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    Strage Rossano: cancello aperto, impatto al buio. La mattanza degli stagionali

     

     

    Strage Rossano: cancello aperto, impatto al buio. La mattanza degli stagionali

    25 nov 12 All'indomani dell'incidente ferroviario avvenuto in Calabria, che ha determinato la morte di sei operai romeni - tre uomini e tre donne - i carabinieri hanno chiarito la dinamica del fatto e si apprestano a inviare una relazione alla Procura della Repubblica, che ha avviato un'inchiesta per disastro ferroviario e omicidio colposo plurimo. I militari hanno accertato che intorno alle 17.15 di ieri, quando era già buio, i sei operai romeni hanno concluso il loro lavoro nei campi e sono saliti a bordo di una Fiat Doblò per rientrare nei rispettivi alloggi. Hanno percorso un tratto breve di una strada interpoderale - che va dalle campagne fino alla statale 106 Jonica - e sono arrivati alla ferrovia, che taglia perpendicolarmente la strada. L'attraversamento della sede ferroviaria, in un tratto rettilineo, è "regolato" da due cancelli, la cui gestione è affidata a privati mediante una convenzione stipulata con le Ferrovie dello Stato. Il primo cancello, dal lato delle campagne, era aperto; il secondo, dal lato della statale Jonica, era chiuso con tre lucchetti, tanti quanti sono i proprietari dei fondi che si servono della strada interpoderale per raggiungere i loro terreni. Ai lucchetti è applicato un dispositivo, per cui, aprendone uno solo, si sbloccano anche gli altri due. E' stato un altro romeno - non coinvolto direttamente nell'incidente e che pare non fosse a bordo del Doblò - ad aprire il cancello: la chiave di uno dei lucchetti gli sarebbe stata data qualche tempo fa dal proprietario terriero per il quale lavora. Il conducente del veicolo ha cominciato l'attraversamento della sede ferroviaria, senza avvedersi, forse proprio per il buio, del sopraggiungere del treno regionale 3753, che era partito qualche minuto prima da Rossano e avrebbe fatto la successiva fermata nella stazione di Mirto Crosia. L'impatto è stato violento e non ha lasciato scampo agli occupanti del veicolo, che sono morti sul colpo. All'arrivo dei soccorritori, il treno aveva le luci posteriori di colore rosso accese (sono quelle che indicano la "coda" del convoglio), mentre non è stato possibile stabilire, a causa dei danni subiti nell'impatto, se anche le luci anteriori (che devono essere di colore bianco) fossero accese.

    Procurtore: Non ci sono indagati. "Smentisco che siano indagati nell'inchiesta sulla morte dei sei romeni nell'incidente di Rossano". Lo ha detto il Procuratore della Repubblica di Rossano, Leonardo Leone De Castris, facendo riferimento a notizie circolate nelle ultime ore. "Per prendere le nostre decisioni - ha aggiunto - attendiamo l'esito degli accertamenti investigativi che abbiamo delegato ai carabinieri".

    Vescovo Rossano "Stagionali in condizioni disumane": La morte di sei braccianti romeni travolti ieri da un treno in Calabria "é stato un tragico incidente", ha detto oggi l'Arcivescovo di Rossano-Cariati mons. Santo Marcianò, "ma il nostro pensiero non può non andare alle condizioni disumane in cui, troppo spesso, tanti stranieri ospiti della nostra terra si trovano a vivere e a lavorare, e che mettono in serio pericolo il loro equilibrio, la salute e la loro stessa vita". Il presule, preannunciando una liturgia in ricordo delle vittime assieme alla comunità Ortodossa Rumena, "la cui data sarà stabilita dopo la consegna delle salme da parte dell' autorità giudiziaria", invita tutta la comunità locale a pregare "perché eventi del genere non abbiano ancora a ripetersi". Lancia poi un appello ai datori di lavoro, chiedendo loro "di non piegarsi più alla logica della disonestà e dello sfruttamento, che porta a ridurre esseri umani a condizioni di moderna schiavitù". Alle Istituzioni, poi, chiede di "vigilare attentamente affinché venga rispettata la legalità anche in questo campo e, al contempo - com'è loro compito inderogabile -, di farsi carico della dignità e delle sorti di tutti i cittadini, soprattutto gli indigenti, gli stranieri e i più disagiati". "E vorremmo chiedere a tutti i cittadini - conclude l'arcivescovo - di difendere con convinzione la giustizia e la stessa dignità di questa nostra terra, denunciando con forza ogni irregolarità di cui siano a conoscenza e, non ultimo, aprendo le porte, la mente e il cuore all'accoglienza, alla condivisione e alla solidarietà, semi di speranza e di pace per costruire il presente e il futuro di una società veramente umana"

