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    Sistema Rende, chiuse indagini DDA, confermate accuse per Principe, Bernaudo e Ruffolo

     

    Sistema Rende, chiuse indagini DDA, confermate accuse per Principe, Bernaudo e Ruffolo

    24 mag 16 la Dda di Catanzaro ha chiuso le indagini sul "Sistema Rende", l'inchiesta su presunti intrecci tra politici ed esponenti del clan Lanzino Rua. Le ipotesi d'accusa sono: concorso esterno in associazione mafiosa, voto di scambio e corruzione aggravata dal metodo mafioso. Il 23 marzo scorso erano finiti agli arresti domiciliari Sandro Principe, già sindaco di Rende, ex sottosegretario al Lavoro, più volte deputato, ex consigliere e assessore regionale, ex capogruppo del Pd in Regione, l'ex primo cittadino Umberto Bernaudo, gli ex assessori comunali Pietro Ruffolo e Giuseppe Gagliardi, tutti del Pd, e l'ex consigliere regionale Rosario Mirabelli. Arrestato anche Marco Paolo Lento, che avrebbe avuto il ruolo di intermediario tra Mirabelli ed esponenti della cosca. L'ordinanza era stata notificata in carcere agli elementi di vertice del clan Adolfo D'Ambrosio, Michele Di Puppo, Francesco Patitucci e Umberto Di Puppo. L'avviso di conclusione indagini è stato firmato dal nuovo procuratore Nicola Gratteri, dall'aggiunto Vincenzo Luberto e dal pm Pierpaolo Bruni. Secondo i nuovi capi di imputazione Principe, Bernaudo e Ruffolo si sarebbero accordati con gli uomini della cosca che "a fronte del procacciamento di voti, dell'impegno elettorale e della propaganda avrebbero ricevuto condotte amministrative di favore". Condotte che sarebbero durate per oltre un decennio, dal 1999 al 2011. In calce all'avviso di conclusione delle indagini la Dda ha aggiunto che "l'azione penale non sarà esercitata per gli episodi relativi alle competizioni elettorali del 1999, 2004 e 2006" perché eventuali reati sarebbero già prescritti. Sempre ai tre esponenti politici si contesta il concorso esterno in associazione mafiosa poiché avrebbero agevolato e rafforzato la cosca ottenendo in cambio "il procacciamento di voti con metodo mafioso" per elezioni comunali, per le Provinciali del 2009 e per le Regionali del 2010. Tra le condotte evidenziate dagli inquirenti c'è anche l'assunzione nella cooperativa Rende 2000 del boss Ettore Lanzino. Secondo l'accusa "Principe disponeva o comunque sollecitava, d'intesa con Bernaudo, l'assunzione del capo clan e comunque ometteva di attivarsi con riferimento a un eventuale licenziamento". Secondo quanto si legge nel provvedimento, sarebbero altre 23 le persone assunte nella coop e ritenute contigue al clan. L'ex consigliere regionale Mirabelli è accusato di aver promesso, per il tramite di Lento, assunzioni in aziende private di soggetti vicini a Michele Di Puppo in cambio del suo impegno elettorale. A Gagliardi sono invece contestate la violazione delle norme elettorali e la corruzione per aver favorito Adolfo D'Ambrosio nella gestione del bar Colibrì di proprietà comunale. Gli indagati adesso avranno venti giorni di tempo per presentare memoria difensiva o chiedere di essere sentiti. Solo dopo la Procura antimafia potrà procedere con l'eventuale richiesta di rinvio a giudizio.

    Moglie Principe: Dolore arresti più forte dell'agguato. "L'arresto di Sandro ci ha procurato più dolore dell'attentato di 12 anni fa. Aspettiamo adesso solo che venga fatta giustizia e finisca finalmente questo incubo". A dirlo, ha riferito in una nota il leader del movimento Diritti civili Franco Corbelli, è stata la moglie di Sandro Principe "che ho chiamato al telefono per far sentire, forte, ancora una volta, la mia vicinanza e la mia amicizia all'uomo e al politico, da due mesi ingiustamente privato della libertà, con un'accusa tanto grave quanto assurda e surreale per chi conosce la storia e la cultura di Principe che sono esattamente agli antipodi della cultura mafiosa". Il riferimento è all'agguato nel quale Principe fu ferito al volto da un ex bancario Sergio Staino, che gli sparò un colpo di pistola, poco prima dell'inizio della cerimonia d'inaugurazione della chiesa di San Carlo Borromeo, quando il politico era sindaco di Rende. Attualmente Principe è ai domiciliari per l'inchiesta "Sistema Rende". "Non potendolo né incontrare, né parlargli al telefono - ha aggiunto Corbelli - ho voluto, esattamente due mesi dopo il suo incredibile arresto, ribadirgli, con la telefonata alla moglie, la mia stima e il mio impegno a continuare a lottare per quella che considero una doverosa battaglia di giustizia e di civiltà, che porto avanti nel rispetto dell'operato della magistratura e coerentemente con la mia lunga storia garantista". Corbelli ha poi parlato del "perdurante e ignobile silenzio del Pd, dei suoi big nazionali, tanti pseudo garantisti che continuano a venire in processione in Calabria, a Cosenza, per sostenere il candidato sindaco e non spendono una sola parola di solidarietà per il loro compagno di partito, Principe. Dal Pd mi sarei aspettato che avesse fatto le barricate per difendere Principe, politico di assoluta onestà, di indiscusse capacità e grande cultura. Così come mi sarei aspettato, dopo il mio appello pubblico, una risposta dal nuovo procuratore di Catanzaro, che sino ad oggi non c'è stata".

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