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      Capitan Corsi: Voglia di giocare tanta, ma come si fa? Serve rispetto per tutte le squadre

       

       

      Capitan Corsi: Voglia di giocare tanta, ma come si fa? Serve rispetto per tutte le squadre

      08 mag 20 In questa situazione di pandemia abbiamo intervistato in esclusiva il capitano del Cosenza, Angelo Corsi, che ci ha raccontato a cuore aperto il suo lockdown, le sue imrpessioni, le considerazioni di un calciatore, di un uomo, in tempo di coronavirus. Allenamenti, speranze e desiderata di una stagione bloccata dalla pandemia del Covid-19. Una stagione da dimentciare che si complica con un finale ancora tutto da scrivere.

      ---> Guarda il video

      Angelo come stai passando questo periodo duro per tutti?
      "Il mio lock down procede bene. Parenti e amici stanno bene grazie anche al fatto che vivono in luoghi abbastanza immuni dal virus. Non è che poi possa fare molto oltre che fare gli allenamenti, adesso, all'aperto. Esco giusto per l'indispensabile. Fare la spesa, andare in farmacia il giusto necessario. L'unica concessione in questo periodo è fare gli allenamenti.

      Ma gli allenamenti con la forchetta?
      Si ne sto un pò stiamo approfittando ma non ci poniamo il problema poi faremo i conti con la bilancia.

      Allenarsi dentro casa non è il massimo:
      Io devo ringraziare lo staff con Mister Occhiuzzi, Mister Pincente, Lucchetta, Marulla, hanno fatto cose grandissime stilandoci un programma tenendoci molto attivi, non solo a livello fisico ma anche a livello mentale. Il tecnico poi ci sta facendo anche un pò di tattica e a diffeerenza di altre squadre noi siamo una di poche realtà che stanno facendo allenamento anche in streaming non su fogli prestamapti, con il prof che ci segue, il tecnico che ci segue, con quello che avevano a disposizione abbiamo fatto il massimo che potevamo fare, grazie alla competenza dello staff. E da qualche giorno grazie al decreto che ci permetet di allenarci nei parchi stiamo facendo qualche cosa in più come cardio, velocità, qualche allungo e soprattutto fare qualche allungo con l'erba sotto i piedi che ti dà un'emozione diversa.

      Ma come funziona l'allenamento via Skype?
      Normalmente Kevin Marulla ci invia il programma delle cose da fare con gli allenamenti articolati tra le 15 e le 17 divisi per gruppi, uno dalle 15 alle 16 e l'altro dalle 16 alle 17. Ci dicevano di quale gruppo facevamo parte e in più ci mandavano gli esercizi da svolgere con la palla dentro casa. A volte avvolta in una busta per simulare determinate condizioni. A volte ci mandavano il video che mostrava l'esercizio da fare così è difficile anche sbagliarsi. Per quanto riguarda la parte atletica il prof Pincente ce lo spiegava man mano con tre serie di esercizi che si possono fare dentro casa. Con dei pesi adattati, con delle bottiglie d'acqua. C'è chi si è organizzato meglio grazie adei pesi che aveva dentro casa. Insomma nell'arco di un'ora riuscivamo a svolgere l'allenamento. Prima della seduta c'è il breafing con Roberto Occhiuzzi e si parlava sul da farsi. Il limite è quello di stare abbastanza zitti se no si crea un casino e non si capisce nulla con tante voci. Il limite della tecnologia per le chat di gruppo è quello. Poi ogni tanto la connessione va giù. Ma devo dire che è andato tutto molto bene.

      Secondo te, che se all'interno del mondo del calcio, quante possibilità reali ci stanno che si possa ripartire?
      Ne so quanto te. Stiamo dietro a protocolli e decreti del Governo. La speranza è tanta. Noi abbiamo fatto un brutto campionato, è inutile nasconderlo, però ci stanno tante partite da giocare. Poi noi viviamo di questo, da quando eravamo ragazzini. al di là di essere professionisti, la passione ci spinge a giocare come i ragazzini che non vedono l'ora di farsi la partita a calcetto. La voglia di giocare è tanta, ma non so dire quando. Poi guardi in faccia la realtà e scopri che sono usciti altri sei contagiati. Una situazione sconosciuta che non so che dire. Fiducia cinquata e cinquanta, speranza 100 per cento.

