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    Trema ancora il Pollino. Case e chiese inagibili a Morano

     

     

    Trema ancora il Pollino. Case e chiese inagibili a Morano. Appelli e proteste da politica e parti sociali

    31 ott 12 Quattro nuovi eventi sismici sono stati avvertiti dalla popolazione, e dagli strumenti, tra i comuni di Mormanno, Laino Borgo, Laino Castello, Verbicaro, Orsomarso e Rotonda. Le scosse di terremoto sono state registrate dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. La più forte di magnitudo 2.9 alle 10.45 di questa mattina. Le altre scosse alle ore 00:10 magnitudo 2.6, alle ore 9.33 magnitudo 2.7, e due ravvicinati in im 40 secondi alle 12:30 di magnitudo 2.3 e 2.1. La scossa delle 00:10 ha avuto epicentro a qualche chilometro più a sud di Mormanno, tra Orsomarso e Verbicaro. Sono in corso le verifiche da parte della Sala Situazione Italia del Dipartimento della Protezione Civile.

    A Morano case e chiese inagibili. Si fa la conta dei danni nei comuni del Pollino colpiti dal terremoto del 26 ottobre ed il quadro che emerge è caratterizzato da disagi e difficoltà. A Morano Calabro, dove proseguono le verifiche da parte del Centro operativo comunale attivato dal sindaco, Francesco Di Leone, sono 82 le richieste di verifiche di immobili, tra centro urbano e zone rurali. Di queste, 52 sono state effettuate. Quattro le abitazioni dichiarate inagibili per le quali è stato dichiarato lo sgombero. Inagibile anche la chiesa di Santa Maria Maddalena, già danneggiata da precedenti terremoti.

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    ProtCiv: su Stato Emergenza tenere conto delal legge. La possibilità di dichiarare o meno lo stato d'emergenza nelle zone del Pollino colpite dal terremoto di magnitudo 5 del 26 ottobre scorso non può non tener conto dei paletti fissati dalla legge 100, che ha riformato la Protezione Civile. Lo precisa la Protezione Civile ricordando che questo ha detto il capo del Dipartimento Franco Gabrielli quando ha visitato le zone colpite. "La legge 100, infatti - afferma il Dipartimento - prevede la possibilità di dichiarare lo stato di emergenza a livello nazionale in caso di eventi che 'in ragione della loro intensita' ed estensione debbono, con immediatezza d'intervento, essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari da impiegare durante limitati e predefiniti periodi di tempò per il soccorso e l'assistenza alle popolazioni colpite, per la messa in sicurezza degli edifici, per il ripristino dei servizi essenziali". Al momento, invece, "le amministrazioni ordinariamente competenti stanno provvedendo a svolgere tutte queste attività, con mezzi e strumenti ordinari". "Ciò - precisa il Dipartimento - non significa che la ricognizione delle esigenze che le Regioni stanno compiendo sul territorio non possa fare modificare la situazione esistente". Sempre in base alla legge, inoltre, "gli interventi di messa in sicurezza strutturale (azione che, al momento, appare la più urgente) non ricadono nelle competenze della protezione civile, così come il ristoro dei danni; le risorse per questo tipo di attività andrebbero in ogni caso reperite attraverso una normativa primaria, come peraltro avvenuto anche nel recente terremoto in Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto". Dunque, conclude il Dipartimento, "la circostanza che la Regione Basilicata e la Regione Calabria non abbiano, al momento, fatto la richiesta della dichiarazione di stato d'emergenza nazionale, é la dimostrazione che si stanno acquisendo tutti gli elementi necessari o per avanzare tale richiesta o per auspicare un intervento normativo al fine di reperire le risorse necessarie per coprire i danni subiti e gli interventi strutturali necessari"

