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    Ucciso e fatto a pezzi a Trebisacce, agghiaccianti retroscena

     

    Il portone di casa Chiurco

     

    Ucciso e fatto a pezzi a Trebisacce, agghiaccianti retroscena

    31 gen 13 Raccapricciante. Una vera e propria storia horror delle più truci. La figlia che custodisce il corpo sezionato del padre fatto a pezzi con tutti gli indumenti addosso. Il corpo di un uomo chiuso in cinque scatole di cartone e due sacchi di plastica. Il tronco da una parte, le gambe da un'altra, le mani e i piedi legati con il nastro adesivo, la testa imbavagliata quasi a fermare quell’attimo di dolore e terrore estremo. Tutti debitamente sezionati a colpi d’accetta e affogati nella calce viva e nel talco. Il militare della scientifica che ha aperto la prima scatola ha avuto un attimo di esitazione guardandone il contenuto e richiudendola d’istinto quasi ad allontanare quella macabra scena. In quelle scatole c’è il corpo sezionato di Riccardo Chiurco, 72 anni, professore si lettere in pensione. A custodire per circa venti giorni i macabri imballaggi la figlia di Stefania Chiurco38 anni, Stefania, (nella foto a destra) studentessa fuori corso di medicina all’università di Perugia. Lei adesso è in stato di fermo. Il sostituto Procuratore della Repubblica di Castrovillari Silvia Fontebasso dopo una nottata di interrogatorio ha messo un punto fermo a questa storia per niente chiara. La figlia del professore non confessa alcunchè. Dice soltanto che il corpo senza vita del padre era già sezionato in due e lo avrebbe trovato rinchiuso in due buste davanti la porta di casa. Non ammette niente. Dice soltanto, in una glaciale freddezza, quasi da killer, di averlo tagliato e messo nelle scatole per paura di un suo coinvolgimento. Il magistrato non crede alla sue parole. Ma tutta la storia ha qualcosa di macabro, di irreale. I militari dell’Arma che sono stati i primi ad intervenire, se ne sono accorti subito.

    La denuncia della scomparsa. Tutto nasce dall’insistenza del fratello della vittima, i due sono di San Demetrio Corone, di avere notizie del germano che non riesce a sentire ne vedere da più di un mese. Quasi un sesto senso, quello del sangue, che muove i suoi più atroci dubbi. Ogni volta che provava chiamare a casa la nipote, Stefania, aveva sempre una scusa pronta: “E’ uscito da poco a fare la spesa” oppure “E’ andato a Cosenza”. Lo stesso refrain per quasi tre settimane. I dubbi lo hanno portato, invece, dritto verso al caserma dei carabinieri di Trebisacce dove ha denunciato la sua scomparsa. Morta la moglie, il fratello Riccardo, il professore, viveva da tempo solo, con la figlia a Perugia che di tanto in tanto lo andava a trovare. Una vita normale, metodica. La passeggiata sul lungomare, la visita alla farmacia vicina dove acquistava i medicinali che gli servivano. Qualche chiacchiera, ma poche, con i vicini. Ma da venti e più giorni nessuno la aveva più visto.

    Studia a Perugia. La figlia, invece, viveva a Perugia e di solito veniva per le feste a trovare il padre solo. Ma ogni volta erano liti. A detta di quanti abitavano il quartiere, al centro delle discussioni c’era quella laurea in medicina che non arrivava mai. Liti che si sentivano nella palazzina di fronte. A Perugia invece la figlia aveva un comportamento esemplare, raccontano ai cronisti due coniugi anziani che la conoscevano. “Lei viveva qui da sola, una brava persona. Ogni tanto veniva il padre a trovarla, una splendida persona per bene. L’ultima volta che venne su fu quasi quindici giorni fa. Il padre non c’era. Ci disse che aveva l’influenza e non era potuto venire”. Nient’altro. Informazioni che ora sono al vaglio degli inquirenti. I militari di Perugia questa mattina, intanto, hanno perquisito la sua abitazione senza trovare nulla di particolare. Repertando documenti e qunt'altro potesse essere utile alle indagini.

