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    Consiglio regionale,approvato DDL Delrio e documento su migranti

     

     

    Consiglio regionale,approvato DDL Delrio e documento su migranti

    16 giu 15 Il Consiglio regionale della Calabria ha approvato all'unanimità un documento sul fenomeno dell'immigrazione in vista della riunione del Consiglio europeo in programma il 25 e 26 giugno. "Sollecitati dall'imponente fenomeno migratorio - è scritto nel testo - che interessa anzitutto le regioni del Sud, ad incominciare dalla Sicilia e dalla Calabria, le quali, soprattutto nell'ultima fase, si stanno facendo carico, attraverso le loro strutture, dell'accoglienza di migliaia e migliaia di migranti, riteniamo che il Governo debba, prioritariamente ed autorevolmente, indurre le altre Regioni del Paese a non violare i principi costituzionali e a non sottrarsi ai doveri dell'accoglienza e della solidarietà che sono elementi caratterizzanti la nostra civiltà. Il fenomeno migratorio e l'emergenza umanitaria che esso implica, frutto di lacerazioni interne al continente africano e mediorientale, non è, né può essere, una questione di cui debba occuparsi la sola Italia o alcune Regioni del Paese particolarmente vocate all'ospitalità più disinteressata e generosa. Esso, al contrario, è un'emergenza d'ordine planetario che occorre affrontare globalmente e con la cooperazione di tutti, ad incominciare dall'Europa". "Il Consiglio regionale della Calabria - riporta ancora il testo - sollecita il Governo ad assumere, nell'appuntamento di fine giugno, una posizione forte, determinata e risoluta sul fenomeno migratorio. E' urgente che l'Europa batta un colpo. Esca, finalmente, dalla vaghezza che ha caratterizzato fin qui molte delle sue posizioni, e inizi a rendersi conto che le migrazioni dall'Africa e dal Medio Oriente non sono solo un problema delle zone d'attracco, ma un problema umanitario, politico e sociale internazionale, di cui occuparsi mettendo in campo strategie, interventi e risorse adeguate".

    I lavori del Consiglio regionale sono iniziati nel pomeriggio dopo le 17. Primo punto all'ordine del giorno la proposta di legge di iniziativa della Giunta regionale recante "Disposizioni urgenti per l'attuazione del processo di riordino delle funzioni a seguito della legge 7 aprile 2014, n.56". Si tratta della cosiddetta legge Delrio, dal nome dell'attuale ministro alle Infrastrutture, che ha avviato la radicale ridefinizione strutturale e funzionale del sistema delle autonomie locali, con particolare riferimento alle Province. Le nuove norme, che il Consiglio regionale si appresta a recepire nel suo ordinamento, prevedono il mantenimento in capo alle strutture intermedie di alcune funzioni aventi carattere fondamentale e, al contempo, dispone che Stato e Regioni, secondo le rispettive competenze, provvedano a riallocare le altre funzioni secondo scelte autonome coerenti con quanto sancito dall'art. 118 della Costituzione e attuate secondo i criteri indicati dall'art. 1 commi 92 e seguenti della stessa legge. Il provvedimento persegue due obiettivi principali: il primo riguarda la necessaria riallocazione delle funzioni non fondamentali nel sistema delle autonomie locali, il secondo, più importante, legato alla gestione dell'emergenza correlata alla necessaria riduzione delle spese del personale, al fine di ridurre il rischio di collocamento in mobilita di quote significative di unità di personale già dipendente dalla cinque Province. Secondo punto all'ordine del giorno è il dibattito sull'immigrazione. Tema molto attuale, anche se non di diretta competenza regionale, alla luce dei numerosi arrivi che collocano la Calabria tra le regioni italiane più impegnate nella prima accoglienza di profughi e delle recenti prese di posizione di altri Presidenti di Regioni, soprattutto del Nord-Italia che hanno intimato l'alt a nuovi piani di riparto di immigrati nei loro territori.

