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      Al Sud 15 milioni di cittadini in stress idrico. E' allarme siccità

       

       

      Al al Sud 15 milioni di cittadini in stress idrico. E' allarme siccità

      25 gen 24 L'alluvione in Emilia Romagna sotto il profilo idrico ha rappresentato un "big bang", che segnato la fine della siccità, che assetava le regioni settentrionali e lo spostamento del fronte della scarsità idrica verso i territori meridionali dello Stivale e sulle isole maggiori. E' quanto scrive l'Anbi nel suo ultimo osservatorio sulle Risorse Idriche lanciando l'allarme siccità al Sud Dalle mappe del Cnr, scrive l'Anbi, si evince come la percentuale di territorio italiano, colpito da siccità severo-estrema negli ultimi 6 mesi (quindi estate-autunno 2023), si attesti in Sicilia al 93%, mentre in Calabria raggiunge l'85% con la percentuale di abitanti, che vivono in territori colpiti da siccità estrema, che raggiunge il 12%, cui va aggiunta analoga percentuale di cittadini, che vive in condizioni di siccità severa. Si tratta quindi di quasi 15 milioni di persone che, in modalità diverse, dalla scorsa estate sono toccate da una condizione di stress idrico. Esemplare è la situazione pluviometrica sulle province di Siracusa e Ragusa: nella prima, da Settembre ad oggi è piovuto il 61% in meno rispetto alla media; nella seconda, - 41% . Nelle dighe palermitane sono presenti attualmente 71.700.000 metri cubi d'acqua, corrispondenti al 40% del volume massimo invasabile ed al 67% di quanto registrato un anno fa. Complessivamente gli invasi siciliani stanno trattenendo quasi 297 milioni di metri cubi, cioè -18% rispetto al 2023. In dettaglio regione per regione il report Anbi indica, questa settimana, i livelli dei grandi laghi del Nord in calo ma, tranne che per il Sebino i volumi invasati restano superiori alla media mensile. In Valle d'Aosta restano invariati i livelli idrici negli alvei di Dora Baltea e torrente Lys. Tra i fiumi del Piemonte si registra un aumento di portata per il Tanaro, il cui deficit però rimane importante (-55%); scarti negativi si segnalano anche per la Toce (-45%) e per la Stura di Lanzo (-21% circa), mentre resta notevole l'incremento della Varaita (+116%). In Lombardia cresce la portata del fiume Adda, mentre le riserve idriche sono tornate in linea con le medie del periodo e superiori all'anno scorso di oltre il 73%. In Veneto buone notizie per il fiume Adige, il cui livello, guadagnando ulteriori 15 centimetri, è il più alto del decennio a gennaio; sopra media anche le portate di Piave, Brenta e Cordevole. In deficit idrico rispetto sono invece il Muson dei Sassi, ma soprattutto il Bacchiglione (-19,40%). In Emilia Romagna si registra un'evidente fase di crescita per il fiume Secchia, che in una settimana segna +428% di acqua in alveo e si avvicina ai valori tipici del periodo; incrementi più modesti si segnalano per la Trebbia, il Taro e l'Enza;resta gravissimo il deficit idrico sia per il Reno (-94%) che per il Savio (-85%). Il fiume Po torna sotto media lungo tutta l'asta con deficit più accentuati a monte. In Toscana e portate dei fiumi crescono con l'eccezione dell'Ombrone; a parte la Sieve, però, rimangono tutte al di sotto della media mensile. Anche i fiumi della Marche registrano livelli di magra. In Umbria è ancora crisi nera per i livelli del lago Trasimeno; le portate dei fiumi Nera e Chiascio si mantengono stabili. Nel Lazio è negativa è la situazione dei laghi di Albano, Nemi e Bracciano, i cui livelli sono distanti da quelli dello scorso anno; in aumento è la portata dei fiumi Aniene, Liri e Tevere, che rimane però abbondantemente sotto la media. In Abruzzo, i fiumi Orta e Sangro hanno portate inferiori all'anno scorso. Anche in Molise l'inizio dell'inverno è risultato particolarmente siccitoso. In Campania, oltre alle condizioni deficitarie dei fiumi Volturno e Garigliano, si segnala la scarsità dei volumi stoccati nei bacini di alcune dighe. Da sei mesi la Basilicata è una delle regioni più sofferenti per scarsità di pioggia ed è stata finora salvaguardata dalla siccità, grazie alle importanti infrastrutture idrauliche. Lo stesso discorso vale in Puglia per gli invasi del Tavoliere: rispetto all'anno scorso il deficit sale a 80 milioni di metri cubi. In Sardegna, infine, continuano a soffrire soprattutto i territori nordoccidentali ed il comprensorio dell'Ogliastra: scarse piogge ed alte temperature stanno stressando il sistema degli invasi, così come in altre zone dell'Isola, con valori di riempimento, che scendono anche al 13% (Maccheronis a Nord-Est e Punta Gennarta a Sud, nel Sulcis Iglesiente), se non addirittura al 5% (invaso di Bidighinzu a Nord-Ovest). .

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