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    Oliverio "Serve cambio di passo da parte Europa verso Mezzogiorno"

     

     

    Oliverio "Serve cambio di passo da parte Europa verso Mezzogiorno"

    26 feb 15 Il presidente della Regione, Mario Oliverio, è intervenuto oggi pomeriggio ad un'affollata manifestazione, moderata dal giornalista Gianfranco Manfredi, sul tema: "Sprofondo Sud", svoltasi presso il cinema Modernissimo di Cosenza. All'incontro - informa una nota dell'Ufficio stampa della Giunta regionale - hanno preso parte gli onorevoli Massimo D'Alema, Ernesto Magorno ed Enza Bruno Bossio, che hanno presentato l'ultimo numero della rivista edita dalla Fondazione "Italianieuropei" che si occupa prevalentemente della condizione odierna del Mezzogiorno d'Italia. "Nel corso di questi anni- ha detto, tra l'altro, Oliverio - c'è stata una forte caduta di attenzione sul Mezzogiorno. Il contributo che viene dalla rivista "Italianieuropei" in questo senso può diventare il punto di partenza di una riflessione più ampia ed approfondita. Bisogna riprendere un grande dibattito come condizione che ci sia una ripresa delle politiche verso il Mezzogiorno. In questi anni, anche a causa della grave crisi economica che ha colpito il Paese, si è allargata la forbice tra il Sud ed il resto dell'Italia. Disoccupazione, povertà, sofferenza sociale si sono ulteriormente aggravati. L'emigrazione è fortemente ripresa. Negli ultimi due anni sono partiti dalla nostra regione 179 mila calabresi. Rispetto a questo quadro si registra una preoccupante caduta degli investimenti. Di fronte a tutto questo l'Europa non può continuare a mantenere un atteggiamento meramente contabilistico e ragionieristico, se non vuole che si vada sempre più in direzione di una vera e propria implosione sociale. C'è bisogno di un cambio di passo da parte dell'Europa e di una ripresa di politiche pubbliche nazionali nei confronti del Mezzogiorno. L'altra riflessione che bisogna fare è che nel corso di questi anni abbiamo avuto uno spostamento dei prelievi fiscali dal centro verso le regioni e verso gli enti locali. Tutto questo ha determinato oggettivamente una riduzione degli interventi perequativi". "Terza questione: abbiamo avuto ed abbiamo, nel quadro di queste questioni - ha proseguito il presidente Oliverio - un'utilizzazione di supplenza delle risorse dell'Unione Europea rispetto all'intervento ordinario. Prendiamo l'esempio degli ammortizzatori sociali. A parte la condizione drammatica in cui queste persone sono state mantenute, perché da due anni non si pagavano gli ammortizzatori sociali in deroga (abbiamo chiuso un anno e adesso abbiamo aperto un tavolo con il Ministro del Lavoro per chiudere anche il secondo), ma il grosso delle risorse, circa l'80%, per gli ammortizzatori sociali in deroga è a carico del Fondo sociale europeo, della quota del Fondo Sociale Europeo destinata alla Regione. Tutto questo significa sottrarre risorse alle politiche attive del lavoro e alle politiche sociali. Su 200 milioni di euro (parlo del 2013), 130 milioni sono stati attinti dal Fondo sociale europeo. C'è un problema ed è un problema di politiche e strategie generali. Parto da qui perché ritengo, invece, che il Mezzogiorno può essere davvero una grande risorsa, un motore per accendere la possibilità di ripresa e di sviluppo del Paese se, attraverso investimenti mirati, superando la logica della frammentarietà ed avendo una visione più larga, guarda verso l'area del sud del Mediterraneo, che è la frontiera dello sviluppo del futuro. In questo quadro il Mezzogiorno e la Calabria possono avere un ruolo importante. La possibilità di realizzare a Gioia Tauro una Zona economica speciale è, in tal senso, il primo passo da cui dobbiamo partire (finalmente stamattina è partito dopo due anni un primo treno per Bari) se vogliamo consentire alla nostra regione e al nostro Paese di intercettare risorse, investitore al vertice nazionale. Investire nel Mezzogiorno, quindi, significa realizzare gli interessi del Paese e anche dell'Europa. Su questo bisogna aprire una grande discussione. E la stessa cosa va fatta sulle condizioni interne alle regioni meridionali, sulle responsabilità delle classi dirigenti".

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