    La scoperta del cadavere. A Trebisacce, invece, i militari prima di arrivare all’incredibile vicenda velata dall’orrore hanno dovuto faticare una giornata. Stefania Chiurco, donna dalla corporatura robusta e possente, rimane chiusa in casa. Ieri mattina i militari assieme al fratello della vittima provano a citofonare più volte, ma non apre nessuno. Allora pensando che l’anziano non rispondesse perchè vittima di qualche malore, non sapendo realmente che stava già fatto a pezzi, tornano verso l’ora di pranzo con i vigili del fuoco. I pompieri accompagnati dai carabinieri ispezionano la palazzina davanti e dietro e si accorgono delle finestre aperte. Allora decidono di montare la scala. Nel frattempo dal balcone si affaccia la figlia Stefania. Farfuglia qualcosa. Sembra una domanda del tipo “Avete il mandato?”. I carabinieri cominciano allora ad avere i primi sospetti e chiedono di entrare in casa. Senza mostrare alcuna esitazione la donna apre ai militari che notano dietro al portoncino le scatole di imballaggio e i sacchi di calce. Nell’aria c’è anche uno strano odore di qualcosa andato a male mischiato al profumo del talco. Chiedono alla figlia Stefania se avesse notizie del padre. Lei imperturbabile dice che è fuori casa e non lo vede da tempo. I dubbi dei militari aumentano. Nell’uscire uno dei militari tocca i cartoni chiusi da una striscia di adesivo argentato e chiede alla Chiurco cosa ci fosse all’interno. A questo punto la donna mostra un piccolo cedimento ma poi dice, che sono casalinghi da portare via. Il militare tocca e sente qualcosa di duro. Apre la scatola e dopo aver visto il busto del padre avvolto nella calce e nel talco chiuso in una busta di plastica e con ancora gli indumenti addosso, ha un primo gesto di nausea, ma capisce tutto e chiede delucidazioni. Accatastate ci sono 5 scatole con tutti gli altri resti del corpo. Più due buste. Mancano le interiora. Probabilmente buttate via perché andate subito in decomposizione. Tutti i pezzi sono stati affogati nella calce e nel talco per evitare che il tanfo e la decomposizione rivelase l'atroce segreto. Ma questo non è bastato ai segugi dell’arma. La testa, addirittura, è ancora imbavagliata, con una smorfia di dolore e gli occhi semichiusi. Quasi una scena del più truce dei film di Dario Argento. Il corpo è stato sezionato con un’accetta da mani esperte che conoscono l’anatomia. Messe nelle scatole era pronto ad essere smaltito. Ancora qualche ora ed il piano diabolico di chi l’ha architettato sarebbe andato in porto. E dei resti del povero professor Chiurco non se ne sarebbe più saputo nulla.

    Gli sviluppi. Una storia macabra, triste, ma anche incredibile che nasconde qualcos’altro che i militari e gli inquirenti stanno cercando di scoprire. Perché tanta rabbia, tanta violenza sul copro di un genitore. E poi come e con quale coraggio una figlia, come ha raccontato stamattina, seziona il corpo di un padre? Dietro tanta violenza forse un’infanzia con qualche violenza, probabilmente psicologica, la scomparsa di una figura di riferimento come la madre, e chissà cos’altro. Una carneficina che comunque non ha eguali. Portata a termine da una mente che sana non è. I poveri resti di Riccardo Chiurco sono ora al vaglio del medico legale per l’autopsia che dovrà stabilire le cause delle morte. La donna ora è in stato di fermo e sarà sottoposta ad accertamenti clinici. Il resto sul come e perché tanta atrocità si sia abbattuta in una abitazione del piccolo centro di Trebisacce solo le analisi ed il tempo potranno appurare. Tempo galantuomo che servirà a cancellarle, in tutta una comunità scossa ed attonia, un atroce delitto che mai si era visto in questa terra baciata dal sole.

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Riccardo Chiurco, la vittima

 


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