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    Il marocchino aveva la patente che gli e' stata ritirata di nuovo

     

     

    Il marocchino aveva la patente che gli e' stata ritirata di nuovo. Soldiarieta' della comunita' marocchina alle vittime

    06 dic 10 Aveva la patente Chafik Elketani, di 21 anni, il marocchino che ieri mattina, alla guida di una Mercedes ha travolto ed ucciso a Lamezia Terme sette ciclisti e ne ha feriti altri tre. Ieri era stato riferito che il giovane non aveva la patente perché ritirata. In realtà la patente gli era stata sospesa sette mesi fa per un sorpasso in curva, ma poi gli era stata restituita. L'equivoco, secondo quanto è stato detto oggi dagli inquirenti, è nato per il fatto che Elketani non aveva materialmente con sé il documento che è stato trovato, poi, dai vigili urbani di Lamezia Terme a casa di una sorella, a Gizzeria, dove anche il giovane vive e lavora come commerciante all'ingrosso. La patente ovviamente gli è stata ritirata nuovamente ieri, dopo la strage dei ciclisti. Elketani, che si trova nel reparto di detenzione dell'ospedale di Catanzaro con l'accusa di omicidio colposo plurimo aggravato dall'uso di sostanze stupefacenti, ieri sera, é stato sentito dai magistrati della Procura di Lamezia ed ha cercato di giustificarsi per quello che è accaduto. "Quando ho visto i ciclisti - ha detto agli inquirenti - ho frenato ma ho perso il controllo dell'auto che è sbandata perché l'asfalto era bagnato". Il giovane, apparso ancora sotto choc, ha anche riferito di non essersi reso conto pienamente delle conseguenze del suo gesto. Stamani la Procura invierà gli atti sulla vicenda al gip che dovrebbe fissare l'udienza di convalida dell'arresto tra domani e dopodomani.

    Intanto restano molto gravi, anche se stazionarie, le condizioni di Domenico Strangis, uno dei tre ciclisti rimasti feriti ieri mattina a Lamezia Terme dopo essere stati investiti da un'auto che ha ucciso sette loro compagni. Strangis, che è il più grave dei feriti, è ricoverato nel reparto di rianimazione dell'ospedale di Cosenza. La Procura di Lamezia Terme, intanto, ha disposto di non fare eseguire le autopsie sui corpi dei sette ciclisti in considerazione del fatto che sulla dinamica dell'incidente non ci sono dubbi. Già in mattinata gli esami dovrebbero essere ultimati e i funerali potrebbero svolgersi domani.

    Solidarieta' della comunita' marocchina. La comunità marocchina di Lamezia Terme è in lutto, dopo che un loro connazionale alla guida di una Mercedes ha travolto ed ucciso ieri sette ciclisti, ferendone altri tre. "Siamo dalla parte delle vittime e dei loro familiari - ha detto alle agenzie di stampa un rappresentante del locale Centro islamico, Hassan Qablaoui - e per dimostrarlo oggi abbiamo chiuso i nostri negozi e le nostre attività". A Lamezia, come riferisce Qablaoui, vivono oltre mille marocchini, perlopiù attivi nel commercio e ben integrati. "Tra poco avremo un incontro con la Digos - ha aggiunto - per valutare l'opportunità di una nostra presenza ai funerali". "Stiamo tutti male - ha detto ancora Qablaoui - e crediamo che l'investitore debba pagare per quello che ha fatto, ma vogliamo anche prevenire un offuscamento dell'immagine dell'intera comunità. Non siamo tutti così"

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