NuovaCosenza.com
Google
su tutto il Web su NuovaCosenza
mail: info@nuovacosenza.com
Home . Cronaca . Politica . Area Urbana . Speciali . Video . Innovazione . Universtitą . Spettacoli . Sport . Calcio . Meteo .
 

      Condividi su Facebook

    Liberato il cetrarese Ricucci e gli altri 3 sequestrati in Siria

     

     

    Liberato il cetrarese Ricucci e gli altri 3 sequestrati in Siria

    13 apr 13 Sono stati liberati i quattro giornalisti italiani trattenuti in Siria: lo annuncia il premier e ministro degli Esteri ad interim Mario Monti. Si tratta dell'inviato Rai il cetrarese Amedeo Ricucci, del fotoreporter Elio Colavolpe, del documentarista Andrea Vignali e della giornalista freelance Susan Dabbous, di origini siriane. I quattro giornalisti italiani liberati oggi in Siria si trovano ora in Turchia. "Stiamo bene, stiamo tutti bene. Ci hanno trattato bene e non ci hanno torto nemmeno un capello". Lo dice l'inviato Rai Amedeo Ricucci contattato dall'Ansa in Turchia dopo la liberazione avvenuta oggi assieme agli altri tre colleghi italiani 'trattenuti' in Siria dallo scorso 4 aprile. "Eravamo in mano a un gruppo islamista armato che non fa parte dell'Esercito libero siriano". aggiunge Amedeo Ricucci. "E' stato un malinteso", ha assicurato, ribadendo che il gruppo sta bene ma "ovviamente la privazione della libertà è una tortura psicologica". All'inizio "ci hanno presi per spie" e volevano "controllare quello che avevamo girato", "temevano che avessimo filmato la loro base logistica", ma "ci hanno messo un sacco di tempo" ha spiegato Ricucci a Rainews, dopo la liberazione in Siria, dove è in corso "una guerra civile e di spie da una parte e dall'altra". "Ci hanno tenuti in posti diversi - ha poi spiegato Ricucci- non proprio prigioni sotto certi aspetti, per altri sì " ribadendo che il gruppo è stato "trattato con i guanti bianchi". Che qualcuno possa pensare che siamo stati poco cauti "lo trovo di cattivo gusto: siamo stati cauti fino all'ennesima potenza". E' quanto ha sottolineatoinfibe l'inviato Rai Ricucci al telefono con Rainwes24 dopo la liberazione.

    link correlati:

    --- i retroscena: definiti infedeli, minacciavano taglio mani. Anche algerini e marocchini

    La mamma: "Mi ha chiesto scusa". "Mi ha chiesto scusa per la preoccupazione di tutti questi giorni. Questo è mio figlio Amedeo". Così Rachele Ferrara, 82 anni, la mamma di Amedeo Ricucci, nella sua casa di Cetraro.Con la signora Rachele Ferrara la zia di Amedeo, Berenice Ferrara, e la sorella del giornalista, Rossella, insieme al marito Luigi Mari, che è presidente del Consiglio comunale di Cetraro. "Che volete che vi dica - prosegue la signora Ferrara - era stato appena liberato e al telefono ha chiesto scusa a me, che non so come esprimere la mia felicità e la mia contentezza". Assai felice anche la sorella Rossella. "Sono molto attaccata - dice - a mio fratello, che viene spessissimo a Cetraro e insieme andiamo al mare". Luigi Mari ci tiene invece a ringraziare la Farnesina e il ruolo che ha svolto l'unità di crisi. "Ce lo aspettavamo - commenta - perché sappiamo il ruolo che ha svolto il Ministero degli Esteri in tutta questa vicenda".

    La gioia della sorella. "Abbiamo confidato molto nel lavoro svolto dal Ministero degli Esteri, che ci ha tenuto sempre aggiornati sull'esito delle trattative". Lo ha detto Rossella Ricucci, sorella dell'inviato della Rai, Amedeo Ricucci, liberato in Siria con altri tre giornalisti. "Siamo contentissimi - ha aggiunto - che la storia si sia risolta in breve tempo".

    Grande festa a Cetraro. E' grande festa a Cetraro, il paese di origine del giornalista della Rai, Amedeo Ricucci, liberato in Siria con altri tre colleghi. La notizia della liberazione dei giornalisti ha fatto il giro di tutte le case di Cetraro dove le campane della chiesa hanno suonato a festa. Decine di persone, molte delle quali in lacrime, si sono radunate nei pressi dell'abitazione dei familiari del giornalista della Rai e, subito dopo, c'é stata una piccola festa.

    Il Sindaco di Cetraro. "Attendiamo il suo rientro". "La nostra città attende il rientro di Amedeo per esultare con lui". Lo ha detto il sindaco di Cetraro, Giuseppe Aieta, dopo aver appreso la notizia della liberazione dei quattro giornalisti in Siria. Cetraro è il comune di origine di Amedeo Ricucci. "Siamo soddisfatti - ha aggiunto - come cittadini italiani dell'impegno profuso dalla Farnesina nel portare a casa i nostri connazionali".

