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    Arresto Pesce: Cicciu u testuni, impalmato boss dal padre con una lettera

     

     

    Arresto Pesce: Cicciu u testuni, impalmato boss dal padre con una lettera

    10 ago 11 Il ruolo di capo indiscusso della cosca di 'ndrangheta ricoperto da Francesco Pesce e' stato suggellato dal padre, Antonino Pesce, in una lettera indirizzata alla madre del boss arrestato ieri a Rosarno. Nella missiva l'anziano capostipite della cosca, ormai detenuto da diversi anni, raccomandava alla moglie di dire ai suoi fratelli di lasciare tranquillo e rispettare le decisioni di Francesco in quanto questi avrebbe pensato a "tutta la famiglia". Francesco Pesce, inoltre, come emerso dall'operazione 'All Clean', compiuta dai carabinieri e dai militari della Guardia di Finanza, che ha portato al sequestro di beni per un valore di 200 milioni di euro, rappresentava anche il volto imprenditoriale della propria cosca.

    Pignatone "Pesce reggente della cosca". "Francesco Pesce è il reggente della cosca, colui che teneva la cassa, il regista operativo che contava su una ampia rete di collegamenti esterni. Per lui c'é una richiesta di condanna a 20 anni di reclusione avanzata dal pubblico ministero Gerreti". Lo ha detto il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, nel corso della conferenza stampa durante la quale sono stati illustrati i particolari dell'arresto di Francesco Pesce. Pignatone che ha fatto poi un bilancio dell'attività investigativa di questi anni che hanno portato alla cattura di 50 latitanti ed ha sostenuto che c'é una "nuova generazione di latitanti comprendente Rocco Aquino, per la jonica, Domenico Condello per l'area di Reggio Calabria, Francesco Pesce per la Piana e Cosimo Alvaro nell'area intermedia tra la città di Reggio e la Piana di Gioia Tauro". Il Procuratore Pignatone ha anche ricordato i risultati ottenuti dal Ros a Reggio Calabria, diretto dal Tenente Colonnello Stefano Russo. "Dall'operazione 'Reale' - ha detto Pignatone - che rappresenta uno degli assi strategici di contrasto alla 'ndrangheta e alla zona grigia della citta' e della provincia di Reggio. Poi le indagini riguardanti Giovanni Zumbo ed i suoi ambiti rapporti. L'operazione Crimine, quella sull'Università, quindi l'indagine che ha portato all'arresto ad alla condanna di Santi Zappalà e degli altri candidati alle comunali e provinciali del 2010, e il sequestro dei beni Cuzzola, in collaborazione con la Guardia di Finanza".

    In zona per curare gli interessi. Durante la conferenza stampa il vice comandante del Ros di Roma, Generale Mario Parente, ha evidenziato che "Pesce è stato individuato in una zona molto vicina al suo centro di interesse". L'arresto è stato, secondo quanto ribadito durante la conferenza stampa, il frutto di un metodo investigativo e di una collaborazione tutta interna all'Arma dei Carabineri. Il tenente colonnello Carlo Pieroni del Comando provinciale di Reggio Calabria ha affermato che c'é stata "una sinergia che ci ha consentito di mettere a sistema tutte le articolazioni territoriali dell'Arma. L'attività investigativa si è sviluppata sia in senso classico, con intercettazioni e pedinamenti, ma anche con un pattugliamento ed una pressione costante sul territorio del Comune di Rosarno".

    Ministro Maroni: Duro colpo alle cosche. Il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha telefonato al Comandante generale dei Carabinieri Leonardo Gallitelli,per congratularsi dell'operazione condotta dal comando provinciale e dal Ros di Reggio Calabria che ha portato all'arresto del boss Francesco Pesce. "E' un duro colpo alla 'Ndrangheta e un successo investigativo di altissimo livello - afferma il ministro - conseguito grazie al prezioso lavoro delle forze dell'ordine e della magistratura".

    Ministro La Russa: Grande soddisfazione. Il Ministro della Difesa Ignazio La Russa ha espresso ''grande soddisfazione" per l'arresto del boss Francesco Pesce. In un telegramma inviato al comandante generale dei Carabinieri Leonardo Gallitelli, il ministro sottolinea la "brillante operazione del Ros di Reggio Calabria che, supportato dallo squadrone eliportato Cacciatori di Vibo Valentia, ha portato all'arresto di Francesco Pesce, esponente di primo piano dell'omonima cosca e inserito nell'elenco dei latitanti più pericolosi". "Le esprimo vivo compiacimento che la prego di estendere a tutti i militari dell'Arma che hanno partecipato all'intervento, conclude La Russa - fornendo nuovamente prova di determinazione, professionalità, efficienza nella quotidiana azione di contrasto all'illegalità, infliggendo un altro duro colpo alla criminalità organizzata".

    Scopelliti: straordinario risultato. Il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti - informa una nota dellUfficio Stampa della Giunta regionale - apprezza il lavoro senza soste della Magistratura e delle Forze dell'Ordine che ha portato all'arresto di Francesco Pesce, ennesimo boss assicurato alla giustizia. "Si tratta – ha detto Scopelliti - di un altro straordinario risultato che conferma come lo Stato sia più forte dell'Antistato. Intendo ringraziare tutti gli uomini impegnati in prima linea in questa battaglia di civiltà e ribadire che le Istituzioni saranno sempre dalla loro parte, con la convinzione che il vero cambiamento della Calabria - conclude il Governatore - passi dall'estirpazione della mala pianta della 'ndrangheta attraverso il contrasto, lo sviluppo economico e la cultura".

    Presidente Raffa: Lo Stato è presente. ''La cattura del latitante Francesco Pesce è un'altra dimostrazione della presenza dello Stato in Calabria, dello spirito di abnegazione e della professionalità dei carabinieri del comando provinciale reggino e dei reparti speciali dell'Arma". Lo afferma il Presidente della Provincia di Reggio Calabria Giuseppe Raffa, il quale esprime soddisfazione per l'ennesimo successo delle forze dell'ordine nella lotta alla criminalità organizzata. "L'impegno - aggiunge - degli uomini del colonnello Pasquale Angelosanto è stato coronato da successo con la cattura di un giovane che, nella vita di tutti i giorni, ha preferito la protervia 'ndranghetista allo Stato di diritto con le sue regole che assicurano la civile convivenza. I duri colpi inferti ai clan, non solo con la cattura dei latitanti e le condanne, ma anche con il sequestro e la confisca dei beni avvicinano sempre di piu' il cittadino alle istituzioni democratiche di cui la gente sente sempre di più la presenza".

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    --- Catturato dai ROS il boss Francesco Pesce (Cicciu u Testuni) si nascondeva in un bunker a Rosarno

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