    Il documento sulla immigrazione. Il Consiglio regionale ha approvato all'unanimità un documento, illustrato dalla consigliera Flora Sculco, sul fenomeno dell'immigrazione in vista della riunione del Consiglio europeo in programma il 25 e 26 giugno. "Sollecitati dall'imponente fenomeno migratorio - è scritto nel testo - che interessa anzitutto le regioni del Sud, ad incominciare dalla Sicilia e dalla Calabria, le quali, soprattutto nell'ultima fase, si stanno facendo carico, attraverso le loro strutture, dell'accoglienza di migliaia e migliaia di migranti, riteniamo che il Governo debba, prioritariamente ed autorevolmente, indurre le altre Regioni del Paese a non violare i principi costituzionali e a non sottrarsi ai doveri dell'accoglienza e della solidarietà che sono elementi caratterizzanti la nostra civiltà. Il fenomeno migratorio e l'emergenza umanitaria che esso implica, frutto di lacerazioni interne al continente africano e mediorientale, non è, né può essere, una questione di cui debba occuparsi la sola Italia o alcune Regioni del Paese particolarmente vocate all'ospitalità più disinteressata e generosa. Esso, al contrario, è un'emergenza d'ordine planetario che occorre affrontare globalmente e con la cooperazione di tutti, ad incominciare dall'Europa". "L'Europa, viceversa - prosegue il testo - sta dimostrando sulla questione migranti, di essere assente e di vedere la stessa questione in modo ragionieristico, parziale ed assolutamente insufficiente, mentre alcuni Paesi come la Francia, dimenticando principi fondamentali come quelli della libertà, dell'uguaglianza e della fraternità, stanno anteponendo agli interessi generali dell'Occidente quelli contingenti della politica più meschina che strumentalizza persino drammi umanitari per finalità elettorali. L'Europa, tutta l'Europa, non può lavarsene le mani e scaricare il peso drammatico del problema sull'Italia ed in particolar modo sulle regioni meridionali di frontiera. La Calabria, che si trova al centro di dinamiche complesse ed internazionali, non rifiuta sostegno e solidarietà a chi è in fuga dalla propria terra in preda a guerre e carestie, sta fronteggiando il fenomeno con ogni mezzo ed intende dare più forza alla propria azione a partire dall'applicazione della legge regionale del 2009 sull'accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo e dotandosi di una programmazione complessiva che includa sia i bisogni del momento che un diverso approccio con i paesi da cui i migranti scappano anche per irrobustire le relazioni con l'altra sponda del Mediterraneo". "Tutto ciò, però - prosegue il documento - rimane velleitario se il Paese e l'Europa non decidono nell'appuntamento del 25/26 giugno del Consiglio Europeo di cambiare orientamento al fine di dispiegare iniziative forti e coraggiose che portino risultati concreti sia nell'immediato che nel lungo periodo, anche attraverso il rafforzamento delle politiche di cooperazione con i Paesi di provenienza dei migranti. Un processo che dovrà svolgersi in un quadro condiviso di relazioni euro-mediterranee, in grado di incidere sulle cause politiche, sociali ed economiche che sono all'origine del fenomeno migratorio. D'altra parte, un'Europa debole, divisa, propensa più ad assecondare reazioni emotive, o addirittura la reintroduzione delle frontiere, rischia di apparire come un progetto asfittico, distante dal Sogno dei suoi padri costituenti. Un'Europa incapace di dare gambe e braccia alla solidarietà, rischia di perdere senso, valore e spessore politico e culturale". Nel documento "il Consiglio regionale della Calabria sollecita il Governo ad assumere, nell'appuntamento di fine giugno, una posizione forte, determinata e risoluta sul fenomeno migratorio. Proprio su un tema così drammatico, che non può rimanere circoscritto nello spazio Paese o esaurirsi in polemiche di chi è pro o contro l'accoglienza dei migranti, è urgente che l'Europa batta un colpo. Esca, finalmente, dalla vaghezza che ha caratterizzato fin qui molte delle sue posizioni, e inizi a rendersi conto che le migrazioni dall'Africa e dal Medio Oriente non sono solo un problema delle zone d'attracco, ma un problema umanitario, politico e sociale internazionale, di cui occuparsi mettendo in campo strategie, interventi e risorse adeguate. Il Consiglio regionale, inoltre, sollecita il Governo a predisporre strumenti organizzativi e risorse adeguate a supporto ed a sostegno della gestione del fenomeno, che oggi pesa fortemente sul sistema delle autonomie locali. Il Consiglio regionale, infine, impegna la Giunta regionale a dotare di copertura finanziaria la L.R. n. 18 del 2009".

