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      Legambiente Calabria: la scelta della Regione su balneari è sbagliata

       

       

      Legambiente Calabria: la scelta della Regione su balneari è sbagliata

      01 giu 24 Legambiente Calabria manifesta in una nota “la propria netta contrarietà rispetto alla decisione regionale di non applicare in Calabria la Bolkestein, per l'insussistenza di scarsità della risorsa spiaggia, suscitando consensi nel mondo dell'imprenditoria e della politica, perché viola le norme europee e gli orientamenti giurisprudenziali in materia di concessioni demaniali marittime, tutela della concorrenza, diritti dei consumatori e tutela dell'ambiente, aprendo, di fatto, ad una ulteriore, insostenibile, sostanziale privatizzazione delle aree pubbliche". "Oltretutto - prosegue la nota - con una recentissima sentenza del 20 maggio, il Consiglio di Stato è tornato nuovamente sulla tematica delle proroghe automatiche affermando che tutte le concessioni balneari devono essere affidate mediante procedura comparativa che gli Enti sono obbligati ad avviare. Relativamente alla questione della scarsità delle risorse, il Consiglio di Stato ha ribadito il carattere self-executing della direttiva e l'impossibilità di disporre proroghe automatiche nelle more di atti, allo stato inesistenti, che stabiliscano i criteri uniformi per la definizione del carattere di scarsità delle risorse che dovranno essere adottati dagli Stati membri, combinando un approccio generale ed astratto ed un approccio casistico legato alle specificità del territorio di riferimento. Non solo: anche nel caso di risorse non scarse può sussistere un obbligo di disporre una procedura comparativa, perché l'onere di effettuazione di tale procedura per la concessione di beni demaniali non trova quale sua unica fonte soltanto la direttiva Bolkestein, ma anche l'art. 49 del Tfue e la libertà di stabilimento, dovendo l'assegnazione essere effettuata secondo criteri di trasparenza e imparzialità. La Regione Calabria, con la decisione assunta, sta quindi entrando nel vicolo cieco del rischio di una nuova infrazione comunitaria con i relativi costi in termini di sanzioni e sta ipotizzando una inaccettabile sottrazione di spiagge attualmente fruite in maniera libera e gratuita dai calabresi e dai turisti". "Consideriamo insensata - afferma Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria - la possibilità di mettere a gara in Calabria ulteriori spiagge libere limitando i diritti della collettività perché le aree demaniali appartengono a tutti i cittadini. L'idea che ci siano enormi spazi lungo le coste calabresi su cui si può ulteriormente investire ed aprire nuovi stabilimenti balneari è collegata ad una logica di sfruttamento delle risorse naturali, considerate inesauribili, che è antistorica e scientificamente errata. La Regione Calabria dovrebbe, invece - prosegue Parretta - limitare l'occupazione delle spiagge e le concessioni demaniali esistenti dovrebbero essere assegnate in base a rigorosi criteri di sostenibilità ambientale e sociale, per salvaguardare gli arenili e le acque marine da ogni causa di inquinamento e degrado. Il futuro del turismo calabrese passa dalla tutela dell'ambiente".

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