    Sindacati lucani: Attuare piano sismico. - Le segreterie regionali della Basilicata di Cgil, Cisl e Uil, in una nota congiunta, hanno annunciato che continueranno "ad essere impegnati nella richiesta di controlli costanti in materia e chiediamo un tavolo alla Regione Basilicata sull'attuazione del Piano nazionale rischio sismico". Nel comunicato, i rappresentanti sindacali hanno inoltre evidenziato che "il sisma che ha colpito il territorio lucano nell'area del Pollino riporta prepotentemente all'attenzione il problema della prevenzione dei rischi e della necessità di una pianificazione territoriale. L'approccio con il quale bisogna affrontare gli eventi sismici non può e non deve essere solo quello del soccorso: bisogna puntare sulla prevenzione". Secondo i sindacati lucani, "c'é necessità di affrontare con adeguata attenzione agli aspetti economici ed occupazionali, la garanzia della continuità economica e produttiva nel post terremoto (pensiamo alla specifica vocazione turistica dell'area ed alle numerose prenotazioni perdute a causa del sisma), la salvaguardia dei beni culturali. Il territorio deve essere vissuto con speranza e non con paura. Queste considerazioni ci portano a chiedere di confrontarci un'attenzione particolare verso una terra che va adeguatamente 'protetta' evitando rischi per il sistema, economico, sociale, produttivo e turistico".

    Appelli da politica e parti sociali.

    Anci: mantenere alta l'attenzione. "Occorre mantenere molto alta l'attenzione nei riguardi delle esigenze delle popolazioni e delle amministrazioni locali dell'area interessata dal terremoto e dal continuo sciame sismico del Pollino". Lo hanno detto, in una dichiarazione congiunta, i presidenti Anci della Basilicata e della Calabria, Vito Santarsiero e Salvatore Perugini. "Accanto alla necessità di definire un vero e proprio piano di adeguamento antisismico degli immobili dell'area - hanno proseguito - si pone un tema legato alle esigenze delle popolazioni e al sostegno da doversi dare ai Comuni interessati in termini di risorse, professionalità e dotazione di strutture della Protezione civile. Nel prossimo Ufficio di Presidenza dell'Anci - hanno concluso Santarsiero e Perugini - sarà affrontata la questione al fine di favorire, al pari di quanto già successo in Emilia Romagna, forme di solidarietà e adozione tra Comuni per un concreto sostegno ai sindaci rispetto alle molteplici problematiche che si trovano ad affrontare".

    Scopelliti: siamo allo sbando. "Siamo preoccupati perché la mancata dichiarazione da parte del Governo dello stato di emergenza, che è un elemento fondamentale per affrontare complessivamente la situazione, ci lascia un po' allo sbando". Lo ha detto il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, intervenendo ad Unomattina sulla situazione provocata dal terremoto nel Pollino. "E' importante allora - ha aggiunto Scopelliti - un impegno diretto del Governo con la costituzione di un Tavolo tecnico nell'ambito del quale individuare un percorso che consenta di mettere in sicurezza tutti quei siti pubblici e privati danneggiati dal sisma in modo da dare garanzie ai cittadini e restituire loro una vita normale. La Calabria intera è una regione ad alto rischio sismico. Occorre dunque programmare e pianificare gli interventi necessari per mettere in sicurezza l'intera regione. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, ma vogliamo discutere col Governo e i ministeri competenti dell'attuazione degli interventi necessari per dare serenità ed un futuro alle famiglie colpite dal sisma perché resta uno stato di emergenza in merito al quale occorre dare una risposta forte e concreta". Secondo Scopelliti, "al di là dell'intervento immediato e della tempestività con cui è stato attuato, grazie ad un meccanismo regionale e locale la cui efficienza è stata riconosciuta dal Capo della Protezione civile, Gabrielli, rimangono due aspetti importanti da definire: come gestire la fase emergenziale determinata dal fatto che c'é un terzo degli edifici di Mormanno che non sono agibili e come gestire anche la fase della pianificazione, con risorse e certezze, degli interventi per mettere in sicurezza tutto il territorio calabrese. E per questo è indispensabile l'azione del Governo centrale". Alla trasmissione è intervenuto anche il giornalista Piero Sansonetti, direttore del quotidiano Calabria Ora, secondo il quale "la mancata dichiarazione da parte del Governo dello stato di calamità è uno schiaffo alla Calabria, alla quale non si vuole dare nulla solo perché è la Calabria. In realtà c'é un 'anticalabresismo' che è fortissimo in questo Paese"

