Polemica tra Greco e Bevacqua su chiusura Expo in Calabria

30 ago 15 "La manifestazione di chiusura di Expo? No, grazie, vogliamo la manifestazione inaugurale e permanente della ricchezza dell'Italia del Meridione". E' quanto afferma Orlandino Greco, capogruppo della Lista Oliverio Presidente alla Regione. "Assud è una meritevole associazione - aggiunge Greco - che sviluppa e certifica le eccellenze dell'Italia del Meridione per i prodotti enogastronomici. Importante come tutte le iniziative che insistono a riprendere l'identità culturale, economica e sociale di territori fin qui ancora lasciati a colonizzazioni storiche e a commissariamenti in corso. È facile in territori di conquista la persistenza di fenomeni di illegalità e di compra/missioni quando si perde il senso dell'appartenenza e le regole, i modelli economici si avvertono come imposti da fuori, da Nord o altrove, senza attenzione e valorizzazione delle vocazioni che si esprimono nelle voci di chi i territori li abita e vive. Importante ogni iniziativa che venga e attivi direzioni di sviluppo che sollecitano e sviluppano i prodotti delle terre, le intelligenze, le industrie, le virtù, i valori e sentimenti di chi abita e vive e ama i territori dell'Italia del Meridione, segnati da anni d'incuria e offesa della propria bellezza". "Ora - aggiunge Greco - Assud propone una petizione a Renzi, non al governo, ma a Renzi, perché l'ultima 'tappa' dell'Expo di Milano si tenga al sud. Viene troppo facile pensare dalle firme di sottoscrizione di quell'appello che si tratta di una delega, la solita, la stessa, di buona fede, come è doveroso intendere, che ha segnato il Sud come questione e non come soluzione. Viene facile leggere dalle sottoscrizioni che si tratta di una politica delegata a ripetere il motivo di sottomissione e denutrimento e delle 'questue' rivolte al comando generale di un modello di sviluppo che non ci appartiene e dal quale non vogliamo essere investiti. Ho pensato per un momento che con quell'appello si pensasse, ingenuamente, a trasportare l'intera struttura dell'Expo da Milano a Cosenza o Catanzaro o Reggio. Impossibile, quella struttura, quei servizi, quei guadagni restano dove sono stati impiantati. Ed è paradossale ancora di più che tutto quanto si riferisce alla cultura gastronomica italiana nel mondo sia di fatto espressione di valori di quel Sud d'Italia che non ha meritato gli impianti e i finanziamenti Expo. Conviene forse anche pensare che le terre che maggiormente marcano l'urgenza di una politica globale per il cibo abbiano come confine le terre del Sud d'Italia, quali appunto i paesi che si affacciano sul Mediterraneo e non solo ovviamente". Per Greco "chiedere a Renzi, ancora i resti, gli avanzi, del Nord d'Italia, fa perdere quella primazia che si vorrebbe invece ricordare, è addirittura offensivo perché autocommiserevole e autodenigratorio. L'Assud ha proposto un 'nodo'. Quello al fazzoletto, si sa, vale a ricordare, quello con la corda, si sa, ha un altro significato. Forse Assud ha voluto rimarcare l'uno e l'altro significato nella sua pubblicità su youtube. Certo importa che abbiano scelto il 'nodo' per 'ricordare' a Renzi che c'è anche il Sud d'Italia, cosa che Renzi sa bene, perché ricorda come mettere ogni volta un nodo al collo delle regioni del Sud d'Italia con i commissariamenti su quei progetti e servizi per i quali si annunciano svolte e finanziamenti. Pensiamo che sia necessario un cambio, un rovesciamento di prospettiva e di sviluppo. Un'inversione. Lo diciamo da tempo ormai. Il Sud d'Italia è una denominazione geografica. Il Meridione d'Italia è una espressione geografica. Occorre invertire quella denominazione perché si apra una nuova storia e dire Italia del Meridione perché sia evidente come le nostre terre non sia un 'questione', ma siano invece un progetto d'Italia insieme alle tante Italie del Paese in una unione non di scontro, ma di partecipazione e autonomia di soggetti territoriali abbattendo tutte quelle barriere, intralci, muri di cinta allo sviluppo rappresentate da vessazioni tributarie tanto più onerose e ostacolanti per le forme di iniquità che le distinguono. Cominciamo dalla 'revisione delle forme' delle vessazioni finanziarie per i prodotti della terra e delle imprese che operano sui territori".

"Fin dove può spingersi la democrazia interna di un partito e di uno schieramento politico? È lecito per una classe dirigente accettare supinamente, e senza una minima reazione, comportamenti a dir poco eterodossi, tesi unicamente a scompaginare le fila di un'azione politica coerente e comune per tentare improbabili aperture e singolari approdi verso lidi che in nulla appartengono alla tradizione e allo sviluppo della compagine nella quale si milita?". E' quanto si afferma nel testo di una lettera riservata scritta nei giorni scorsi dal consigliere regionale Domenico Bevacqua - riporta un comunicato dello stesso Bevacqua - e inviata al presidente Mario Oliverio, al segretario Pd Ernesto Magorno e al capogruppo del Pd Seby Romeo. Bevacqua, nel comunicato precisa di "avere deciso di render in parte pubblica la lettera dopo la sortita del consigliere e amico Orlandino Greco, il quale dopo avere annunciato una convergenza di intenti con il movimento politico messo in campo da Luca Tosi, trova il modo di stupire e sconcertare ulteriormente, attaccando a testa bassa la petizione promossa da Assud, indirizzata al premier Renzi e firmata, fra gli altri, dal segretario regionale del Pd e dal presidente della giunta regionale Mario Oliverio, petizione volta alla richiesta di un evento finale Expo da organizzare al sud". "Soprattutto alla luce dell'impegno e dall'attenzione profusi dal governo Renzi verso il meridione - sostiene Bevacqua - nel momento in cui il consigliere Greco parla di 'sottomissione', di 'questue rivolte al comando generale', si pone, evidentemente, non solo al di fuori dell'appartenenza al centro sinistra, ma anche al di fuori della ragionevolezza e della realtà. Intendo con forza ricordare al collega Greco che il campo d'azione del centro sinistra è delimitato da valori precisi che nulla hanno a che spartire con la delirante demagogia e l'inaccettabile populismo leghista: i tentativi di farsi spazio di un fuoriuscito dalla Lega Nord per beghe interne e che resta leghista doc non possono in alcun modo convergere con le istanze di un centro sinistra degno di questo nome. Da parte della dirigenza regionale del partito, da parte dei componenti della maggioranza consiliare, trarre le conseguenze dovute mi sembra non solo corretto, ma anche fondamentale se vogliamo salvaguardare identità, storie e ruoli dei partiti e del centro sinistra nel paese. Le acrobazie politiche nel tempo hanno prodotto, magari successi personali, ma non hanno mai prodotto agibilità per una politica fatta di responsabilità e di visione di governo complesse e di largo respiro"