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      Piantedosi alle Camere su naufragio: partiti in 180, finora 152 tra vittime e supestiti

       

       

      Piantedosi alle Camere su naufragio: partiti in 180, finora 152 tra vittime e supestiti

      07 mar 23 Nella sua informativa alla Camera, il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha ricostruito, ora per ora, il viaggio dei migranti finito in tragedia a Cutro citando anche il racconto dei sopravvissuti. "La traversata parte da Cesme, in Turchia, intorno alle 3.00 del 22 febbraio in condizioni metereologiche ottimali: condizioni che, tuttavia, dopo 2 o 3 giorni peggiorano - spiega il ministro citando i superstiti - Secondo il loro racconto, a bordo dell'imbarcazione erano presenti circa 180 persone, oltre a 4 scafisti, due turchi e due pakistani". "Tre ore dopo l'inizio della navigazione, un guasto al motore dell'imbarcazione induce due scafisti a contattare, tramite cellulare, un complice - continua -. Dopo altre tre ore di attesa, i migranti sono raggiunti da una seconda imbarcazione, pilotata da altri tre scafisti. Dopo il trasbordo dei migranti, la navigazione prosegue verso le coste italiane. Sempre sulla base del racconto dei sopravvissuti, la barca giunta in sostituzione aveva due motori MAN entro-bordo. I migranti notano che gli scafisti dispongono di telefono satellitare e di un apparecchio che sembrava di tipo 'Jammer' ovvero in grado di inibire la trasmissione e la ricezione di onde radio. Inoltre, quando l'imbarcazione incrocia davanti alle coste elleniche, gli scafisti sostituiscono la bandiera turca con quella greca. Durante la navigazione, sempre stando alla narrazione dei migranti, gli scafisti li costringono a restare sotto coperta, facendoli salire sul ponte solo pochi minuti per prendere aria".

      Il cordoglio prima di tutto

      "Voglio rinnovare prima di tutto il cordoglio, mio personale e di tutto il Governo, per le vittime di questo ennesimo, tragico, naufragio e la vicinanza alle loro famiglie e ai superstiti". Così il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, nella sua informativa alla Camera sui fatti di Cutro.

      Ad oggi 80 supersiti e 72 vittime

      Il bilancio "non è ancora definitivo", ma "gli aggiornamenti giunti dalla Prefettura di Crotone portano il numero delle vittime a 72, di cui 28 minori, mentre i superstiti sono 80. Di questi, 54 sono accolti nel locale Centro di accoglienza richiedenti asilo, 12 nel Sistema Sai a Crotone, 8 sono ricoverati in ospedale, 2 minori non accompagnati sono stati collocati nelle strutture dedicate e 3 soggetti, presumibilmente gli scafisti, sono stati arrestati". Così il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, nella sua informativa alla Camera sui fatti di Cutro.

      Si cerca quarto scafista

      Sono stati fermati, come sospetti scafisti, un cittadino turco e due pakistani, uno dei quali minorenne. "Sono in corso le ricerche di un quarto scafista e non si escludono sviluppi nelle prossime ore". Così il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, nella sua informativa alla Camera sui fatti di Cutro.