      Ma se dovesse scapparci un contagiato che si fa si blocca tutto, si mettono in quarantena due squadre?
      Finchè non ci sarà rischio zero quindi a breve termine è impossibile. Chiunque può contagiarsi. Bisognerebbe fare tamponi a tutti i partecipanti, giocatori, staff, steward, cuochi, magazzinieri, arbitri, stampa, mantenere le distanze. Ma nel calcio è impossibile mantenere le distanze. Questa è la vera difficoltà. Secondo me è impossibile mettere in atto il primo protocollo sanitario. Se cambia il protocollo e si accetta un rischio e allora è un altro discorso. Ma chi è disposto a correre il rischio? Qualunque giocatore può dire io non accetto, io voglio giocare in sicurezza. Nell'arco della partita non ci pensi perchè l'adrenalina ti tiene impegnata la etsta. Ma a mente fredda, prima della partita e dopo qualche pensiero ti viene. Se rischi da solo va bè mi prendo il rischio io e basta, Ma qui è diverso perchè metti a repentaglio la vito di chi trovi a casa, della famiglia di chi incontri, degli affetti ma io questa responsabilità non me la posso prendere. E' vero che ho tanta voglia di andare in mezzo al campo perchè sono due mesi che siamo rimasti chiusi in casa e dici magari vado in mezzo al campo e me la rischio .. però...

      A Verona col Chievo ci fu una situazione che poteva avere condizionato la gara, Bruccini e D'Orazio non volero partire e già si capivano i rischi:
      Io non cerco alibi. Cho è partito è andato li con la consapevolezza di andare a giocare la gara. La percezione che stava cambiando qualcosa l'abbiamo avuta ma lì abbiamo meritato di perdere. E poi la preoccupazione poteva essere per tutte e due le squadre. Quando giochi non ci pensi più. Li ho trovato Luca (Garritano) che era infortunato e ci siamo messi un pò a parlare e di questa situazione del covid abbiamo parlato giusto 20 secondi. Poi gli altri 10 minuti che abbiamo parlato, abbiamo parlato di tutt'altro. Ed io erao in panchina e la partita la stavo sentendo addosso magari nonc ome chi era in campo. No, i pensieri del covid non hanno influito sulla partita.

      Dopo due mesi di fermo lontanto dall'attività agonistica la massa muscolare non è più tonica, ora ci sarebbe il serio rischio di andare inontro a infortuni:
      Sicuramente. Abbiamo passato un periodo più lungo di quello estivo quando rimani fermo per tanto tempo. Quando finisce il campionato il 5-10 maggio poi rientri in preparazione a luglio, circa due mesi. Poi quando rientri hai 45 giorni per la preparazione, le amichevoli, ora mica trovi squadre che puoi affrontare, hai le gare di Coppa Italia, arrivi al campionato dopo due mesi di ritiro e arrivi dopo quaranta giorni di preparazione e venti ritiro che mica sei al cento per cento perchè in forma c'entri in autunno. Siamo tutti in queste condizioni ed è davvero pericoloso perchè vai incontro ad infortuni.

      Dieci partite da giocare, secondo me è decisamente azzardato, capsico che voi dovere farlo perchè il sistema calcio ve lo impone, ma non ci sono garanzie.
      Qua si parla di salute. Il problema è reale. Tra ambienti da sanificare, esami medici, e le strutture, poche sono le società che possono rispettare le indicazioni del protocollo. Noi magari abbiamo due spogliatoi enormi, palestre, il campo enorme del Marulla, ma quante società sono in queste condizioni?

      Intanto c'è chi preme per il 18 che si inizino gli allenamenti di gruppo.
      Se quella data è per gli allenamenti di squadra non penso che ci siano trenta giorni per iniziare a gicoare, forse meno. Non ci sarebbero i tempi per i vari problemi come i contratti che scadono il 30 giugno, i prestiti delle altre società che scadono pure in quella data, chi è scadenza di contratto, qua si abdrebbe oltre le norme che sono in vigore da vent'anni. Ci vorrebbero le deroghe della UEFA. Tutto è molto complicato. Per giocare la prima partita dopo due mesi di inattività ci vorrebbe almeno un mese di preparazione. Ma per rimanere in quei tempi non avremo mai tutto questo tempo, ci daranno un paio di settimane, al massimo venti giorni.