    Guccione scrive a Bersani: Non è terremoto di serie B. "Quale primo firmatario della mozione Calabria ti chiedo un impegno concreto, tempestivo e determinato affinché si possano riaccendere i riflettori sulla grave situazione provocata dal terremoto sul Pollino". Lo afferma il consigliere regionale Carlo Guccione in una lettera inviata al segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. "Occorre soprattutto - aggiunge - reperire i mezzi e le risorse necessarie per far uscire le popolazioni dall'emergenza e garantire loro la possibilità di poter rientrare al più presto nelle loro case, poter riparare le infrastrutture pubbliche e private colpite e danneggiate dal sisma, riaprire l'ospedale e ritornare a vivere una vita normale. Da oltre due anni l'area del Pollino è stata ininterrottamente interessata da uno sciame sismico che finora ha fatto registrare oltre 2.000 scosse. La scossa del 26 ottobre, in particolare, ha provocato ingenti danni alle abitazioni civili, alle infrastrutture pubbliche, ai luoghi di culto ed ha portato addirittura alla chiusura e all'evacuazione dell'ospedale di Mormanno". "Il Governo nazionale, ad oggi - afferma ancora Guccione - non ha ritenuto opportuno dichiarare lo Stato di calamità non solo per affrontare l'emergenza, ma per programmare il futuro. Questo atteggiamento conferma, per l'ennesima volta, che la nostra regione e il suo governo di centrodestra non hanno alcun peso e nessuna capacità ad instaurare un'interlocuzione positiva con il Governo nazionale. C'é il rischio che anche i terremoti in Italia possano essere classificati in terremoti di serie A e di serie B. Nonostante il grande senso di responsabilità delle popolazioni, la situazione si è fatta ancor più grave e delicata con l'arrivo del maltempo che ha provocato nuovi e pesanti disagi in un territorio già fortemente interessato dal grave fenomeno del dissesto idrogeologico. Attualmente il 40% delle abitazioni civili presenta gravi lesioni ed è stato dichiarato inagibile. I cittadini, a distanza di una settimana dall'evento sismico, continuano a trascorrere le notti all'interno di auto e ricoveri di fortuna, anche perché l'attività sismica non si è mai interrotta".

    CGIL: Governo sottovaluta situazione. "E' in atto una gravissima sottovalutazione dello stato in cui versano le popolazioni dei comuni del Pollino colpiti dal terremoto". E' l'allarme lanciato oggi - secondo quanto reso noto dall'ufficio stampa - dal segretario confederale della Cgil, Vincenzo Scudiere, nel corso del Comitato direttivo dell'organizzazione sindacale lucana. "Le popolazioni di quei territori colpiti - ha aggiunto - vivono una sorta di senso di abbandono che va assolutamente contrastato. Il Governo deve tenere alta la guardia offrendo loro tutte le rassicurazioni necessarié"
    "Sosteniamo con forza la vibrata protesta e la preoccupazione del sindaco di Mormanno Guglielmo Armentano e di tutti i sindaci del territorio circa l'atteggiamento di sottovalutazione da parte del Governo centrale dell'evento sismico e di quanto sta avvenendo in queste ore nel territorio del Pollino che è interessato anche da forti piogge che ne mettono a repentaglio anche l'assetto idrogeologico". E' quanto afferma, in una nota, Angelo Sposato, segretario generale della Cgil Pollino-Sibaritide-Tirreno. "Le famiglie sfollate - prosegue - aumentano di giorno in giorno così come le ordinanze di sgombero e risulta evidente che i danni emergenti sono maggiori e devastanti di quanto apparso nelle prime ore, con interi quartieri da evacuare. C'é una sottovalutazione dell'evento che rischia di abbandonare al loro destino le popolazioni colpite, lasciando ai soli sindaci la gestione dell'emergenza. La Cgil territoriale ritiene urgente provvedere con immediatezza ad un piano generale per la messa in sicurezza del territorio colpito con investimenti pubblici ordinari e straordinari, delle strutture pubbliche e private a partire dall'ospedale di Mormanno che rappresenta l'unico presidio sanitario pubblico di eccellenza e che dovrà essere capace di garantire la continuità assistenziale, e su ciò va dato merito alla direzione generale dell' Asp di Cosenza di aver determinato le condizioni per dare continuità al servizio sanitario, rendendo la struttura ospedaliera punto di supporto anche di emergenza della crisi". "La Cgil territoriale - dice ancora Sposato - ritiene doveroso intraprendere ogni iniziativa utile, anche eclatante a sostegno delle popolazioni e dei Sindaci perché il Governo assuma le proprie responsabilità e per evitare di abbandonare al proprio destino i Cittadini e le aree colpite dal terremoto. Il Governo centrale non può trattare i cittadini del Pollino come cittadini di serie B e bene hanno fatto i parlamentari italiani ed Europei a richiamare alle proprie responsabilità l'esecutivo. Se nei prossimi giorni non ci saranno sviluppi saremo a fianco dei sindaci per rivendicare la dignità delle nostre popolazioni e del nostro territorio con ogni strumento democratico"

