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    Inchiesta Unical, Filorosso "Tutti innocenti, si spara nel mucchio"

     

     

    Inchiesta Unical, Filorosso "Tutti innocenti, si spara nel mucchio"

    20 set 12 "Innocenti fino a prova contraria: ecco la nostra opinione sui 75 indagati dell'inchiesta "110 e lode" condotta dalla Procura di Cosenza nei confronti di tanti studenti e laureati dell'Unical". E' quanto è scritto in una nota del movimento studentesco Filorosso '95. ''Garantisti senza se e senza ma, come dovrebbero essere - prosegue la nota - rettore, preside, docenti e amministrativi che si professano 'vicini' agli studenti e invece li abbandonano in una vicenda così delicata. A noi sembra che il pm Tridico stia colpendo nel mucchio, tirando dentro questa mastodontica indagine anche quegli studenti che hanno conseguito la laurea con onestà e sacrificio. Alcuni hanno già raccontato al pm la loro verità, qualcuno la sta raccontando ai giornalisti, altri sfogano la propria rabbia sul web, molti sono spaventati, si affidano agli avvocati, si chiudono in silenzi amareggiati. La parte lesa in tutta questa vicenda sono proprio gli studenti, e lesi doppiamente: una volta quando in prossimità della laurea, all'atto della ricostruzione della carriera in segreteria, hanno scoperto che l'esame (spesso più di uno) che avevano regolarmente sostenuto non risultava caricato; invece di pensare alla discussione della tesi, hanno dovuto sbattersi per tutta l'università, rintracciare il professore e registrare nuovamente, qualcuno ha dovuto rifare l'esame perché intanto il professore era cambiato, oppure ha dovuto rinviare la laurea pagando altre tasse". "La seconda lesione, più grave - aggiunge Filorosso - se possibile, quando hanno letto il proprio nome sul giornale o si sono trovati la Digos a casa, indagati perché avrebbero falsificato la propria laurea ed oggi rischiano di vedersela addirittura annullare prima che venga dimostrata la loro colpevolezza. Lo studente è tenuto a studiare, a fare gli esami e a laurearsi, non è tenuto a controllare che docenti e impiegati facciano il proprio lavoro. Gli unici responsabili degli esami e della loro registrazione sono i docenti. L'università dovrebbe assumersi la responsabilità della propria disorganizzazione invece di costituirsi parte civile. Alla fine si dimostrerà che tanti fra gli indagati sono innocenti e che sono serviti da capro espiatorio per le inadempienze di altri, ma nessuno li ripagherà dell'umiliazione subita. L'immagine di un ateneo è anche l'immagine dei suoi studenti e dei suoi laureati".

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