Il Cosenza di Caserta non funziona più

10 mar 24 Cosa succede al Cosenza targato Caserta? Non riesce più a imporsi e soprattutto segna il passo nelle marcature. Senza Tutino, a cui il tecnico ha disegnato il ruolo, “vai e pensaci tu”, nelle ultime cinque partite il bottino è decisamente magro: cinque punti fatti su quindici disponibili. Tredicesimo posto in classifica, in attesa della gara della Sampdoria a pari punti a quota 34, e a quattro punti dalle quint’ultima che è niente popodimeno che lo Spezia, appena retrocesso dalla A.

Classifica corta a metà

E’ anche vero che i play off distano solo 3 punti ma c’è da dire che in questo fazzoletto di tre punti sono 9 squadre che come il Cosenza possono ambire, Brescia e Pisa incluse, ai due posti liberi visto che la sesta, il Catanzaro è nella lotta delle prime sei distante undici punti dalla ottava. Un preambolo di numeri necessario per capire che a 9 gare dalla fine della stagione c’è da tracciare un bilancio, tracciare una linea, per essere chiari e non prendere in giro nessuno. Da aggiungere, e chiudiamo sui numeri, che facendo i conti sempre delle ultime cinque gare, per essere onesti, il Cosenza ha incassato un clean sheet, sei gol a fronte di 5 gol realizati. Nessuna rete fatta nelle ultime due, e ad essere buoni 1 sola nelle ultime tre.

Ventinove formazioni diverse

La gara di Lecco ha risollevato il morale ma dopo la mini striscia di 5 gare positive si è perso completamente la bussola. Nelle ultime cinque gare il tecnico ha schierato cinque formazioni diverse così come dalla prima giornata. Mai lo stesso undici in campo. Non solo. I 31 gol realizzati pongono il Cosenza al quint’ultimo posto per marcature messe a segno. Numeri che dicono tanto nonostante un organico che mai così importante è stato costruito negli ultimi dieci anni.

Il Cosenza è Tutino dipendente

Ma qualcosa non funziona. La squadra è Tutino dipendente e non ha una sua fisionomia di gioco. Si basa sempre più su individualità e manca di quella costruzione necessaria a fare risultato. In parole povere, manca equilibrio. Se ogni volta devi cambiare formazione e ritrovi a non raccogliere quanto seminato il problema c’è.

Troppi infortuni

A dirla tutta, poi, gli infortuni, tanti, anzi troppi, hanno segnato questa parte di campionato mettendo in dubbio anche metodi di allenamento. E’ anche vero che nell’ultima gara la stanchezza impressionante vista nel secondo tempo potrebbe essere frutto delle tre gare tirare di fila, derby incluso, che hanno fatto spendere più energie, non solo fisiche ma anche psichiche, del solito. Ma questa è, per tutti.

Percorso di crecita, con i prestiti

Si è detto un percorso di crescita per un organico rifondato e un allenatore alla quarta esperienza in B. Allora non facciamo proclami visto che diversi giocatori, anche importanti, sono in prestito e a fine stagione torneranno nei club di appartenenza. Non illudiamo nessuno e soprattutto teniamo i piedi ben saldi a terra. Servono almeno 10 punti per raggiungere la matematica salvezza, se non dodici e restano 9 gare con 27 punti in palio.

Serve la scossa

Già sabato c’è il primo scontro salvezza contro quella Ternana che all’andata ha portato i tre punti a casa dalla trasferta al Marulla. Guardando infine i dati della stagione ad oggi il Cosenza ha fatto gli stessi punti in casa, 17, che fuori casa ma ne ha persa una più tra le mura amiche. Ogni volta che doveva compiere il balzo, spiccare il volo si è persa d’animo fallendo l’obiettivo. E allora? Una scossa. Serve soltanto una scossa. Non serve altro. Il cambio in panchina a nove dalla fine? Può darsi non ci sia più tempo. Però i freddo numeri sono questi. Il resto è storia. Anche per quest’anno speriamo che ci salviamo.