    CISL a sostegno richiesta stato Emergenza. "La Cisl calabrese sostiene la richiesta di dichiarazione dello stato di emergenza per l'area interessata dal terremoto e, al contempo, è impegnata con le proprie strutture presenti sul territorio a fornire ogni genere di aiuto e assistenza ai cittadini, ai lavoratori, ai pensionati". E' quanto si afferma in un comunicato diffuso a conclusione del comitato esecutivo del sindacato, riunitosi a Lamezia Terme. Il segretario generale Paolo Tramonti, in avvio dei lavori, ha trattato le principali questioni di carattere politico-sindacale della regione. "Una regione, la nostra, - ha affermato - già provata da una condizione a livello economico e sociale estremamente grave come attestato dagli alti indici di disoccupazione, inoccupazione, precariato, povertà e che necessita pertanto di interventi specifici e strutturali sulla fiscalità di vantaggio, sulle infrastrutture, sui trasporti, sull'ambiente, sulle politiche industriali, credito, lavoro, politiche sociali, utilizzo delle risorse comunitarie. Tutti temi peraltro alla base della grande manifestazione unitaria svoltasi il 13 Ottobre a Catanzaro per rivendicare una nuova stagione di crescita e di sviluppo per la Calabria". "In questa direzione, così come più volte rivendicato, non é rinviabile - ha proseguito Tramonti - l'attivazione a livello nazionale di uno specifico Tavolo Calabria mirato a superare le criticità esistenti e a favorire la piena integrazione della nostra regione nel sistema Paese. Né tantomeno possono essere considerati esaustivi gli interventi previsti nel Piano di Azione/Coesione varato dal Ministro Barca che, per quanto positivi, rischiano di essere inefficaci se non inquadrati in un organico modello di sviluppo in grado di rilanciare la nostra regione nel sistema produttivo nazionale ed internazionale. Sul fronte regionale, in considerazione delle tante emergenze sociali presenti rappresentate drammaticamente dalle continue manifestazioni di protesta di questi giorni, è necessario che il Governo regionale apra ad una fase di vera concertazione che porti al superamento dell'attuale fase di difficoltà".

    Corbelli "Un crimine non assegnare stato d'emergenza". "La mancata dichiarazione, da parte del Governo, dello stato di emergenza in Calabria per il terremoto e il continuo sciame sismico che va avanti ininterrottamente da oltre due anni è non solo un'offesa e una discriminazione, ma un crimine contro la popolazione del Pollino, contro una intera regione e tutta la sua comunità". Lo afferma, in una nota, il leader del Movimento Ditti Civili, Franco Corbelli. "Per dichiarare lo stato di emergenza e di calamità - aggiunge - si aspetta solo che Mormanno e gli altri paesi del Pollino interessati da questi continui terremoti vengano sepolti da un sisma devastante. Tutto ciò non è solo profondamente ingiusto e inaccettabile ma è un atteggiamento irresponsabile e criminale, un crimine contro la popolazione del Pollino perché viola i principi elementari di giustizia e di umanità". Corbelli, "come calabrese", ringrazia il Presidente della Repubblica e il Papa "che hanno espresso solidarietà e vicinanza - afferma - alle popolazioni colpite, dimostrando in questo modo più attenzione e maggiore sensibilità di un governo che guarda e tratta la Calabria in modo discriminatorio e sprezzante. Mi chiedo perché se una calamità si verifica in altre regioni del centro e del nord, il Governo giustamente interviene prontamente con la concessione di tutti gli aiuti e i benefici di legge previsti, mentre se l'evento sismico si verifica in Calabria i diritti vengono di fatto sospesi, negati e cancellati. E' questo l'aspetto più grave, ingiustificato e inaccettabile". "La Calabria viene trattata da questo Governo, dei tecnici e dei poteri forti, così come del resto anche dagli esecutivi precedenti - conclude Corbelli - alla stregua di una colonia e i suoi abitanti come dei sudditi, se non addirittura degli schiavi. Un fatto vergognoso, indegno di un Paese civile".

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