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    Strage Villapiana, è giallo, s'indaga tra i parenti. Paese sconvolto

     

     

    Strage Villapiana, è giallo, s'indaga tra i parenti. Paese sconvolto

    28 apr 12 E' ancora avvolto nel mistero il duplice omicidio di Vincenzo Genovese, di 67 anni, di sua figlia Rosa, di 26, ed il ferimento della moglie, Domenica Ruggiano, di 54, avvenuto ieri a Villapiana, ma le indagini sembrano essere state indirizzate verso l'ambito familiare. La Procura di Castrovillari ed i carabinieri mantengono uno stretto riserbo, continuando a ripetere che nessuna ipotesi viene esclusa. Ma la ricostruzione del duplice omicidio, così come è stata raccontata da Domenica Ruggiano e da come comincia a emergere anche dagli accertamenti, sembra portare proprio in direzione dell'ambito familiare. Chi ha sparato, infatti, doveva necessariamente sapere che Vincenzo Genovese possedeva un fucile da caccia e dove lo teneva custodito. Inoltre doveva avere una certa confidenza con la famiglia che gli consentisse di entrare nella loro abitazione senza problemi. Solo se è vero questo, sembra essere l'ipotesi degli investigatori, l'assassino può essere entrato, avere preso il fucile, avere ucciso e poi, dopo avere abbandonato l'arma, essere fuggito indisturbato. Per cercare di dare una risposta a quello che è ancora un'enigma, la Procura di Castrovillari ha disposto l'esame dello stub sui cadaveri di Genovese e della figlia, e sulla moglie. Inoltre sono state disposte perizie tecniche sull'arma, trovata nel corridoio della spartana abitazione della famiglia sul quale si affacciano le camere da letto, alla ricerca di impronte digitali e di ogni altra traccia che potrebbe risultare utile. Al riguardo, un contributo potrebbe venire dalla macchia di sangue rinvenuta sul fucile. Sapere di chi sono quelle tracce ematiche potrebbe risultare decisivo. L'assassino ha sparato, da distanza ravvicinata, due colpi di fucile ciascuno contro padre e figlia ed uno contro la donna. Rosa, probabilmente, è stata ferita ad una gamba mentre era a letto. Ha cercato di fuggire, ma è stata raggiunta da un'altra fucilata alla schiena mentre era quasi arrivata alla porta dell'ingresso. Il padre, invece, è stato centrato al torace e all'ascella mentre era in giardino. La moglie è stata ferita mentre era nell'ingresso. Il fucile è stato trovato a metà strada tra il corpo di rosa ed il letto su cui si era adagiata la madre. I carabinieri per tutta la notte hanno sentito i familiari della vittime: la seconda figlia con il marito, il fidanzato di Rosa ed anche alcuni conoscenti. Dagli interrogatori è emerso un quadro familiare conflittuale, con frequenti litigi. Ma chi veramente potrebbe dare una svolta alle indagini è Domenica Ruggiero. Lei ha indicato l'autore in un misterioso individuo. Il suo racconto, però, ha sollevato più di una perplessità negli investigatori. La donna, dopo essere stata operata per la riduzione di una frattura all'anca provocata dal colpo di fucile, è sotto choc e non può essere interrogata. Agli investigatori dovrà chiarire alcuni particolari. A cominciare dal comportamento tenuto dopo il duplice omicidio, avvenuto, come hanno accertato anche le indagini, ieri mattina verso le 10 ma scoperto casualmente verso le 20 perché un passante ha notato il corpo di Genovese. Domenica Ruggiero ha detto di essere stata ferita e di essere andata a letto. Ma perché, si chiedono gli investigatori, non ha dato l'allarme nonostante in casa siano stati trovati alcuni telefoni cellulari? Una domanda al momento senza risposta.

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    Paese sconvolto: Un paese esterrefatto, incredulo e soprattutto sconvolto. Così si presentava stamani Villapiana, il paese della costa ionica cosentina, teatro del duplice omicidio di Vincenzo Genovese e di sua figlia Rosa e del ferimento della moglie di Genovese, Domenica Ruggiano. Un duplice omicidio consumato in aperta campagna, a ridosso della provinciale che collega Villapiana Scalo a Villapiana paese, in contrada Ficara del Rosario. Chi percorre il vecchio tracciato della statale 106 e transita per Torre Cerchiara o per Villapiana Lido non può non accorgersi che qualcosa di drammatico è successo. Ad ogni angolo di strada ci sono persone che parlano sottovoce, con un giornale tra le mani. "E' una brutta storia. Oggi - dice affranto il sindaco di Villapiana Roberto Rizzuto - non è una bella giornata. La città è sgomenta, atterrita. E' difficile fare analisi in un momento come questo anche perché ancora non si conosce l'esatta dinamica di quanto accaduto". Rizzuto conosceva abbastanza bene i Genovese. "Era una famiglia tranquilla - dice - e di grandi lavoratori. Ma di fronte a questa tragedia immane, non possiamo che fare silenzio. L'unica cosa che mi sento di esprimere è la totale solidarietà e la piena vicinanza, mia e di tutta la comunità, ai familiari. Nutro piena fiducia nell'operato delle forze dell'ordine e della magistratura che sicuramente faranno luce su quanto successo". Un fatto di sangue che nessuno riesce a spiegarsi. Due signore davanti a un negozio commentano l'accaduto. "E' stata una cosa - dice una di loro - che ci ha lasciato senza parole. Ci conosciamo tutti. Ci toccano i fatti nazionali, figuriamoci quelli che accadono accanto alle nostre abitazioni. Qui non abbiamo mai registrato episodi criminali eclatanti. Non siamo abituati a essere protagonisti in negativo sui telegiornali e sui giornali nazionali. Ci auguriamo che si possa fare piena luce al più presto". L'altra donna, con le lacrime agli occhi, confida che il fatto di ieri l'ha riportata con la mente a quanto successe, sempre a Villapiana, il 15 dicembre 2007. Quel giorno Gianluca De Marco uccise a coltellate la moglie Maddalena Agrelli e sua figlia Jennifer, di soli quattro anni. "Ho cercato di non ricordare - dice la signora - ma Maddalena era una mia amica. Conoscevo anche la bimba. Questa mattina quando ho aperto il giornale e ho visto che c'era un articolo che rievocava quanto successo non ho avuto la forza di leggerlo. La ferita, a distanza di cinque anni ancora non si è rimarginata". Per la comunità di Villapiana questa ulteriore ferita sarà ancora più difficile da rimarginare, almeno fino a quando non si conoscerà con esattezza cosa è successo nell'abitazione della famiglia Genovese.

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