      Frontex non segnalò pericolo

      Alle 23.03 del 25 febbraio il Centro situazioni di Varsavia di Frontex ha comunicato all'International coordination centre (Icc) di Pratica di Mare e, per conoscenza, al Centro di coordinamento italiano dei soccorsi marittimi (Itmrcc), nonché al Centro nazionale di coordinamento (Ncc) l'avvistamento avvenuto alle 22.26 da parte dell'aereo Frontex "Eagle One", impegnato in attività di sorveglianza nello Jonio, di un'imbarcazione "in buono stato di galleggiabilità con una persona visibile sopra coperta, in acque internazionali, a circa 40 miglia nautiche dalle coste calabresi. Frontex segnalava che l'unità navigava con rotta 2-9-6 a velocità di 6 nodi". Così il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, nella sua informativa alla Camera sui fatti di Cutro. "L'assetto aereo - riferisce Piantedosi - oltre ad aver captato una chiamata satellitare diretta in Turchia ed evidenziato boccaporti aperti in corrispondenza della prua, segnalava una risposta termica dei sensori di bordo e, quindi, la possibile presenza di persone sotto coperta". Dopo di che il mezzo rientra alla base per rifornirsi di carburante. Alle 23.37, prosegue il ministro, "la Guardia di Finanza di Vibo Valentia contatta l'autorità marittima di Reggio Calabria rappresentando che una sua unità navale, come da pianificazione operativa, era già in mare e che vi sarebbe rimasta fino alle 6, per attività di polizia sul caso segnalato". Il quadro della situazione in possesso della Guardia Costiera , dunque, secondo il titolare del Viminale, si fonda su questi elementi: la segnalazione Frontex circa l'imbarcazione non rappresentava una situazione di pericolo; non c'erano state chiamate di soccorso di nessun genere; sullo scenario era presente un'unità navale della Guardia di Finanza dedicata all'evento, che avrebbe potuto fornire ulteriori elementi mediante riscontro diretto e che, qualora fosse stato necessario, avrebbe anche potuto svolgere attività di soccorso quale risorsa concorrente, in linea con le previsioni del Piano nazionale Sar; non erano variate le condizioni meteo-marine". Alle 2.20 circa due assetti navali della Guardia di Finanza partono alla ricerca dell'imbarcazione. Tuttavia, alle 3.30 circa, sono costrette a rientrare in porto "a causa delle pessime condizioni meteo marine in atto". Alle 3.48, la Guardia di Finanza informa l'autorità marittima di Reggio Calabria del suo rientro, "confermando il quadro conoscitivo sopra tratteggiato, che non conteneva ulteriori elementi né riguardo alla posizione, né riguardo ad eventuali criticità relative all'imbarcazione". Alle 3.50, la stessa Sala operativa della Guardia di Finanza di Vibo Valentia, mediante la postazione della propria rete radar costiera, acquisisce, per la prima volta, un target, verosimilmente l'imbarcazione riconducibile a quella segnalata da Frontex. Alle 3.55 la Sala operativa del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Vibo Valentia contatta le sale operative del Corpo dei comandi provinciali di Catanzaro e di Crotone, nonché quelle della Polizia di Stato e dei Carabinieri di Crotone e Catanzaro, alle quali chiede l'invio di pattuglie nella zona di interesse, "specificando, altresì, che le unità navali della Guardia di Finanza non avevano stabilito alcun contatto con il natante e che, a causa delle avverse condizioni del mare, quest'ultimo non poteva essere raggiunto, motivo per cui le loro unità navali erano state costrette a rientrare". Pochi minuti dopo arriva la richiesta di soccorso alla Sala operativa della Capitaneria di Porto di Crotone. È questo, sottolinea il ministro, "il momento preciso in cui, per la prima volta, si concretizza l'esigenza di soccorso per le autorità italiane". Alle 4.19, la Centrale operativa del Comando provinciale dei Carabinieri di Crotone invia nella località geolocalizzata (Foce Tàcina di Steccato di Cutro) la pattuglia del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Crotone. Alle 4.30 circa, tramite il numero di emergenza 1530, la Capitaneria di Porto riceve una segnalazione circa la presenza di una barca a 40 metri dalla foce del fiume Tàcina. Pochi minuti dopo il segnalante richiama, specificando che l'imbarcazione si trovava a 50 metri dalla riva, che si stava muovendo in direzione della spiaggia e che erano presenti persone a bordo. Viene, pertanto, informato il Centro secondario del soccorso marittimo di Reggio Calabria che dispone l'invio di una motovedetta, con imbarco di un team sanitario, e di pattuglie via terra, chiedendo anche l'intervento dei Vigili del fuoco, del 118 e della Questura di Crotone per l'attivazione dei soccorsi a terra.

      Gratitudine a Calabria

      "Appresa la notizia del naufragio, mi sono immediatamente recato a Cutro per testimoniare, a nome del Governo, il cordoglio per le vittime e la vicinanza ai superstiti, nonché alle Amministrazioni locali. Anche in questa sede desidero rivolgere una parola di profonda gratitudine alla Calabria che, da sempre, accoglie con solidarietà e generosità i tanti migranti che sbarcano sulle sue coste e che affronta questa tragedia con compostezza e dignità non comuni". Così il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, nella sua informativa alla Camera sui fatti di Cutro.

