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    Tanti cittadini in visita alla camera ardente di Stefano Rodotà a Montecitorio

     

    Tanti cittadini in visita alla camera ardente di Stefano Rodotà a Montecitorio

    24 giu 17 La camera ardente con la salma di Stefano Rodotà è stata allestia ed aperta oggi pomeriggo alle 16 nella sala Aldo Moro di Montecitorio per rendere omaggio all'illustre giurista e politico sempre dalla parte dei diritti dei cittadini. Tra i orimi a fargli visita la Presidente della Camera Laura Boldrini, il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e l'ex Presidente della Repubblica Giotgio Napolitanto. Tantissimi i cittadini che in queste ore hanno voluto rendergli omaggio. Il politico e giurista cosentino, lo ricordiamo, è scomparso ieri a Roma all'età di 84 anni. Il Presidente della Repubblica Mattarella gli renderà omaggio domani in tarda mattinata mentre l'Università de "La Sapienza" di Roma, dove era docente emerito, lo ricorderà lunedì mattina alle 11 con una cerimonia dove verrà poi trasportato il feretro.

    link collegati: -- E' morto Stefano Rodotà, cosentino illustre

    "Apprendo con grande rammarico della scomparsa del professor Stefano Rodotà, grande giurista cosentino, che ha dedicato la sua vita alla battaglia per la difesa dei diritti". Lo afferma, in una nota, il rettore dell'Università della Calabria, Gino Mirocle Crisci. "Ricordo ancora - continua Crisci - la grande intensità e l'attualità della 'lectio magistralis' su 'La persona nell'età tecnologica' che ci offrì quando, nel 2005, fu ospite d'onore per l'inaugurazione dell'anno accademico dell'Unical. Non lo dimenticheremo".

    "Con la morte di Stefano Rodotà, Cosenza e la Calabria perdono una delle parti migliori di sé. È scomparso un grande maestro, un grande cosentino, un grande calabrese. Ci ha lasciati un grande italiano, la cui fama di giurista ed insigne intellettuale aveva travalicato i confini nazionali, consacrandolo a livello internazionale quale impareggiabile costituzionalista. Ma noi oggi, con grande tristezza, piangiamo prima di tutto l'uomo dalla vita intemerata, l'amico dei più deboli, il grande fautore della pace. L'uomo umile, nonostante la sua grandezza; uno dei più grandi esempi di ciò che deve essere l'amore per la cultura, per la verità, per la giustizia sociale". Queste le parole del presidente della Provincia di Cosenza, Franco Iacucci, "in ricordo - é detto in un comunicato - di un vero Maestro di vita e di diritto, che ha difeso strenuamente la Costituzione della Repubblica italiana ed è rimasto sempre fermo nei suoi principi di libertà, ma umano anche nella critica". "Questo - ha aggiunto Iacucci - è un grande lutto per tutti noi e ognuno di noi oggi si sente più solo, più indifeso. Piangiamo colui che prima di tutto è stato con orgoglio un cosentino e un calabrese, ma anche vicino a tutti coloro che nella società hanno sempre perseguito quelle che degli uomini sono le insopprimibili virtù e i diritti inalienabili".

    "Con la scomparsa di Stefano Rodotà si spegne un faro della Repubblica italiana". Lo afferma, in una dichiarazione, il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà. "Sentinella dei valori più profondi della nostra Costituzione - aggiunge - è stato un giurista e un politico di grandissime qualità. Maestro di diverse generazioni, nostro illustre corregionale, ha saputo rappresentare con pienezza, attraverso la sua straordinaria esperienza di pensatore e di politico, la Calabria, i nostri lavoratori e i nostri intellettuali".

    "Stefano Rodotà, intellettuale e dirigente politico, ha segnato una fase straordinaria della storia repubblicana". Lo sostiene, in una dichiarazione, Giovanni Puccio, segretario organizzativo regionale del Pd. "Eletto deputato in Calabria negli anni settanta, nelle liste del Pci come Indipendente di Sinistra - aggiunge - Rodotà fu artefice e protagonista della grande stagione dei diritti individuali e collettivi. La sua formazione liberal-democratica aveva una caratteristica anticonformista ed innovativa. Il suo sodalizio col Pci di Berlinguer segnò la stagione dei diritti e delle libertà: dal divorzio all'aborto, dal diritto alla salute, alle garanzie per il lavoro e per l'autodeterminazione delle donne e la difesa dei più deboli. Ci lascia una testimonianza straordinaria e un insegnamento che continuerà nel futuro. Anche la sua posizione critica verso una politica della quale scorgeva i gravi limiti rappresentava e rappresenta uno stimolo. La dialettica aperta anche col Pd negli ultimi anni non ha mai fatto mancare la stima e il riconoscimento del valore per un intellettuale di livello internazionale che ha continuato a combattere per le sue idee fino agli ultimi giorni della sua esistenza". "I democratici - conclude Puccio - inchinano le loro bandiere al cospetto di un grande calabrese e a ricordo di un protagonista che continua a stimolare le battaglie di libertà, per i diritti e la speranza delle giovani generazioni che trovano nel suo pensiero e nella sua esperienza politica la forza per alimentare la speranza di futuro".

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