    Consiglio approva DDL Delrio. Il Consiglio regionale ha approvato all'unanimità la proposta di legge di iniziativa della Giunta regionale, recante "Disposizioni urgenti per l'attuazione del processo di riordino delle funzioni a seguito della legge 7 aprile 2014, n.56". Sul recepimento della legge ha relazionato il consigliere Franco Sergio (Oliverio Presidente). Sergio ha informato sull'iter della legge in Commissione dove si sono svolte le audizioni dei rappresentanti dell'Anci, dell'Upi, delle parti sociali ed istituzionali, sottolineando come il testo venga approvato e portato a compimento attraverso una partecipazione diffusa dei rappresentanti del territorio. Sergio ha evidenziato l'innovativo "metodo legislativo" che caratterizza le nuove norme poste all'esame dell'assemblea. Sul punto è intervenuto il presidente della Regione Mario Oliverio. "Noi abbiamo bisogno - ha detto - di un riordino delle funzioni amministrative. E' chiaro che i processi avviati con la legge 56 impongono una riflessione in direzione del riordino istituzionale che dovrà avere implicazioni sulle funzioni della Regione. Ente che ha visto accentuare i caratteri gestionali, e diminuire quelli di programmazione, legislazione e controllo. Si tratta di concepire questo disegno di legge che stiamo per approvare con carattere di urgenza, come un provvedimento preso per rispondere a scadenze imposte dalla legge. A questo dovrà seguire, nei prossimi mesi, un disegno di legge più organico e rispondente alle esigenze della nostra Regione, che dovrà vedere coinvolti i territori e le forze sociali e lo stesso Consiglio regionale che è il soggetto che dovrà definire e approvare questa legge di riordino". "La legge 56 - ha sostenuto il presidente Oliverio - è stata approvata nell'aprile del 2014, e prevedeva precise scadenze e assunzioni decisionali dal punto di vista amministrativo e legislativo a partire dall'osservatorio, che abbiamo istituito subito dopo le elezioni regionali. Con l'Anci, l'Upi, le forze sociali abbiamo dato vita ad una mappatura del personale delle regioni, ad una mappatura delle funzioni, condensate nel testo che oggi presentiamo in Aula, dopo un ulteriore approfondimento con il Ministero competente ed il sottosegretario on. Bressa. Legge che consente a una parte del personale delle Province di avere una risposta rispetto ad una situazione difficile che si è creata. Riportiamo alla Regione funzioni che erano state trasferite alle Province. Lo facciamo in invarianza di spesa. Diamo una risposta importante nel quadro di un percorso che punta a ridisegnare l'assetto istituzionale della nostra regione". A giudizio di Oliverio "non mancano i problemi cui si dovrà dare una risposta nella proposta di legge organica che andremo successivamente ad approvare". Il riferimento è "al caso del dissesto finanziario della provincia di Vibo Valentia. Un percorso che dovrà essere governato in sede di applicazione della legge". Oliverio ha poi richiamato le novità introdotte con nuovi provvedimenti assunti nei giorni scorsi dal Governo, "non previste nella legge 56". "Si apre - ha aggiunto - una fase di attuazione di strumenti importanti a cominciare dalla gestione delle risorse dell'Unione Europea; di servizi come i rifiuti, risorse idriche che dovranno avere una soggettività ed una governante nei soggetti istituzionali coinvolti. Serve una 'governance' più rispondente alla realizzazione degli obiettivi che ci poniamo". "Non siamo ultimi nel raggiungimento di questo traguardo. Vi chiedo quindi di approvare, senza chiusura questo provvedimento - ha concluso Oliverio, invitando i consiglieri al ritiro degli emendamenti presentati al testo - e credo sia importante portarlo a compimento, mettendolo al riparo da possibili osservazioni, per consentire alle Province di superare le difficoltà in cui in cui in molti casi sono state spinte". Nel dibattito generale, Fausto Orsomarso (Misto) si è detto "tranquillizzato" dall'intervento di Oliverio, "anche se la legge Delrio andrebbe rivista". Poi ha ricordato di essersi astenuto in Commissione, perché non c'era chiarezza su quante persone dovessero essere ricollocate. Sinibaldo Esposito (Ncd) ha riconosciuto a Sergio l'obiettivo di aver colmato con la legge alcune lacune della legge Delrio. "Sono d'accordo - ha aggiunto - con il presidente Oliverio sulla necessità di ritirare gli emendamenti presentati. Grande merito, inoltre, va data per l'istituzione dell'Osservatorio dove si è registrata una partecipazione vera, leale, tra gli Enti chiamati in causa". Esposito ha parlato di "legge ben fatta, che determina il risparmio di spesa imposto senza mettere in mobilità il personale che potrebbe rimanere fuori da questo giro". "Tornano in regione - ha detto Nazzareno Salerno (Fi) - quelle competenze e professionalità che erano state affidate ad altri Enti". Ha condiviso in "linea di massima" l'idea di ritirare gli emendamenti, ma ha richiamato l'attenzione su alcune questioni. "Sarebbe opportuno - ha sostenuto - approvare il provvedimento con il coordinamento formale per evitare il rischio di impugnazione da parte del Governo". Giuseppe Graziano (Cdl) ha chiesto attenzione su alcuni punti della legge che vanno approfonditi mentre Michelangelo Mirabello (Pd) ha offerto la sua disponibilità al ritiro degli emendamenti proposti. "Una disponibilità - ha spiegato - in funzione della legge di riordino complessiva che dovrà essere approvata entro il 31 dicembre". Orlandino Greco (Oliverio Presidente), si è soffermato sul più complessivo processo di riordino delle funzioni regionali che dovrà seguire all'approvazione del recepimento della legge Delrio. "E' uno stimolo che voglio fare al Consiglio e alla Giunta, perché diventino modello istituzionale ed amministrativo da imitare".

