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      La serie B tra coronavirus e regolamenti potrebbe non riprendere, buco da 7 mln

       

       

      La serie B tra coronavirus e regolamenti potrebbe non riprendere, buco da 7 mln

      19 mar 20 Fervono, in questi giorni, gli incontri, virtuali ovviamente, tra vertici del calcio e società per cercare di pianificare la ripresa del mondo del pallone. C'è una bozza di massima, annunciata mediaticamente dal ministro allo sport Spadafora, che indica una data, il 3 maggio, come probabile per la ripresa dei campionati, a porte chiuse. Una data che però potrebbe slittare anche di sette giorni e che la FIGC ha indicato, il 9 maggio, come termine ultimo. Nello sviluppo, teroricamente, si dovrebbe riprendere ad allenare verso la metà di aprile, ammesso che l'emergenza coronavirus sia calata per quella data, per poi giocare le 10 partite rimaste di Serie B in dieci settimane. Ammesso di comprimerle in otto settimane con due recuperi, si finirebbe nella prima settimana di luglio. Ma poi ci sono i play off che si giocano in altre due settimane cioè si arriverebbe a oltre metà luglio. Questo comporta due grossi problemi. Il primo riguarda i contratti di tecnici e giocatori, che secondo le NOIF non possono andare oltre il 30 giugno, e il secondo la disputa di eventuali spareggi. Per lo sconfino a luglio si potrebbe prevedere una deroga speciale per le NOIF e per li secondo una ulteriore compressione delle date che porterebbe a giocare in otto settimane i tutto prevedendo quindi tre infrasettimanali con una media di una partita ogni 4 giorni. Una cosa decisamente assurda. Questo alla fine potrebbe portare alla cristalliazzione dei campionati se non, addirittura, all'annullamento dell'intera stagione da ripetere in toto onde evitare ricorsi e contro ricorsi che porterebbero ad una agonia infinita. A meno di decisioni di bloccare retrocessioni e disputare una B a 23, con le prime tre che salgono direttamente e con la A che ne farebbe retrocedere tre, mentre la C promuoverebbe solo le prime di ogni girone. Una mossa che anticiperebbe la ristrutturazone della serie C così come più o meno prevista nel tempo.

      Crisi econmica

      E anche qui nasce un altro grosso problema, il grosso buco economico creato dal non giocare le partite valutato in circa 7 milioni di euro per il mancato incasso dei diritti TV. Per la B è un business che vale 25 milioni di euro a stagione (22 da DAZN e 3 da RAI) per una media di 64 mila euro a parita. Mancandone 111 tra gare e playoff e play out il totale fa circa 7 milioni di euro. Un buco che farebbe comunque saltare per aria le casse di diversi club, due dei quali già oggi pare abbiano grossi problemi, e garantirebbe soltanto chi ha bilanci con le spalle coperte. Discorso che vale per tutto il mondo del pallone. Una storia senza fine a cui stanno lavorando i vertici del calcio ma di cui, putroppo, non si può scrivere la parola fine. La variabie impazzita si chiama coronavirus che oltre a travolegere l'economia nazionale potrebbe, a questo punto, se non tombare dare una botta pesantissima all'azienda calcio ma che farebbe allontanare definitivamente gli squali finanziari che, come insegna la storia recente, hanno saccheggiato il settore cadetto mandando per aria anche club gloriosi.

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