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    Lanzetta "Mia esclusione dlla Giunta regionale è vantaggio delle cosche"

     

     

    Lanzetta "Mia esclusione dlla Giunta regionale è vantaggio delle cosche". Scoppia la polemica

    04 apr 15 "Né Oliverio né nessun altro politico o membro del governo, del quale ho fatto parte, mi hanno chiamata dopo che ho deciso di non far parte della Giunta della Regione Calabria. La mia esclusione di fatto dalla Giunta, in quanto la mia presenza era incompatibile con un altro assessore che ne fa invece parte, è stato un punto a vantaggio della 'ndrangheta". Lo ha affermato Maria Carmela Lanzetta, ex ministro degli Affari Regionali, ospite stamani del programma di Klaus Davi, KlausCondcio. Lo rende noto un comunicato. Alla domanda del conduttore "lo definirebbe un favore magari involontario alle cosche", è scritto nella nota, Lanzetta ha risposto: "guardi si, bisogna dire le cose con estrema chiarezza". "In questa terra - ha detto poi - il silenzio e l'omertà hanno anche ucciso. La 'ndrangheta in questo momento sta occupando tutto. Si sta prendendo l'aria che si respira. Le forze dell'ordine, i magistrati, stanno facendo un lavoro straordinario ma i processi necessitano di molti anni per la loro conclusione. Si tratta di un lavoro notevole contro un muro di gomma. Per vincere è necessario che tutta intera la società politica calabrese si schieri con assoluta nettezza".

    Oliverio: Parla a sproposito. "Ora basta. Finora il rispetto dovuto al ruolo istituzionale rivestito dalla signora Lanzetta nelle vesti di Ministro mi ha suggerito di evitare risposte a posizioni strumentali e provocatorie da lei assunte. Tuttavia c'è un limite a tutto". Ad affermarlo, in una nota, è il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio. "Mi auguro - prosegue - che la signora Lanzetta sia solo animata da sindrome di esaltazione del proprio ego e che, consapevolmente o meno, non si presti ad essere strumento di una interessata strategia destabilizzante. Che gioco fa la Lanzetta? Quali interessi politici o di altro genere intende difendere? E' inspiegabile che possa essere solo oggi divenuta improvvisamente detrattrice di Nino De Gaetano, quando, invece, fino al giorno della nomina della Giunta ne ha sempre parlato, non solo a me, come un bravo e stimato dirigente politico. Immagino sappia la signora Lanzetta che la mafia si favorisce anche quando si sollevano polveroni e si gioca ad indebolire e fiaccare la credibilità di una Istituzione. Per quanto mi riguarda, nella mia lunga esperienza di amministratore non ho mai concesso nulla alle illegalità e men che meno alle rappresentanze mafiose. A me non è mai capitato di dovermi trovare nella condizione in cui è invece incorsa, probabilmente suo malgrado, la signora Lanzetta da sindaco di Monasterace; non ho mai dovuto giustificare affidamenti illegali di lavori a causa della presenza nelle mie Giunte di parenti stretti di boss mafiosi, riconosciuti tali da sentenze di condanna emesse nelle aule di tribunali. Se ha elementi validi e non diffamatori, dunque, la signora Lanzetta si rivolga alla magistratura piuttosto che continuare a parlare a sproposito in talk show televisivi compiacenti, magari col proposito di trovare spazio nei circuiti mediatici. La signora Lanzetta avrebbe potuto già in commissione parlamentare antimafia esplicitare le sue accuse. Da quanto risulta non l'ha fatto. Anzi, ai commissari di Palazzo San Macuto ha dichiarato di non essere in possesso di alcun elemento. Sappia la signora Lanzetta che non può salire su nessun pulpito per impartire lezioni di antimafia, tantomeno al cospetto della mia persona, della mia storia e della mia esperienza politica ed amministrativa. Una storia limpida e trasparente, segnata da condotte coerenti e da impegno concreto nel contrasto alla criminalità ed al malaffare. Purtroppo, e me ne duole, è stata la signora Lanzetta ad essere richiamata ad una coerenza antimafia, come è noto, anche da autorevole stampa nazionale". "Se si dovesse insistere, dunque, in questa campagna diffamatoria - conclude Oliverio - sarò costretto a valutare quali iniziative assumere a tutela della mia integrità morale e della funzione istituzionale che i cittadini calabresi con largo consenso hanno inteso affidarmi".

    Magrono replica."Ricordo che nel corso della sua audizione in Commissione parlamentare antimafia, così com'è agli atti della stessa, Maria Carmela Lanzetta, da me interrogata sul suo rifiuto di entrare a far parte della Giunta, dichiarò che il cosiddetto 'caso De Gaetano' era esclusivamente di carattere politico e non di altra natura". Lo afferma, in una nota, Ernesto Magorno segretario regionale del Pd della Calabria e componente la Commissione parlamentare antimafia, in merito alle ultime dichiarazioni dell'ex ministro. "Pertanto - prosegue Magorno - se la Lanzetta ha da denunciare con precisione fatti, riferiti alla Giunta regionale e ai suoi componenti, ha il dovere di riferirli alle competenti Procure della Repubblica e di renderli noti pubblicamente e non in maniera allusiva e gravemente inquinante del clima politico, dell'attività del partito al quale appartiene e del lavoro del governo regionale in carica". "Come già annunciato ieri - conclude il segretario regionale - il Pd calabrese, unito, si ritroverà il 12 aprile ad Amaroni, oggi luogo simbolo di chi combatte ogni giorno concretamente l'illegalità, per tenere la Direzione regionale".

    Segretari PD: parole gravissime. "Le ultime dichiarazioni dell'ex ministro Maria Carmela Lanzetta non possono passare sotto silenzio. L'affermazione secondo la quale la 'ndrangheta avrebbe tratto vantaggio dal suo mancato ingresso in giunta regionale è gravissima quanto palesemente infondata". Lo affermano, in una nota, i cinque segretari di federazione del Partito Democratico della Calabria. "Non è consentito, a chi ha prima accettato e poi, successivamente, rinunciato a far parte della giunta - proseguono - gettare fango sul presidente Oliverio e sul Partito Democratico. Riteniamo che, dopo l'imbarazzante audizione in commissione antimafia nella quale la Lanzetta ha definito il cosiddetto 'caso De Gaetano' come politico, non abbia più senso alludere, mistificare ed equivocare utilizzando un linguaggio molto simile a quello che, nel Mezzogiorno d'Italia, è noto come tipico di una cultura mafiosa. Se l'ex ministro Lanzetta è a conoscenza di reati o di qualsivoglia intreccio politico-mafioso lo denunci alla Procura della Repubblica, il resto è un palese tentativo di costruirsi una carriera politico-elettorale che, invece, ha bisogno del lavoro quotidiano e dei consensi. È finito il tempo delle nomine e delle carriere costruite su quell'antimafia di facciata che ha prodotto storture ai danni della Calabria, del Mezzogiorno e dell'Italia intera". "La giunta regionale ed il Partito Democratico - concludono i segretari - sono impegnati in un'azione di contrasto, netta e senza quartiere, contro la 'ndrangheta ed i poteri criminali che hanno affamato la Calabria, come dimostrano i primi provvedimenti della giunta Oliverio e le ulteriori iniziative che saranno messe in campo"

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