    Stasera a Roma. "Sono stati trattati bene, non hanno subito nessuna violenza e stasera saranno di rientro a Roma". Lo ha detto Renato Vignali, il padre di Andrea Vignali. "Ci abbiamo parlato stamani, non lo sentivamo da due settimane e il nostro unico contatto era la Farnesina che ci ha sempre rincuorato", ha aggiunto. L'aereo che li sta portando in Italia atterrerà allo scalo militare di Ciampino attorno alle 21 ha successivamente precisato la Farnesina.

    Arrivati alle 22. I quattro giornalisti italiani sequestrati nel nord della Siria e tornati liberi dopo nove giorni sono rientrati a Roma. Amedeo Ricucci, Elio Colavolpe, Andrea Vignali e Susan Dabbous sono stati riportati in Italia con un aereo speciale, un Falcon, atterrato all'aeroporto militare di Ciampino alle 22. Ad attenderli, con un folto gruppo di parenti, anche il segretario generale della Farnesina, Michele Valensise, e il direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi.

    Soddisfazione presidente Oliverio. “E’ davvero una grande gioia apprendere che Amedeo Ricucci è libero. Dopo giorni di apprensione una bellissima notizia.” E’ il commento del presidente della Provincia di Cosenza Mario Oliverio subito seguito alla diffusione della notizia della liberazione dell’inviato RAI, trattenuto in Siria dallo scorso 4 aprile. Ricucci, come noto, è originario di Cetraro, dove vivono i familiari. Negli scorsi giorni, dall’immediatezza dell’accaduto, il presidente Oliverio aveva mantenuto contatti costanti con questi ultimi, circostanza non resa nota rispettando il riserbo ufficialmente richiesto sulla vicenda. Agli stessi familiari, raggiunti per telefono e che hanno voluto ringraziarlo, Oliverio ha espresso quest’oggi la propria contentezza e soddisfazione per la felice conclusione che ha riguardato il giornalista e gli altri tre componenti della sua troupe.

    "Le istituzioni si sono mosse insieme e hanno vinto: è un bel segnale per il Paese". Giovanni Minoli non nasconde l'emozione nel commentare la liberazione di Amedeo Ricucci, inviato del programma 'La Storia siamo noi', del fotoreporter Elio Colavolpe, del documentarista Andrea Vignali e della freelance Susan Dabbous. "E' stato un trionfo, per fortuna, e per me una gioia particolarmente grande, visto che Amedeo lavora con me da dieci anni - sottolinea Minoli - e soprattutto dopo quindici giorni di tensione tremenda, condivisa dall'azienda e dall'unità di crisi della Farnesina. Penso che la Rai dovrebbe realizzare una fiction seriale su questo gruppo di uomini straordinari, eroi del quotidiano, che giorno e notte sono impegnati nel cercare di salvare persone che hanno guai: stare a stretto contatto con loro è stata un'esperienza di grande fiducia nelle istituzioni. C'erano molti pareri discordanti, fuori dall'azienda - racconta Minoli - e suggerimenti di tentare altre strade: ma la Rai si è mossa come un corpo solo, dal direttore generale all'ultimo redattore della 'Storia siamo noi', nel decidere di collaborare esclusivamente con l'unità di crisi". Minoli auspica ora che "Amedeo, che è un grandissimo giornalista, un vero cronista di guerra, mai 'embedded', sempre impegnato nella ricerca vera sul territorio, dopo dieci-undici anni nelle 'catacombe' della 'Storia siamo noi', trovi la collocazione che merita dentro l'azienda". Infine "un grazie a tutta la stampa italiana, che ha capito la richiesta comune della Rai e della Farnesina di rispettare il silenzio stampa", conclude.

    "Ho appreso con gioia e grande sollievo la notizia della liberazione del giornalista, nostro conterraneo, Amedeo Ricucci noto corrispondente della Rai e dei suoi colleghi Elio Colavolpe, Andrea Vignali e Susan Dabbous, rapiti in Siria lo scorso 4 aprile". Lo afferma il deputato del Pd, Ernesto Magorno. "La positiva conclusione di questa vicenda - aggiunge - che ha tenuto tutti con il fiato sospeso non può che essere accolta con grande gratitudine e plauso per l'impegno e la professionalità con cui l'Unità di Crisi della Farnesina, il Ministero degli Esteri e le altre strutture dello Stato hanno saputo adoperarsi perché questi giornalisti fossero rilasciati in breve tempo e senza tragiche conseguenze". "Durante i giorni - prosegue Magorno - in cui i giornalisti era trattenuti, nonostante la preoccupazione e l'apprensione per la loro sorte ho preferito scegliere la via del silenzio, perché sono convinto che in momenti così delicati e difficili le parole servono a poco e certamente non aiutano né ad alleviare l'angoscia delle famiglie né soprattutto a far lavorare con riserbo e cautela gli organismi preposti alle trattative del caso per giungere, come di fatto è avvenuto, ad un epilogo così rapido e felice".

