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      Legambiente: In Calabria e Molise i treni più vecchi d'Italia, Sud dimenticato

       

       

      Legambiente: In Calabria e Molise i treni più vecchi d'Italia, Sud dimenticato

      14 feb 24 Nel trasporto ferroviario il “grande dimenticato è il Mezzogiorno con treni regionali vecchi e lenti, linee chiuse, ritardi cronici. L'età media dei convogli è di 18,1 anni rispetto ai 14,6 anni del nord” con due casi record di 'anzianità': in Molise l'età media dei treni è di 22,6 anni, in Calabria 21,4 anni. Lo ricorda Legambiente nel rapporto Pendolaria in cui si evidenzia che "quattro delle 12 linee ferroviarie peggiori segnalate nel 2024 si trovano al Sud: le ex circumvesuviane, la Catania-Caltagirone-Gela, e come new entry la linea Jonica che collega Taranto e Reggio Calabria, la linea adriatica nel tratto pugliese Barletta-Trani-Bari. Diverse le linee chiuse o sospese come la Palermo-Trapani via Milo chiusa dal 2013 a causa di alcuni smottamenti di terreno, ricorda la ong. Il nuovo report Pendolaria, presentato in mattinata a Reggio Calabria e nel pomeriggio a Messina nell'ambito della campagna Clean Cities, racconta "di un Paese caratterizzato da nodi irrisolti tra ritardi, convogli vecchi e lenti, e un divario sempre più forte tra nord e sud su qualità e quantità del trasporto su ferro", spiega Legambiente. Affrontando la nota dolente delle linee ferroviarie chiuse e sospese ormai da anni, Legambiente cita anche la Caltagirone-Gela (chiusa a causa del crollo del Ponte Carbone l'8 maggio 2011) o le linee a scartamento ridotto che da Gioia Tauro portano a Palmi e a Cinquefrondi in Calabria, il cui servizio è sospeso da 11 anni e dove non vi è alcun progetto concreto di riattivazione. "Bisogna - dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente - invertire la rotta e puntare su importanti investimenti per il nostro Paese, a partire dal Mezzogiorno, finanziando le prioritarie infrastrutture: ossia nuove linee ferroviarie a doppio binario ed elettrificate, treni moderni, veloci, interconnessioni tra i vari mezzi di trasporto e con la mobilità dolce, garantendo accessibilità e uno spostamento dignitoso e civile. Oggi la vera sfida da realizzare al 2030 è quella di un cambiamento profondo della mobilità nella direzione della decarbonizzazione e del recupero di ritardi e disuguaglianze territoriali". "In Calabria e in Sicilia - dichiarano Anna Parretta, presidente Legambiente Calabria e Tommaso Castronovo presidente Legambiente Sicilia - si continua a viaggiare e a spostarsi quasi come trenta anni fa" mentre "servono collegamenti più sicuri e frequenti con l'adeguamento delle linee anche ai fini dell'alta velocità, treni tecnologicamente avanzati, stazioni rinnovate ed accoglienti. Quello di cui abbiamo bisogno è il triplo degli investimenti programmati, già da diversi anni, per migliorare e ampliare l'offerta del servizio e il materiale rotabile oltre ad informazioni puntuali nel rispetto dei diritti dei passeggeri".

      La beffa dei tagli PNRR a ferrovie

      Nel 2023 il Pnrr, che prevedeva ampi interventi sulle ferrovie, "è stato rimodulato: 620 milioni per velocizzare il corridoio Roma-Pescara sono stati bloccati dalle lungaggini dell'iter amministrativo; l'intervento sul segnalamento ferroviario Ertms, il sistema di sicurezza per le ferrovie di ultima generazione, è saltato per la mancanza delle materie prime; la Palermo-Catania non sarebbe rientrata in tempo per il completamento degli interventi nel 2026, ed è stata quindi rimodulata". Lo afferma Legambiente presentando il rapporto 'Pendolaria' e rilevando che "in totale, sul sistema di Av/Ac al sud, ci sono stati 840 milioni di tagli: Orsara-Bovino (linea Napoli-Bari) per 53 milioni, Caltanissetta Xirbi-Lercara (linea Palermo-Catania) per 470 milioni, Enna-Caltanissetta Xirbi (linea Palermo- Catania) per 317 milioni". Per non depredare il sistema ferroviario delle molte risorse necessarie, prosegue la ong, "la Orte-Falconara e la Metaponto-Potenza, oltre ad altre tratte regionali, sono state incluse nei nuovi interventi previsti. Ridotti di un terzo i nuovi treni a idrogeno in acquisto: da 150 a 50".

      Non il Ponte ma priorità a pendolari

      "Il tema dei pendolari e del trasporto su ferro diventi una priorità. Il Sud, a partire dalla Calabria e dalla Sicilia, non ha bisogno del Ponte sullo stretto di Messina, ma di potenziare le linee ferroviarie con nuovi treni, di puntare su elettrificazione e collegamenti più veloci via terra, di migliorare il trasporto via nave?con l'acquisto dei traghetti Ro-Ro (Roll-on/Roll-off)?e?convertire le flotte attuali in traghetti elettrici". E' l'appello che Legambiente lancia al ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini presentando da Reggio Calabria e Messina il rapporto 'Pendolaria'. In Sicilia sono 1.267 i chilometri di linee a binario unico, l'85% del totale di 1.490 chilometri, mentre non sono elettrificati 689 chilometri (46,2%). Imbarazzanti i tempi di percorrenza: per andare da Trapani a Ragusa ci si impiegano 13 ore e 14 minuti, cambiando 4 treni regionali. Per il Ponte sullo Stretto, definito più volte da Legambiente un'opera "inutile e insensata e dal forte impatto ambientale e paesaggistico" c'è una spesa complessiva autorizzata di 11,63 miliardi di euro, suddivisi in 9 anni.

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