    Guccione "Impegnati su accoglienza migranti". La relazione dell'assessore al Lavoro e alle politiche sociali, Carlo Guccione su "L'immigrazione in Calabria e le politiche regionali di integrazione" ha avviato l'esame del secondo punto all'ordine del giorno dei lavori del Consiglio. Guccione ha fornito cifre e numeri del fenomeno "che in Calabria - ha detto - si è cominciato ad affermare nei primi anni '90 con l'arrivo di ondate di profughi curdi, sulle quali si sono strutturate buone prassi di accoglienza che hanno guadagnato le cronache internazionali, a cominciare dai casi di Badolato e Riace". "La Calabria, pertanto - ha aggiunto Guccione - rispetto al tema dell'immigrazione conferma alcuni aspetti: la presenza consolidata di processi di radicamento, e la funzionalità della Regione come 'porta d'Europa' e, quindi, come paese sia di prima accoglienza, sia di transito verso altre destinazioni". L'assessore ha elencato le politiche regionali di integrazione messe in atto "agendo su tre fronti: la promozione ed il consolidamento degli interventi di base; la valorizzazione dei contesti e delle professionalità; lo sviluppo delle reti locali ed extraregionali. La realizzazione di tali interventi, dettagliati nella relazione, ha permesso alla Regione di mettersi al passo con gli altri territori sul piano dell'attenzione posta verso il fenomeno, ritagliandosi un posto di rispetto nei tavoli interregionali e nazionali. Tale percorso necessita certamente di essere consolidato anche attraverso la disponibilità di maggiori risorse finanziarie, che potrebbero arrivare con l'approvazione di una nuova legge organica sull'immigrazione". Una seconda parte della relazione Guccione l'ha dedicata all'accoglienza dei flussi non regolari. "Sulla situazione attuale - ha affermato, ricordando la legge regionale sui richiedenti asilo - sono sempre i dati a mostrare gli sforzi che la Calabria sta compiendo sul fronte dell'accoglienza, andando ben oltre la quota assegnata nell'ambito degli accordi Stato - Regioni. Secondo il report del Ministero dell'Interno al 29 maggio risultavano accolti ben 2.249 persone in più rispetto alla quota assegnata, chiamando la Calabria ad uno sforzo che va oltre le proprie possibilità". Nell'evidenziare il ruolo di partecipazione fattiva della Regione "in una materia di non sua diretta competenza", Guccione ha concluso avvertendo sulla necessità di "tenere separate le due tematiche: quella dell'integrazione dei residenti e quella dell'accoglienza, proseguendo il processo di consolidamento per quanto attiene la prima e garantendo la massima attenzione sulla seconda attraverso il costante collegamento con le autorità competenti e lo svolgimento di un ruolo di pressione a livello nazionale insieme alle altre regioni maggiormente interessate ai flussi".

