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    Mirabello: Da DDL regionale sui rifiuti più responsabilità dei Comuni

     

     

    Mirabello: Da DDL regionale sui rifiuti più responsabilità dei Comuni

    08 ago 15 "Ridare maggiori responsabilità ai Comuni nella gestione dei rifiuti, sia indicando tali Enti come gli unici titolati a stabilire il sistema di raccolta da applicarsi al proprio territorio, sia incentivando una serie di interventi come il riuso dei beni, e il riciclaggio delle frazioni che possono essere utilmente trattate in loco, sia l'impiantistica legata al riciclaggio, la raccolta domiciliare porta a porta e altre sperimentazioni di raccolta, purché orientate al miglioramento qualitativo della differenziazione dei rifiuti". Sono questi alcuni degli obiettivi della proposta di legge di iniziativa del consigliere regionale Michelangelo Mirabello ed alla quale hanno aderito i consiglieri Giuseppe Giudiceandrea e Sebastiano Romeo. La proposta di legge reca "Disposizioni a sostegno della riduzione della produzione dei rifiuti urbani, del riuso dei beni a fine vita, della raccolta differenziata domiciliare con tariffa puntuale, e dell'impiantistica funzionale al riuso e al riciclaggio. Competenze dei Comuni per le operazioni di gestione del servizio di igiene urbana prive di rilevanza economica". Punto centrale del provvedimento - riporta un comunicato - è la sostituzione del criterio di raccolta differenziata, con quello di minimizzazione dei rifiuti inviati a smaltimento o a recupero diverso dal riciclaggio (ovvero quelli non inviati a riciclaggio, ma a discarica, incenerimento o trattamento meccanico biologico), criterio ormai divenuto centrale nelle politiche europee. "Questo perché - spiega Mirabello - troppo spesso il criterio di raccolta differenziata ha portato ad ottenere alte rese tramite l'aumento dei rifiuti urbani anziché la loro diminuzione, aumentando gli sprechi complessivi. Nella valutazione fatta col criterio di raccolta differenziata, rimane assente qualcosa di essenziale: l'importanza della prevenzione e riduzione del rifiuto, l'effetto combinato di tutte quelle strategie e pratiche (dalla promozione del compostaggio domestico, alla promozione dell'uso dell'acqua del rubinetto, alla incentivazione dell'uso dei pannolini riutilizzabili, alla vendita di prodotti, alimentari e non, allo stato sfuso) che non sono 'visibili' nelle percentuali di raccolta differenziata, eppure concorrono con esse per il conseguimento dell'obiettivo più importante di sostenibilità nel settore della gestione dei rifiuti: la minimizzazione del ricorso allo smaltimento (discarica, incenerimento e trattamento meccanico-biologico), inteso come rifiuto che non va a riciclaggio". "Il progetto di legge - riporta ancora la nota - si propone di creare le condizioni, anche e soprattutto con meccanismi economici automatici che agiscono a parità di costi complessivi, perché sia i Comuni che le singole utenze che mirano ad ottenere, o hanno ottenuto, i migliori risultati di riduzione dei rifiuti non riciclati grazie alle azioni combinate di riduzione complessiva della produzione dei rifiuti, di riuso dei beni a fine vita e di massima separazione dei rimanenti rifiuti prodotti tramite la raccolta differenziata finalizzata al riciclaggio, siano avvantaggiati rispetto a quelli che non si impegnano in tal senso. Il meccanismo automatico si ottiene: per i Comuni in misura parziale agendo sul tributo speciale, e in misura complessiva agendo su costi relativi ai rifiuti non destinati a riciclaggio, comprendendo in tali costi anche quelli di incentivazione con meccanismi simili a quelli attualmente in vigore per le energie rinnovabili o a quelli già adottati per le singole utenze che conferiscono rifiuti differenziati ai centri di raccolta, in cui lo sconto è computato nei costi generali del servizio, con una partita di giro; per le singole utenze attraverso la tariffa puntuale, in particolare tramite la misurazione del rifiuto residuo".

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