa che durava ormai da quattro anni ed anche perché non si andrà alle elezioni subito ma si andrà dopo dodici mesi di commissariamento". La speranza di Elisabetta Tripodi è che "non si interrompano tutte le attività che avevamo intrapreso e sono dispiaciuta non per me stessa ma per la città". Questo non senza aver sottolineato che "le opere di cambiamento sono difficili e noi abbiamo lasciato un'eredità che i commissari prefettizi troveranno. Oggi si parla di emergenza democratica a Platì e noi non vogliamo che si crei anche a Rosarno". In questo sempre più convinta che "quella che viene definita buona politica rimane ai margini perché viene combattuta anche da parte chi invece dovrebbe sostenerla e la battaglia politica contro la donna è più forte". Solidarietà a vicinanza anche da parte di Domenico Battaglia secondo il quale si tratta di "un'esperienza interrotta che era un punto di riferimento nella provincia di Reggio Calabria in termini di legalità e democrazia. Questo - ha proseguito - non solo è un fatto traumatico, ma soprattutto è un elemento negativo per qualsiasi territorio che rischia arretramento. Stiamo parlando di un'amministrazione che fu eletta in un momento difficile per il Pd in quanto pochi scommettevano sul centrosinistra". Dal canto suo, Seby Romeo ha incentrato l'attenzione sul fatto che "non ci sono ragioni politiche ed amministrative per questo gesto che getta Rosarno nel caos, e per lo più a dieci mesi dal rinnovo naturale del consiglio comunale. Evidentemente - ha affermato subito dopo - si vuole interrompere un percorso, ma il tentativo è fallito perché il Pd impedirà che Rosarno venga portata indietro e l'impegno nei prossimi mesi sarà più intenso nei confronti di una persona, che dimostrerà le sue capacità politiche, e nei confronti di Rosarno che non può essere lasciata sola, e non lo sarà, nella continuità di un percorso". Di "responsabilità precise e circoscritte" e di "attacco fatto ad Elisabetta Tripodi e ad una squadra che ha fatto delle cose", invece, ha parlato Nicola Irto secondo il quale "non dobbiamo lasciare solo il gruppo dirigente e bisogna iniziare subito un percorso in vista delle elezioni. C'è stata una volontà chiara e noi sappiamo chi sono stati i mandanti". Mandanti che, a detta di Magorno, "sono quelli che in Calabria non vogliono che si percorra la strada della legalità e non è solo la 'ndrangheta, ma sono anche quelli che promuovono interessi personali, l'antistato". Da parte di Giovanni Puccio è giunta la sollecitazione a "pensare al futuro, avviando un nuovo percorso. Questo momento - ha aggiunto - ha rafforzato ancora di più il Pd di Rosarno perché è venuto fuori quello che di positivo abbiamo realizzato in quella realtà". Presente anche la parlamentare Enza Bruno Bossio che ha rimarcato che "questo discorso dell'antimafia non è una medaglietta che si può appuntare, ma è un'iniziativa reale, concreta, che Elisabetta ha portato avanti in questi anni facendo una battaglia contro la mafia. Quindi, definirla sindaca antimafia ha tutti i titoli per esserlo. Sono d'accordo con il segretario nel definirlo un agguato - ha concluso - e come partito le vogliamo stare vicini per vedere se si possono cambiare alcune condizioni e portare avanti una battaglia comune, cosa che faremo il 2 giugno a Platì"

    "La solidarietà ad Elisabetta Tripodi è dovuta e le ragioni sono molteplici perché l'azione distruttiva che si è consumata ieri al Comune di Rosarno ha un valore che trascende la città e coinvolge tutta la Calabria". Lo afferma, in una dichiarazione, la consigliera di parità della Regione, Maria Stella Ciarletta. "Ho conosciuto e apprezzato in questi anni - prosegue Ciarletta - l'azione politica della sindaca Tripodi, capace di avviare importanti investimenti nella propria città e sempre disponibile al dialogo. Insieme a centinaia di donne, professioniste e amministratrici locali ci siamo confrontate in occasione delle riunioni e dei Cantieri di Legalità di What Women Want". "Il mio invito - sostiene ancora la consigliera di parità della Regione - è di continuare a percorrere insieme la strada della legalità intrapresa, perché il cambiamento è un cammino complesso e difficile e va affrontato senza temere gli ostacoli che si frappongono, ma superandoli con ancora più determinazione".

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