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    Operazione Pettirosso: scoperti 14 bunker, scovati i fiancheggiatori

     

     

    Operazione Pettirosso: scoperti 14 bunker, scovati i fiancheggiatori

    27 lug 10 Container interrati e perfettamente mimetizzati nel sottosuolo nella campagne tra Galateo e Laureana di Borrello. Altri, pronti a diventare nuovi irraggiungibili bunker nei quali i nuovi latitanti della cosca Bellocco di Rosarno avrebbero potuto vivere una lunga e tranquilla latitanza. Sono questi i rivolti dell’Operazione “Pettirosso” illustrati stamani a Reggio Calabria, nel corso di una conferenza stampa nella sede del Comando provinciale dei Carabinieri con il Procuratore capo della Dda reggina Giuseppe Pignatone, il procuratore aggiunto, Michele Prestipino, ed il pm Roberto Di Palma. “E’ un’operazione – ha detto Pignatone – che rappresenta l’epilogo dell’indagine che tra il 2005 ed il 2007 ha portato alla cattura dei latitanti Gregorio e Giuseppe Bellocco e di altri numerosi esponenti della stessa cosca dalla quale è stato possibile raccogliere numerosi elementi di prova a carico di alcuni fiancheggiatori che avevano il compito di gestire dal punto di vista logistico la latitanza dei boss, e curavano le ‘comunicazioni’ dei ricercati con i familiari ed i principali associati”. Prestipino ha poi evidenziato che “le persone arrestate sono perfettamente inserite e funzionali all’organizzazione mafiosa. Per questo nei loro confronti abbiamo contestato il reato di associazione mafiosa e non quello del solo favoreggiamento”. Sono stati individuati, complessivamente 14 bunker, tra container interrati e rifugi abilmente celati all’interno di abitazioni. I container, provenienti sicuramente dal porto di Gioia Tauro venivano prima attrezzati di impianto elettrico ed idraulico, quindi interrati, per diventare rifugi inviolabili per i boss. In uno di questi container era stato catturato Gregorio Bellocco, “sulla cui latitanza – ricordano i carabinieri – era stata costruita una vera e propria leggenda, che aveva ispirato un componimento in dialetto calabrese rinvenuto al momento dell’arresto. Intitolato ‘Cicundatu’ (Circondato), il testo descriveva con dovizia di particolari la rocambolesca fuga di Bellocco, nel dicembre del 2003, da una irruzione dei Carabinieri in un bunker sotterraneo nelle campagne di Anoia, durante la quale era stato arrestato Carmelo Bellocco, cugino di Gregorio. Assieme ai provvedimenti di arresto è stato disposto il sequestro preventivo di beni, consistenti in 13 fabbricati e 67 appezzamenti di terreno agricolo ed edificabile, dell’estensione di circa 14 ettari, del valore complessivo di 10 milioni di euro

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