    "Esprimo profonda soddisfazione per il fatto che i nostri giornalisti sono al sicuro e con la loro testimonianza potranno aiutarci a capire quello che abbiamo troppo spesso dimenticato, cioé che in Siria esiste un abisso umanitario". Lo ha detto oggi il ministro per la Cooperazione Internazionale, Andrea Riccardi, visitando un campo di profughi siriani in territorio libanese a pochi chilometri dal confine. "A questo abisso umanitario - ha insistito Riccardi - non possiamo assistere impotenti anche perché con il tempo la crisi può travolgere il Libano con l'afflusso dei rifugiati". "Sento una profonda angoscia - ha concluso Riccardi - per la Siria, un Paese ostaggio della violenza e della mancanza di dialogo".

    "Desidero ringraziare - ha affermato Mario Monti - l' Unità di Crisi della Farnesina e tutte le strutture dello Stato che con impegno e professionalità hanno reso possibile l'esito positivo di questa vicenda, complicata dalla particolare pericolosità del contesto". Il Presidente Monti, che ha seguito il caso sin dall'inizio, ha manifestato anche la sua "gratitudine agli organi di informazione che hanno responsabilmente aderito alla richiesta di attenersi ad una condotta di riserbo,favorendo così la soluzione della vicenda".

    L'on. Enza Bruno Bossio, del Pd, ha incontrato oggi pomeriggio i familiari di Amedeo Ricucci, che vivono a Cetraro, sulla costa tirrenica cosentina. "Ho voluto esprimere - ha detto Bruno Bossio - alla mamma, alla sorella e ai familiari di Ricucci, che vivono qui a Cetraro, il mio personale sentimento di sollievo e di soddisfazione per la liberazione dei giornalisti in Siria". Enza Bruno Bossio, che nei giorni scorsi ha seguito la vicenda in prima persona e in stretto contatto con la famiglia attraverso le relazioni istituzionali ufficiali, ha anche espresso il "ringraziamento e pieno apprezzamento all'Unità di crisi della Farnesina, che con responsabilità ed indubbie capacità diplomatiche - ha detto la deputata del Pd - ha saputo conseguire questo brillante risultato. La straordinaria esperienza che Amedeo ha svolto in Siria e in altri territori di guerra rappresenta la forza di un giornalismo d'inchiesta che consegna all'Italia il riconoscimento del ruolo di un importante e vero Paese democratico".

    I quattro giornalisti italiani rilasciati oggi in Siria "sono stati trattenuti, non rapiti". Lo ha detto a Sky Tg24 il vice ministro degli Esteri Staffan de Mistura, che non ha voluto fornire indicazioni più precise sul gruppo che ha fermato i quattro: "Un gruppo armato" siriano, si è limitato a commentare. "L'importante è il risultato: che ora sono liberi", ha detto, aggiungendo anche che la vicenda "ha rappresentato un ottimo esempio di come la stampa italiana ha rispettato il silenzio stampa".

    Soddisfazione viene espressa dal Premio giornalistico internazionale "Marco Luchetta", per il rilascio dei quattro reporter italiani in Siria, uno dei quali - Elio Colavolpe - è stato premiato nell'edizione 2012. "Il loro 'fermo' - afferma una nota dell'organizzazione - dimostra ancora una volta, con la cruda evidenza dei fatti, i rischi reali e personali in cui incorrono le prime linee dell'informazione per registrare e raccontare in presa diretta le tensioni e i conflitti delle zone calde del pianeta". Colavolpe, fotoreporter dell'Agenzia Emblema che si era distinto l'anno scorso per le migliori riprese tv, non aveva potuto ritirare personalmente il premio a Trieste perché ancora impegnato in un lungo servizio in zone di guerra. Quest'anno, sia lui che il collega Amedeo Ricucci sono in corsa per l'edizione 2013 del "Luchetta", sempre nella sezione che premierà i servizi televisivi.

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

    Cerca con nell'intero giornale:

    -- >Guarda l'indice delle notizie su: "Cronaca e Attualità "

     

     

 


    Facebook
 Ultime Notizie
 

Multimedia


 

Web TV -  Video

 

 
Home . Cronaca . Politica . Area Urbana . Speciali . Video . Innovazione . Universtitą . Spettacoli . Sport . Calcio . Meteo .

Copyright © 2017 Nuova Cosenza. Quotidiano di informazione. Registrazione Tribunale Cosenza n.713 del 28/01/2004 - Direttore Responsabile: Pippo Gatto
Dati e immagini presenti sul giornale sono tutelati dalla legge sul copyright. Il loro uso e' consentito solo previa autorizzazione scritta dell'editore