      Fiducia in accertamenti giudiziari

      "Per la doverosa ricostruzione dei fatti, che in quella sede deve avvenire, sulla vicenda sta indagando la Procura della Repubblica di Crotone. Attenderemo, pertanto, con fiducia e rispetto l'esito degli accertamenti giudiziari". Così il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, nella sua informativa alla Camera sui fatti di Cutro.

      Volevano sbarcare evitando controlli

      "Sulla base degli elementi acquisiti dal Ministero della giustizia, gli scafisti decidono di sbarcare in un luogo ritenuto più sicuro e di notte, temendo che nella località preventivata vi potessero essere dei controlli; il piano prevedeva l'arrivo a ridosso della riva sabbiosa, con il successivo sbarco e la fuga sulla terraferma". Così il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, nella sua informativa alla Camera sui fatti di Cutro.

      Prima richiesta soccorso arrivataa lle 4 di mattina

      Intorno alle 4 di domenica "sull'utenza di emergenza 112 giunge una richiesta di soccorso telefonico da un numero internazionale che veniva geolocalizzato dall'operatore della Centrale operativa del Comando provinciale dei Carabinieri di Crotone e comunicato, con le coordinate geografiche, alla Sala Operativa della Capitaneria di Porto di Crotone. È questo il momento preciso in cui, per la prima volta, si concretizza l'esigenza di soccorso per le autorità italiane". Così il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, nella sua informativa alla Camera sui fatti di Cutro.

      Scafo si rompe per brusca virata

      Nei momenti immediatamente precedenti al naufragio la navigazione "era proseguita fino alle 3.50, allorquando, a circa 200 metri dalla costa, erano stati avvistati dalla barca dei lampeggianti provenienti dalla spiaggia e a quel punto gli scafisti, temendo la presenza delle forze dell'ordine lungo la costa, effettuano una brusca virata nel tentativo di cambiare direzione per allontanarsi dal quel tratto di mare. In quel frangente, la barca, trovandosi molto vicino alla costa ed in mezzo ad onde alte, urta, con ogni probabilità, il basso fondale (una secca) e per effetto della rottura della parte inferiore dello scafo, comincia ad imbarcare acqua". Così il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, nella sua informativa alla Camera sui fatti di Cutro.

      Tutela vita ha sempre priorità

      "L'esigenza di tutela della vita ha sempre la priorità, quale che sia l'iniziale natura dell'intervento operativo in mare. In altre parole, le attività di law enforcement, che fanno capo al Ministero dell'Interno, e quelle di soccorso in mare, che competono al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, esigono la cooperazione e la sinergia tutte le volte che i contesti operativi concreti lo richiedono, e in primis quando si tratta di salvaguardare l'incolumità delle persone in mare". Così il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, nella sua informativa alla Camera sui fatti di Cutro.

      Falso che Governo impedisca soccorsi

      "Il quadro normativo nazionale, peraltro sottoposto a vincoli di natura internazionale con specifico riguardo alla materia del soccorso in mare, non è assolutamente stato modificato dall'attuale Governo. Peraltro, le modalità tecnico-operative dei salvataggi non possono essere in alcun modo sottoposte a condizionamenti di natura politica o a interventi esterni alla catena di comando. Dunque, sostenere che i soccorsi sarebbero stati condizionati o addirittura impediti dal Governo costituisce una grave falsità che offende, soprattutto, l'onore e la professionalità dei nostri operatori impegnati quotidianamente in mare, in scenari particolarmente difficili". Così il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, nella sua informativa alla Camera sui fatti di Cutro.

      Soccorso avviene su segnalazione emergenza

      "E' essenziale chiarire che l'attivazione dell'intero sistema Sar (ricerca e soccorso, ndr) non può prescindere da una segnalazione di una situazione di emergenza. Solo ed esclusivamente se c'è tale segnalazione, si attiva il dispositivo Sar. Laddove, invece, non venga segnalato un distress, l'evento operativo è gestito come un intervento di polizia, anche in ragione di quanto prima osservato circa la capacità di soccorso delle nostre unità navali. È esattamente quanto avvenuto nel caso in questione". Così il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, nella sua informativa alla Camera sui fatti di Cutro.

