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    Bomba davanti l'abitazione del PG di Reggio Di Landro

     

     

    Bomba davanti l'abitazione del PG di Reggio Di Landro

    26 ago 10 Una bomba è stata collocata e fatta esplodere questa notte poco prima delle 2 a Reggio Calabria davanti al portone di uno stabile dove è ubicata anche la casa del procuratore generale della Corte d’Appello, Salvatore di Landro. La deflagrazione, oltre a divellere il portone, ha mandato in frantumi i vetri di molti appartamenti dello stabile. L’abitazione del procuratore Di Landro si trova in Via Rosselli, nei pressi del parco Caserta della città dello stretto. I rilievi sono stati compiuti dall’artificiere del 12o Reparto Mobile e dagli specialisti del Gabinetto regionale di Polizia scientifica

    Di Landro "Contro di me tensione malevola". "Contro di me, a partire dall'attentato a gennaio contro la Procura generale, c'e' stata una tensione malevola e delittuosa crescente, da parte della criminalita' organizzata, che si e' personalizzata". Lo ha detto all'ANSA il Procuratore generale di Reggio Calabria, Salvatore Di Landro, facendo riferimento alla bomba fatta esplodere la scorsa notte contro la sua abitazione. "Vogliono farmela pagare, evidentemente - ha aggiunto di Landro - per il fatto che ho sempre ed in ogni circostanza fatto il mio dovere di magistrato". ''Dall'attentato del tre gennaio - ha aggiunto Di Landro - l'attenzione negativa nei miei confronti e' aumentata sempre piu' fino all'attentato della scorsa notte, che rappresenta il culmine di questa strategia''. 'Evidentemente - ha detto ancora Di Landro - a qualcuno non sta bene che io abbia sempre agito senza infingimenti e sulla base di quella che ritenevo essere la verita', rispettandola fino in fondo''. ''Sono sempre stato in buona fede - ha aggiunto il magistrato - e ho sempre agito col massimo scrupolo, pur comprendendo che posso sbagliare anch'io, come tutti, ma sempre in buona fede. Una linea di condotta che ha sempre caratterizzato la mia gestione della Procura generale di Reggio Calabria, di cui ho assunto la guida nel novembre del 2009''. Di Landro ha detto di essere ''grato a quanti, soprattutto colleghi, mi stanno chiamando per esprimermi la loro solidarieta'. Il mio cellulare ed il mio telefono di casa, da quando si e' diffusa la notizia, non smettono un attimo di squillare''.

    A gennaio l'attentato alla Procura generale. L'attentato fatto la scorsa notte contro l'abitazione del procuratore generale di Reggio Calabria, Salvatore Di Landro, segue quello del 3 gennaio scorso contro la sede della Procura generale reggina. In quell'occasione due persone, giunte sul posto a bordo di una moto, fecero esplodere davanti al portone dell'ufficio un ordigno di medio potenziale. Successivamente ci sono state una serie di intimidazioni ai danni di magistrati di Reggio Calabria nell'ambito di una strategia messa in atto dalla criminalita', secondo l'interpretazione che ne' e' stata data a livello investigativo e giudiziario, per delegittimarne l'operato. Buste con proiettili e minacce di morte sono state inviate, tra l'altro, al Procuratore della Repubblica, Giuseppe Pignatone, ed ai pm della Procura reggina Vincenzo Lombardo e Antonio De Bernardo. La bomba contro la Procura generale di Reggio Calabria e le minacce ai magistrati indussero il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a compiere, nel gennaio scorso, una visita in citta' per esprimere la sua solidarieta' e vicinanza ai magistrati. Il giorno della visita del Capo dello Stato, quando Napolitano comunque aveva gia' lasciato la citta', fu trovata un'automobile, lasciata lungo il percorso seguito dal corteo presidenziale, contenente un consistente quantitativo di armi. La situazione richiamo' anche l'attenzione del Governo, tanto che il 28 gennaio a Reggio Calabria ci fu una riunione del Consiglio dei Ministri, presieduta da Silvio Berlusconi, nel corso della quale fu approvato un piano straordinario per la lotta contro le mafie.

    A giugno sabotata l'auto. L'attentato fatto la scorsa notte contro la casa del procuratore generale di Reggio Calabria, Salvatore Di Landro, non rappresenta la prima intimidazione che viene compiuta contro il magistrato. Nello scorso mese di giugno persone non identificate sabotarono l'automobile di servizio di Di Landro, allentando i bulloni di una ruota. La vettura si trovava nel parcheggio del Centro direzionale, dove vengono lasciate le vetture di servizio dei magistrati della Dda e della Procura generale di Reggio Calabria. Un atto che, secondo il giudizio degli investigatori, avrebbe potuto comportare gravi conseguenze per il magistrato, oggetto anche successivamente di minacce.

    Il Procuratore della DDA Gratteri e' giunto subito sul posto da solo con la propria auto senza la scorsa verso le 3 di questa notte appena saputo della bomba.

    Alle 4 del mattino il Questore Casabona ha lasciato il luogo dell'esplosione dove si è subito recato dopo le esplosione assieme al capo delle Volanti Geraldo Costa. Sul posto si sono recati anche il PM di turno Danilo Riva, il tenente colonnello Carlo Pieroni, comandante del Reparto Operativo dei Carabinieri, e il capitano Nicola De Tullio, comandante della Compagnia di Reggio Calabria.

    Sul luogo dell'esplosione sono giunti, per le indagini, carabinieri e polizia di Stato, insieme al pm di turno della Procura della Repubblica di Reggio Calabria. L'edificio in cui abita Di Landro si affaccia sulla pubblica via e per arrivare al portone, dunque, non bisogna superare alcun cancello. L'esplosione ha provocato danni gravi anche al portone dell'edificio in cui abita Di Landro. Il palazzo, invece, non ha subito danni strutturali. La zona in cui abita il magistrato si chiama Parco Casoria. Nell'edificio davanti al quale e' stato fatto esplodere l'ordigno abitano, oltre a quella del magistrato, altre quattro famiglie, ma non c'e' alcun dubbio, secondo gli investigatori, che l'intimidazione sia diretta contro il procuratore generale. Secondo quanto e' emerso dai primi accertamenti, l'ordigno, collegato ad una miccia a lenta combustione, sarebbe stato confezionato con esplosivo ad alto potenziale che oltre a divellere il portone ha causato danni all'ascensore . Non è stata trovata una miccia.

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