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    Truffa assegni a vuoto, le indagini

     

     

    Truffa assegni a vuoto, le indagini

    26 lug 10 Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Palmi, si sono protratte dal 2008 fino all’inizio del 2010 ed hanno consentito di far luce su un sodalizio criminale che, con un complesso sistema basato sulla costituzione di una società immobiliare fantasma e sull’emissione di assegni a vuoto o denunciati come smarriti, ha acquisito beni per diverse decine di migliaia di euro. L’attività ha ricostruito le dinamiche interne all’associazione, ruoli ed i rapporti i sodali, analizzando meticolosamente la struttura e le documentazioni contabili e fiscali delle imprese collegate alle persone arrestate. I gravi indizi di colpevolezza sono stati raccolti grazie ad una serie di complessi accertamenti, utilizzando metodi tradizionali di indagine quali servizi di osservazione e pedinamento, analisi e confronto di atti giudiziari, perquisizioni, tracciamento di movimenti di denaro e di assegni, analisi di corposi e complessi documenti finanziari. L’attività investigativa, convenzionalmente denominata “Kappa”, trae le sue origini da una semplice denuncia di smarrimento di un blocchetto di assegni presentata presso la Stazione dei Carabinieri di San Martino di Taurianova da Carmine Chirico, un odierno arrestato, originario di una famiglia coinvolta nella storica “faida di San Martino” tra gli anni ’70 ed ’80. I sospetti dei Carabinieri si sono accentuati quando, poco tempo dopo, proprio un assegno, denunciato smarrito, è invece risultato incassato da una ditta del nord che forniva salumi a supermercati della Piana. Nel frattempo, sempre i Carabinieri, avevano già arrestato Chirico per estorsione nei confronti di due cittadini rumeni. Il quadro iniziale ha portato i Carabinieri a svolgere approfondimenti sulla “Immobiliare Kappa” la s.r.l. di cui Chirico era legale rappresentante e, non senza difficoltà, i militari hanno dimostrato che l’attività della società era completamente inesistente, tanto che la sede legale era stata fittiziamente indicata in una abitazione di Taurianova abbandonata da anni, mentre l’impresa non svolgeva alcuna attività; inoltre gli estratti conto non riportavano movimenti, segno che i conti correnti accesi presso diverse banche erano copertura per poter emettere assegni. L’esame di tutti i procedimenti legati ai diversi assegni ha evidenziato che Carmine Chirico era il fittizio titolare di una società, la “Immobiliare Kappa” srl, che emetteva assegni in bianco, con la sola firma di Chirico ed il timbro della società, i quali venivano ceduti sempre a Consolato Sgarlato e Agostino Cosoleto, i quali a loro volta erano amministratore unico ed impiegato della ditta “Corner Shop” srl di Reggio Calabria, che ha come punto vendita l’importante negozio per la vendita di calzature “Skarpel” situato presso lo svincolo autostradale di Gioia Tauro. Gli assegni venivano poi girati a ignari fornitori per l’acquisto di merci di diversa natura. Quando posti all’incasso, gli assegni risultavano puntualmente scoperti o denunciati come smarriti o rubati. Il giro di assegni è risultato talmente ampio da coinvolgere anche più carnet di assegni di quanti non fossero inizialmente oggetto delle indagini dei Carabinieri. È così emersa anche la figura di Antonio Mucci, risultato essere il trait d’union tra il gruppo ed un supermercato di Gioia Tauro, nella disponibilità del clan Molé, i cui fornitori venivano pagati con le medesime modalità, il quale si era inizialmente occupato di mettere Chirico in contatto con Sgarlato e Cosoleto e che aveva ceduto in uso permanente a Cosoleto la propria Audi A6 Nel ricostruire le dinamiche interne al gruppo, i Carabinieri hanno scoperto che, nella associazione, Cosoleto e Sgarlato ricoprivano i ruoli di vertice, mentre Mucci e Chirico erano esecutori. Lo testimonia il fatto che Chirico, esposto in quanto intestatario dei carnet, si era lamentato con Cosoleto della scarsità dei propri illeciti compensi, in rapporto ai rischi corsi. Nella lite che ne è conseguita, risulta che Cosoleto abbia minacciato con una pistola il Chirico, e poi lo ha colpito con il calcio dell’arma, per indurlo a recedere dalle sue richieste e dalla minacciata intenzione di riferire tutto ai Carabinieri. Fondamentali all’intero contesto investigativo si sono rivelati, altresì, gli approfondimenti di natura economica/finanziaria effettuati dai militari delle Fiamme Gialle di Palmi nei confronti della Immobiliare Kappa s.r.l., che hanno consentito di fare luce su anomale dinamiche nella gestione degli assetti proprietari della società (inizialmente costituita in provincia di Bergamo), risultate strumentali a riconfigurare quest’ultima come mera impresa fittizia apparente “di comodo” per la realizzazione di manovre fraudolente anche di natura fiscale. Sono emerse, difatti, concatenate operazioni di cessione delle relative quote sociali intercorse fra gli iniziali amministratori nonché, in via simulata, fra i medesimi ed Carmine Chirico. Quest’ultimo ha acquisito senza esborso di alcuna somma di denaro ed attraverso un rogito ideologicamente falso, l’intera proprietà della Immobiliare Kappa S.r.l. – divenendone, altresì, amministratore unico – la quale, con delibera all’unanimità adottata nella medesima occasione, è stata altresì trasferita presso la nuova sede di San Martino di Taurianova (RC), in realtà coincidente con un immobile destinato a civile abitazione di soggetti estranei ai fatti. Dalla consultazione della documentazione amministrativo/contabile è emerso che la medesima società, nell’anno di imposta 2007, aveva emesso fatture per operazioni inesistenti – pari ad un valore complessivo di poco inferiore al milione di euro – inerenti a lavori edili e vendite di manufatti nei confronti di altra società. Al riguardo gli elementi di criticità economico/gestionale che inducevano a ritenere fittizi i rapporti commerciali intercorsi con l’impresa di cui sopra, si concretizzavano nella mancata istituzione e presentazione, rispettivamente, delle scritture contabili obbligatorie ai fini IVA, II. DD. ed IRAP e della relativa dichiarazione annuale, l’inesistenza di qualsivoglia struttura amministrativa ed operativa necessaria al normale esercizio dell’attività di impresa – lavori generali costruzioni edifici – l’assenza delle registrazioni nelle uscite di bilancio – acquisti di materie prime, semilavorati, inerti, calcestruzzo, laterizi, carburanti per autotrazione, manutenzione automezzi, personale dipendente, trasferte, progettazione e direzione lavori – ed infine il mancato pagamento delle fatture emesse. Difatti Carmine Chirico, sin dal momento del subentro nella S.r.l., è risultato inottemperante a tutti gli adempimenti fiscali normativamente previsti, nonché reo di aver occultato le scritture contabili pur in presenza di un volume d’affari conseguito nel 2007 pari ad 838.072 euro, dei quali ben 809.533 euro relativi agli inesistenti lavori edili fatturati in favore di altra società.

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