    Il dibattito sull'immigrazione. Dopo la relazione dell'assessore Carlo Guccione si è aperto il dibattito sulla questione immigrazione. Giovanni Nucera (Sel), nel suo intervento, ha annunciato la presentazione di un progetto di legge sul tema. Per Nazzareno Salerno (Fi) "non si può parlare di accoglienza, ma di vera e propria emergenza che la Regione non è in grado di gestire oltre". Salerno ha offerto la propria disponibilità a firmare un documento unitario "nella misura in cui vengano messi in risalto questi aspetti". Giuseppe Graziano (Cdl) ha definito quello dell'immigrazione un problema complesso che non può essere risolto con dei proclami, mentre Fausto Orsomarso (Misto) ha espresso apprezzamento alla proposta di approvazione di un documento unitario da contrapporre alle politiche confuse messe in atto dal Governo centrale. Francesco Cannizzaro (Cdl) ha censurato l'assenza del Presidente Oliverio che poco prima aveva abbandonato l'Aula per raggiungere Roma a causa di impegni istituzionali, richiamando l'attenzione sulla inefficace azione del Governo italiano. Dai banchi della maggioranza, Franco Sergio (Oliverio Presidente) ha lanciato l'appello per un "incisivo e fattivo intervento da parte del Governo nella gestione dell'emergenza" mentre Domenico Tallini ha esortato, soprattutto la maggioranza, "ad avere atteggiamenti meno demagogici e più realistici", ed ha chiesto al Presidente Oliverio, "se ci tiene davvero alla Calabria", di aprire "un contenzioso con il Governo centrale". Domenico Bevacqua (Pd) piuttosto che sul tema dell'immigrazione si è soffermato sui toni del dibattito, "dal quale emerge una differenza abissale, tra maggioranza ed opposizione, nell'approccio al problema. Mi pare di assistere ad un dibattito surreale. Mentre l'assessore Guccione ha offerto la descrizione di una regione accogliente, negli interventi dei colleghi Cannizzaro e Tallini emerge una differenza profonda nel percepire un fenomeno che non ha precedenti nella storia recente". Alessandro Nicolò, capogruppo di Fi ha affermato che "l'emergenza nella quale si continua a vivere in Calabria e nel resto del paese è dovuta ad un'assenza di strategia del Governo centrale, che fa trattare l'Italia da suddito dell'Europa. Una strategia che faccia da sintesi con tutte le regioni e non solo quelle geograficamente più esposte". Nel seguito del dibattito in Consiglio regionale sul fenomeno dell'immigrazione, è intervenuto il consigliere Vincenzo Pasqua (Oliverio Presidente) che ha affermato di apprezzare i contenuti di molti interventi, sia di maggioranza che di opposizione, "che ritengo - ha detto - tutti condivisibili, considerando il punto di vista di ciascuno. Giovanni Arruzzolo, (Ncd) ha sottolineato il clima di serenità e obiettività che ha caratterizzato il dibattito, "soprattutto - ha affermato - in relazione ad una tematica così importante e di non facile soluzione" ed ha concluso invitando l'Aula a tenere conto nel documento degli interessi degli immigrati e dei calabresi". Il vice presidente della Giunta regionale Enzo Ciconte, nel censurare l'atteggiamento di qualche consigliere "che dopo un lungo intervento si è permesso di interrompere i colleghi" ha ricordato che su un tema di questa portata la presenza di bambini e di donne anche incinte tra gli immigrati da' l'idea delle difficoltà di questa emergenza. "L'accoglienza - ha aggiunto - è nel Dna dei calabresi la cui storia è fatta di emigrazione in tutti i continenti alla ricerca di condizioni di vita migliori. Ecco perché bisogna tenere conto di quell'immagine di quelle donne e di quei bambini che anelano a vivere meglio in Italia. Bisogna stimolare il Governo a fare di più. Bene il documento che andremo ad approvare ma bisogna stimolare i Governo centrale anche con i nostri parlamentari". Ciconte ha giustificato l'assenza improvvisa del presidente Oliverio, "convocato d'urgenza a Roma dal Ministro Alfano e dalla Conferenza Stato-Regioni, proprio per risolvere l'emergenza legata al tema dell'immigrazione". Ultimo consigliere ad intervenire è stato Sinibaldo Esposito (Ncd) che ha criticato Ciconte per il suo intervento in Aula. "Il governo regionale aveva già parlato - ha affermato - non c'era la necessità di un altro intervento". Poi rivolto al Presidente del Consiglio ha esortato al rispetto dell'orario di inizio dei lavori dell'Assemblea. Tornando al tema del dibattito Esposito ha fatto riferimento al vertice europeo del prossimo 25 e 26 giugno. "Saremo costretti a fare da soli se l'Europa non darà risposte". La seduta si è poi conclusa con l'approvazione all'unanimità del documento unitario sull'immigrazione illustrato in Aula dalla consigliera Flora Sculco (Calabria in rete). Prima di dichiarare tolta la seduta il presidente Scalzo ha posto ai voti l'inserimento di un ordine del giorno proposto dal consigliere Domenico Bevacqua del Pd inerente la chiusura da parte del Corpo Forestale dello Stato di alcuni presidi nella Sila.

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