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    Anziano ucciso in casa e fatto a pezzi a Trebisacce

     

     

    Anziano ucciso in casa e fatto a pezzi a Trebisacce

    30 gen 13 Ucciso e fatto a pezzi. E' una scena da film dell'orrore quella che si è presentata davanti a carabinieri e vigili del fuoco nell'appartamento al secondo piano di uno stabile di Trebisacce dove viveva Riccardo Chiurco, insegnante in pensione e vedovo, di 72 anni, i cui resti, in stato di decomposizione, sono stati trovati smembrati e sistemati all'interno di otto scatoloni incellophanati e chiusi con nastro adesivo. In casa c'era la figlia della vittima, Stefania, di 38 anni, studentessa fuori corso della facoltà di Medicina dell'Università di Perugia. E' stata lei ad aprire la porta ai militari che avevano bussato per chiedere notizie del padre. La donna, che quando tornava in Calabria condivideva l'appartamento con il genitore dopo la scomparsa della madre, è stata fermata e portata nella caserma dei carabinieri della cittadina, dove è stata sentita per diverse ore. L'area circostante l'abitazione in cui è avvenuto l'omicidio, subito riempitasi di giornalisti, fotografi e cameramen ma anche di tanti curiosi, è stata transennata e resa off limits. Gli investigatori dell'Arma, dopo avere preso visione del contenuto degli scatoloni con parti di cadavere accuratamente sigillati e trattati con calce viva, hanno allargato lo spettro degli accertamenti anche ai cassonetti della spazzatura ubicati nel quartiere. Nella casa degli orrori, un appartamento decoroso per una famiglia economicamente agiata come quella dei Chiurco, è giunto anche il sostituto procuratore della Repubblica di Castrovillari, Silvia Fontebasso, che però non ha però rilasciato dichiarazioni. La vittima non si vedeva in giro da alcuni giorni, qualcuno dice una ventina, circostanza che aveva insospettito i vicini di casa, messi in allarme anche dal cattivo odore che proveniva dall'appartamento. Un dato che angosciava soprattutto i parenti del docente in pensione che vivono a San Demetrio Corone, paese distante alcune decine di chilometri. Proprio un fratello di Chiurco, da giorni senza notizie del congiunto, era giunto stamani a Trebisacce e, non avendo avuto riscontro (la nipote non rispondeva più nemmeno al telefono), si era deciso a chiedere aiuto ai carabinieri. C'é incredulità e sgomento anche e soprattutto per le modalità del delitto tra gli abitanti della frazione marina di Trebisacce, che conoscevano la famiglia Chiurco ma soprattutto quella della moglie, anche lei insegnante e figlia di un commerciante molto noto in paese. Difficile sapere di più sul movente del delitto. Quel che trapela un po' a mezza bocca è che da un po' di tempo tra padre e figlia, attualmente in Calabria ma che per molti mesi dell'anno vive a Perugia, c'erano liti continue, forse per il fatto che la donna non avesse ancora completato gli studi.

    Delitto scoperto dai Vigili. Un anziano, Riccardo Chiusco, di 72 anni, è stato trovato morto in casa a Trebisacce Marina nel centro abitato del paese costiero. Il cadavere dell'uomo è stato fatto a pezzi. L'uomo viveva da solo in casa con la figlia che attualmente è stata presa in custodia dai carabinieri che hanno avviato le indagini. La figlia quarantenne della vittima è stata posta in stato di fermo dai carabinieri, che stanno accertando se è stata lei a commettere l'omicidio. La donna è stata portata nella caserma dei militari dove la stanno sentendo. A scoprire il delitto, sono stati i vigili del fuoco ed i carabinieri, chiamati dopo che dall'appartamento in cui vivevano padre e figlia non rispondeva nessuno. I militari sono intervenuti dopo che alcuni familiari di Chiusco avevano segnalato che dell'uomo non si avevano più notizie da alcuni giorni.

    La figlia ha aperto la porta ai CC: Era in casa ed ha aperto la porta quando sono arrivati i carabinieri e i vigili del fuoco, Stefania, la figlia trentottenne di Riccardo Chiusco, l'uomo ucciso e fatto a pezzi a Trebisacce. La donna ha fatto entrare in casa i militari, che sono intervenuti assieme ai vigili del fuoco dopo che il fratello e un nipote della vittima avevano lamentato il fatto di avere telefonato più volte a casa del parente senza avere alcuna risposta. All'interno dell'appartamento sono stati trovati sette o otto scatoloni contenenti i resti della vittima, avvolti dal cellophane e chiusi con nastro adesivo. Riccardo Chiusco, insegnante di lettere in pensione, rimasto vedovo da qualche anno, viveva con la figlia, nubile, iscritta alla facoltà di Medicina dell'Università di Perugia.