    La mattanza degli stagionali. Non è una nuova Rosarno, ma è una storia ugualmente intrisa di disumanità e tristezza quella che riguarda i tanti lavoratori stranieri, soprattutto romeni, bulgari e polacchi, che nella Piana di Sibari vengono impiegati in questo periodo nella raccolta delle clementine, prodotto agricolo che è una delle ricchezze di quest'area della Calabria. Una comunità che ha pagato un prezzo altissimo ieri con la morte dei sei romeni che a Rossano, al ritorno dai campi in cui avevano lavorato, viaggiavano sul furgone che è stato investito da un treno. I lavoratori stranieri che vivono nella Piana di Sibari sono un migliaio, anche se manca una stima precisa, lavorano 12 ore al giorno per 15 euro e vivono anche in 20, in condizioni molto precarie, in alloggi piccoli e malsani, pagando cento euro al mese per un posto letto. Una condizione di vera e propria sopravvivenza con i pericoli sociali che ne derivano perché è sempre in agguato il rischio di una ribellione da parte di queste persone contro chi li sfrutta in maniera crudele solo per il proprio tornaconto economico. Quella degli stranieri nella Piana di Sibari, tra l'altro, è una comunità che, nei tempi di crisi in cui viviamo, si fa di giorno in giorno sempre più numerosa malgrado il lavoro sia sempre meno e le condizioni economiche sempre più svantaggiose, con le paghe che si riducono a causa delle attuali difficoltà nello smercio degli agrumi. Gli stranieri che vivono nella Piana di Sibari hanno una grande forza di volontà e si arrangiano come possono per tirare avanti. E così, per avere la possibilità di mangiare un pasto caldo, si rivolgono alla mensa diocesana di Rossano, dove trovano conforto ed accoglienza generosa. Non tutti, tra l'altro, possono permettersi un alloggio. E così la sera, dopo la dura giornata di lavoro, sono in molti a dormire in baracche e alloggi di fortuna o sulle panchine, coperti con un cartone. Una vera e propria emergenza sociale che in molti, ipocritamente, fanno finta di non vedere ma che rischia di esplodere da un momento all'altro. In questo periodo di raccolta delle clementine, tra l'altro, gli orari di lavoro raddoppiano, anche se la paga resta la stessa. Gli stranieri sono però costretti ad accettare le condizioni di lavoro che gli vengono imposte perché se non lo fanno rischiano di essere cacciati via. E per l'intera giornata riescono a nutrirsi soltanto di un panino o, nel peggiore dei casi, di una parte degli stessi agrumi che riescono a nascondere. Con la paura di essere scoperti e allontanati. Nella mensa diocesana qualcuno si lascia andare a lunghi racconti, parlando delle mogli e dei bambini rimasti a casa e che non vedono da mesi perché tornare in Romania costa troppo. Un ritorno che, per i sei morti nell'incidente, avverrà solo per i funerali.

    Ass. Fedele "Verificare sicurezza". L'assessore ai Trasporti della Regione Calabria, Luigi Fedele, informa una nota dell'Ufficio stampa della Giunta, oltre a "ribadire il più profondo cordoglio per la tragica scomparsa dei sei lavoratori coinvolti nel drammatico evento di Rossano", ha chiesto al Governo ed alle Ferrovie dello Stato "una puntuale verifica delle complessive condizioni di sicurezza delle linee ferroviarie calabresi. "La richiesta - ha detto Fedele - si basa sulla più generale constatazione che la sicurezza e la vulnerabilità della rete. E' stata più volte messa in crisi negli anni recenti. Bisogna sicuramente partire con l'accertamento dell' effettiva numerosità e pericolosità dei passaggi a livello sulla rete ferroviaria regionale, e conseguentemente sarà preteso un programma di soppressione degli stessi. Questo programma dovrebbe essere immediatamente avviato almeno per le situazioni più rischiose e per quelle in cui si creano pesanti intralci alla viabilità". Secondo Fedele, "occorre, inoltre, verificare nel complesso la vulnerabilità della rete, visto che le criticità sono sotto gli occhi di tutti. Infatti, da oltre un anno, è interrotta la tratta fra Lamezia Terme Centrale e Catanzaro Lido a causa di un evento alluvionale che ha provocato il cedimento di un ponte ed il conseguente deragliamento di un convoglio ferroviario che avrebbe potuto comportare la perdita di molte vite umane. Ed ancora, soltanto tre anni fa, una frana ha interessato la linea tirrenica in prossimità di Mileto, paralizzando per mesi il sistema dei trasporti calabrese e del sud Italia". "Gli interventi di messa in sicurezza - ha concluso l'assessore Fedele - devono essere immediatamente avviati, perché la situazione di rischio idrogeologico in Calabria è ben nota a tutti e non si potrebbero ritenere una sorpresa altri eventi che potrebbero interessare la rete nella stagione invernale".

    Loiero: Tragedia inaccettabile. "La morte di sei lavoratori braccianti romeni a Rossano è una tragedia inaccettabile ed ingiusta che colpisce un intero territorio". Lo ha detto Agazio Loiero, leader di Autonomia e Diritti, federata con l'Mpa, ed ex presidente della Regione Calabria. "In questo triste momento - ha aggiunto - la mia solidarietà e vicinanza va alle famiglie di queste persone, che vengono nella nostra Regione da lontano solo per lavorare".

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