      Qualcuno ha proposto una B a 40 squadre, la C ha cheisto il blocco delle retrocessione, cosa ne pensi?
      Io sono di parte, in questo momento faccio parte del Cosenza, però se ci tiriamo fuori dalla parte e analizziamo la cosa freddamente vediamo che la serie C ha deciso di fermare tutto perchè sindceramente non possono imbarcarsi in spese enormi. S epoi hanno deciso il blocco delle retrocessioni è da vedere cosa farà il Consiglio Federale, le decisioni spettano a loro. In questo momento però come fai fai, lasci sempre qualcuno scontento. Quale può essere la soluzione? Mancano 10 partite, in pratica manca un quarto di campionato, già squadre hanno meritato il salto di categoria come il Benevento, in C Monza, Vicenza e Reggina, ma nessuna delle altre squadre merita di retrocedere, neanche il Livorno, neanche il Brescia, la Spal, perchè mancano troppe partite, troppi i punti in palio. Il blocco delle retrocessioni sarebbe la soluzione migliore. Poi entrano in gioco altre cose. La A a 22 squadre la B a 23 poi c'è chi fa i suoi interessi a livello economico. Poi giocare senza spettatori è un altro sport. Ma bisogna fare di necessità virtù. Invece fare una B a 40 squadre o a 36 con il professionismo che passa a 60 squadre non c'è da nessuna parte in giro per il mondo una sotuazione del genere. In Italia la B di solito può stare fino a 20-25 squadre, giusto le piazze importanti delle province. Però società come Palermo, Catania, Padova, Taranto non possono rimanere fuori. In sostanza una B a 36 si potrebbe fare.

      Sulla stampa è uscito anche una possibilità che il Governo sta vagliando è quella dell'annullamento del campionato.
      Intanto il benevento ha meritato di vincer eil campionato. Immagino una piazza come quella e io che faccio il calciatore mi immedesimo per loro. Dispiace una soluzione del genere, però non sarebbe neanche giusto far retrocere delle squadre che se la possono giocare, Diverse squadre stavano in forma. Se vinci le dieci gare rimaste non parli di play out, parli di play off. Dieci gare sono tante. Mi dispiace per chi sta per salire ma non è giusto nei confronti di chi sta per retrocedere a tavolino. Se la serie C adotta il blocco delle retrocessioni anche gli altri campionati dovranno farlo, se parliamo di sistema calcio.

      Ma poi dieci partite in quanto tempo le puoi giocare? Due mesi e mezzo significa arivare a settembre e allora?
      Non è solo una questione di tempo, Nessuna squadra ha una rosa, a parte la Juventus e le grandi squadre, hanno tanti calciatori per affronatre un tour de force, tra conatgi e infortuni dovresti mettere a rischio anche i settori giovanili, ma come si fa? Per me è meglio fare 10 partite che non farle, parliamoci chiaro. Tale e tanta è la voglia di giocare. Tanti interessi ci stanno in giro. Le società devono far quadrare i bilanci. Ma vuoi o non vuoi i verdetti escono dal campo. Però secondo me i tempi si stanno allungando un pà troppo. Servirebbero delle linee guida con delle scadenze altrimente si va nei casini. Ho visto la propsota di Galliani di allargare la stagione a due anni ma poi si incrocerebbo problemi con i mondiali da giocare, le olimpiadi. Bisognerà trovare una soluzione di buon senso.

      Un saluto Angelo e un consiglio per chi sta affrontando questi tempi di pandemia.
      Cerchiamo di mantenere e stare attenti perchè con queste belle giornate c'è gente che non è rimasta attenta. C'è qualche imbecille che ne approfitta. Addirittura qualcuno in politica sta facendo lo sciacallo. Se qualche imbecille ne approfitta non seguitelo. Statevene a casa che ancora non è finita.

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