      Da ottobre salvate oltre 36mila persone

      "Dal 22 ottobre 2022 al 27 febbraio 2023, le nostre Autorità hanno gestito 407 eventi Sar, mettendo in salvo 24.601 persone. Nello stesso periodo, nel corso di 300 operazioni di polizia per il contrasto dell'immigrazione illegale, la sola Guardia di Finanza ha tratto in salvo 11.888 persone. Per un totale, tra Sar e law enforcement, di 36.489 persone salvate. Dunque, dati alla mano, è del tutto infondato che le missioni di law enforcement non siano in grado di effettuare anche salvataggi". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, nella sua informativa alla Camera sulla tragedia di Cutro.

      Azione governo per interrompere morti in mare

      Proprio per interrompere la "tragica sequenza" di morti in mare, "sul presupposto che la causa principale, immediata e diretta sia costituita dalle reti criminali dedite al favoreggiamento dell'immigrazione irregolare e che la causa profonda risieda nei persistenti e crescenti squilibri tra Nord e Sud del mondo, questo Governo ha finalmente riportato il tema migratorio al centro dell'agenda politica, in modo trasversale rispetto a tutte le dimensioni lungo le quali si esplica la sua azione: a livello nazionale; sul piano europeo; con i Paesi di transito e partenza dei flussi". Così il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, nella sua informativa alla Camera sui fatti di Cutro.

      Governo impegnato per favorire immigrazione regolare

      Il governo Meloni è impegnato a "favorire l'immigrazione regolare in modo da renderla proficua sia per i migranti sia per il sistema produttivo nazionale e la società italiana". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, nella sua informativa alla Camera sulla tragedia di Cutro. "Abbiamo intenzione di proseguire in questa direzione, rafforzandone gli strumenti e semplificando gli aspetti procedurali - continua -. Sul versante umanitario, continueremo e potenzieremo anche le iniziative in atto relative ai corridoi d'ingresso umanitario, alle evacuazioni umanitarie e ai programmi di reinsediamento, che hanno sempre visto l'Italia in prima fila nella tutela delle persone vulnerabili. Il governo, sin dal suo insediamento, ha intensificato i corridoi migratori legali, portando in Italia 617 persone, un numero mai registrato in un così breve lasso di tempo".

      Non volevo colpevolizzare le vittime

      Alla gravità della condotta criminale degli scafisti "facevo riferimento quando, con commozione, sdegno e rabbia e negli occhi l'immagine straziante di tutte quelle vittime innocenti, ho fatto appello affinché la vita delle persone non finisca più nelle mani di ignobili delinquenti, in nessun modo volendo colpevolizzare le vittime. Mi dispiace profondamente che il senso delle mie parole sia stato diversamente interpretato. La sensibilità e i principi di umana solidarietà che hanno ispirato la mia vita personale, sono stati il faro, negli oltre trent'anni al servizio delle istituzioni e dei cittadini, di ogni mia azione e decisione". Così il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, nella sua informativa alla Camera sui fatti di Cutro.

      Trafficanti senza scrupoli

      "Quella di Cutro è una tragedia che ci addolora profondamente, anche sul piano personale, e la dinamica dei fatti conferma la sua dipendenza diretta dalla gestione criminale di trafficanti senza scrupoli che non esitano a sacrificare la vita altrui per biechi profitti personali, come il racconto dei sopravvissuti ha chiaramente messo in evidenza". Così il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, nella sua informativa alla Camera sui fatti di Cutro. Gli scafisti, ha sottolineato il ministro, "hanno tenuto nascosti i migranti sottocoperta per tutta la traversata, in condizioni disumane; hanno utilizzato, con ogni probabilità, un dispositivo in grado di inibire la trasmissione e la ricezione di onde radio; hanno scelto di sostare molte ore davanti alle coste calabresi per sbarcare di notte ed evitare di essere intercettati dalle forze dell'ordine; hanno cercato di sbarcare in un luogo isolato, anziché in un porto dove i migranti avrebbero potuto ricevere soccorso; sentendosi minacciati, hanno compiuto una virata azzardata che ha determinato il naufragio"

      Informativa Senato

      Dopo la Camera, è cominciata anche al Senato l'informativa del ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, sul naufragio di migranti al largo di Cutro. Presiede Ignazio La Russa. In aula, tra gli scranni del governo, ci sono al momento altri tre ministri ossia il leghista Roberto Calderoli, il forzista Paolo Zangrillo e la ministra per le Riforme, Elisabetta Casellati. Pochi per ora i senatori in aula, tra gli assenti il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini.

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