    Continue liti tra a vittima e la figlia. Ci sarebbero state continue liti tra Riccardo Chiusco, l'insegnante in pensione di Trebisacce ucciso e fatto a pezzi, e la figlia Stefania. E' quanto trapela dalle indagini sull'omicidio. Chiusco era originario di San Demetrio Corone, comune della stessa provincia di Cosenza, e si era trasferito a Trebisacce dopo essersi sposato. Un fratello della vittima che vive in quel centro, preoccupato per l'assenza di notizie del congiunto che si protraeva da diversi giorni, proprio stamattina aveva deciso di recarsi nella cittadina e si era rivolto ai carabinieri. Padre e figlia vivevano da soli dopo la morte, alcuni anni fa, della moglie di Chiusco, anche lei insegnante.

    I resti in alcuni scatoloni. Sono stati trovati all'interno di alcuni scatoloni parti del cadavere di Riccardo Chiusco, l'uomo di 72 anni ucciso e fatto a pezzi a Trebisacce. Gli scatoloni erano nell'abitazione che Chiusco condivideva con la figlia. L'appartamento in cui vivevano Chiusco e la figlia si trova in una zona centrale della frazione marina di Trebisacce, centro dell'Alto Jonio cosentino.

    Omicidio scoperto per il cattivo odore. E' stato il cattivo odore proveniente dall'abitazione di Riccardo Chiusco ad insospettire familiari e vicini, che hanno chiesto l'intervento dei carabinieri. Così è stato scoperto l'omicidio del settantaduenne, che potrebbe risalire a 15-20 giorni addietro. I resti della vittima trovati all'interno di alcuni scatoloni nell'appartamento, infatti, erano in avanzato stato di decomposizione.

    Genitori uccisi da figli. La scheda. Figli che uccidono i genitori, professionisti uccisi per vendetta ed infine anche omicidi senza un movente. In tutti i casi, però, il comune denominatore è l'accanimento degli assassini, che dopo aver commesso il delitto ha poi fatto a pezzi i corpi delle loro vittime. Come in un film dell'orrore sono decine gli episodi avvenuti nel tempo in tutta Italia, in alcuni casi per vendetta ed in altri per risentimento nei confronti delle vittime. Uno degli ultimi episodi in ordine di tempo è il delitto avvenuto a Perugia il 12 gennaio del 2011, quando un insegnante incensurato, Antonio Leandri, di 53 anni, uccise il padre Olinto e ne smembrò poi il cadavere fu poi smembrato con un grosso coltello. I resti furono poi abbandonati dall'omicida in diverse località della provincia del capoluogo umbro. Ritornando indietro nel tempo l'ennesimo caso di un figlio che ammazza il genitore e poi fa a pezzi il cadavere. L'episodio avvenne a Verona il 31 maggio del 2010 quando finì in tragedia l'ennesimo scontro tra Giorgio Zorzi, 66 anni, un passato a respirare polvere di marmo tra il Rosso di Verona e il Travertino di un'azienda lapidea, e il figlio Piergiorgio, 20 anni, un presente da sfaccendato con problemi comportamentali che lo costrinsero tra il 2006 e il 2008 in una comunità per il recupero di disadattati. E' bastato il volume troppo alto della televisione durante la finale di Champions League tra Inter-Bayern a scatenare l'inferno. Nel marzo del 2010, a Milano l'ennesimo omicidio dai toni raccapriccianti. Un noto esperto d'arte, Giovanni Schubert, di 76 anni, fu ucciso per la somma di 70 mila euro. A commettere il delitto fu Matteo Chigorno, ex collaboratore della vittima, che dopo aver dilaniato il cadavere buttò i pezzi nel Naviglio a Milano. L'omicidio avvenne al termine di una lite, per una questione di quadri. Chigorno uccise il gallerista, tra i più noti di Milano, a pugni e calci e anche colpendolo con un pezzo di ferro. C'é anche un omicidio rimasto senza un perché ed è quello avvenuto nel novembre del 2007 a Varallo Sesia (Vercelli), la rinomata località turistica piemontese ai piedi del Monte Rosa dove un marocchino di 40 anni fu ucciso e ridotto in pezzi poi gettati in una scarpata. Per l'omicidio furono arrestati i fratelli El Kabir e Fadel Rayih i quali si sono sempre dichiarati innocenti. Ed è settembre del 2007 quando la provincia veneziana viene sconvolta dall'omicidio di un trentenne ucraino, Vasyl Hryndey, ucciso a colpi di pistola. Successivamente il corpo fu fatto a pezzo con un'ascia e gettato in un fiume.

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