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      Giornata della Memoria, le dichiarazioni della politica

       

       

      Giornata della Memoria, le dichiarazioni della politica

      27 gen 23 "Nel giorno della memoria ricordiamo con commozione le vittime innocenti dell'odio e dell'intolleranza, e le atrocità dell'Olocausto. È importante celebrare questo appuntamento e raccontare ai più giovani gli orrori di quegli anni, affinché simili barbarie non si ripetano mai più". Lo scrive su Twitter Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria.

      "È fondamentale ricordare il sacrificio di milioni di vittime innocenti della Shoah e dell'Olocausto, affinché gli orrori del secolo scorso non accadano più. Occorre tenere alta l'attenzione e sostenere la consapevolezza critica, soprattutto delle nuove generazioni, perché la notte della ragione genera mostri". È quanto afferma il presidente del Consiglio regionale della Calabria Filippo Mancuso, nella ricorrenza della Giornata della Memoria, "che - aggiunge - deve essere un'occasione di approfondita riflessione sull'immane tragedia del nostro passato, per sconfiggere ogni indifferenza, educare i giovani alla libertà e per contrastare, come dice la senatrice a vita Liliana Segre, il pericolo dell'oblio".

      "In occasione dell'importante appuntamento annuale con la Memoria, un appello particolare lo rivolgo alle Scuole, certa della rilevanza che daranno all'educazione su temi cruciali nella formazione degli studenti, come la memoria storica della vergogna dell'Olocausto, la difesa della libertà ed il rispetto della vita". Lo scrive la vicepresidente della Giunta regionale della Calabria, Giusi Princi, che detiene anche la delega all'Istruzione. "Non si tratta - prosegue - di una ricorrenza come le altre: la lettura, l'approfondimento e l'analisi dei percorsi didattici che possono essere realizzati in questa occasione sul drammatico sterminio degli ebrei hanno un impatto sociale fortissimo, sono finestre sul mondo che ci permettono di capire il passato e di evitare che gli errori si ripetano nel futuro. Nel corso di questi mesi difficili, nostro malgrado, abbiamo tutti acquisito piena consapevolezza di quanto sia delicato l'equilibrio della pace; la guerra in Ucraina è un esempio di come la mancanza di comprensione e di dialogo possa portare a conflitti e sofferenze evitabili, forse addirittura inutili. È importante che la Scuola si impegni a trasmettere una memoria storica critica, che permetta agli studenti di comprendere gli eventi trascorsi e di riflettere su come occorra indirizzare le scelte politiche e sociali. La scuola deve diventare un luogo di formazione e di educazione per la pace, dove gli studenti possono imparare a rispettare le diversità culturali e a promuovere il dialogo e la concertazione. In questa giornata particolare, vorrei esortare ogni docente a dedicare un momento di riflessione e di approfondimento sulla storia della guerra in Ucraina e sull'importanza di fare tesoro degli insegnamenti del passato. La scuola ha un ruolo fondamentale nella sensibilizzazione e nella formazione dei giovani, e siamo certi che Voi tutti - scrive la Vicepresidente rivolgendo il suo messaggio alla società civile, agli educatori e non ultimo ai giovani - saprete approfittare di questa occasione per scuotere le coscienze e promuovere la cooperazione, il rispetto, la tolleranza, la difesa della libertà e della democrazia, senza mai dare nulla per scontato". "Questo messaggio - conclude Giusi Princi - vorrei fosse letto anche come un appello accorato ad ogni calabrese. Facciamo tesoro di cose è accaduto in passato, perché oggi come non mai, si avverte il grave pericolo di una società civile incapace di ascoltare e di indignarsi sui tanti episodi di intolleranza e discriminazione. Occorre tenere vivo il ricordo di ciò che è avvenuto nella prima metà del secolo scorso, per mantenere la capacità e l'umanità di guardare sempre all'altro con interesse e senso di inclusione".

      "Celebrare la Giornata della Memoria non è solo esercizio della memoria degli orrori del passato, non è solo il dovere di trasmettere ai più giovani il valore della costruzione della democrazia e della libertà, ma è anche la responsabilità di comprendere ed affrontare le dinamiche di odio e violenza presenti nella nostra società e combattere l'indifferenza". E' quanto ha affermato il sottosegretario all'Interno Wanda Ferro, con delega alle Libertà civili, intervenendo a Tarsia, in provincia di Cosenza, alle celebrazioni della Giornata della Memoria nel campo di concentramento di Ferramonti. "La memoria - ha aggiunto Wanda Ferro - insegna che ciascuno può fare sua parte. La nostra responsabilità è nel tenere viva la tensione contro il razzismo, contro le manifestazioni d'odio, contro l'antisemitismo che emerge ancora con molte facce nella nostra società e si manifesta con atti vandalici, con messaggi intimidatori, con insulti, ancor di più nel mondo virtuale. Onorare la memoria della Shoah significa quindi anche contrastare questi comportamenti che feriscono le nostre comunità, significa isolarne i responsabili, e su questo c'è la massima attenzione del Ministero dell'Interno attraverso la puntuale attività di monitoraggio condotta dall'Osservatorio per la Sicurezza contro gli atti discriminatori". "Ferramonti - ha aggiunto il sottosegretario Ferro - è un sacrario della memoria, un luogo che trasmette la responsabilità della testimonianza dell'orrore della Shoah, della vergogna delle leggi razziali, delle persecuzioni, delle deportazioni, della privazione della libertà e della morte. Ma anche un luogo che testimonia la possibilità di ciascuno di accendere una piccola luce di speranza anche negli abissi più profondi della violenza, dell'oppressione, dell'odio"."Perché Ferramonti - ha detto ancora il sottosegretario Ferro - è anche l'umanità e il coraggio di Paolo Salvatori, del maresciallo Marrari, di tutti coloro che sfidando leggi ingiuste hanno ascoltato la legge della propria coscienza, salvando la vita a migliaia di internati e rendendo meno dolorosa quella che fu pur sempre, non dimentichiamolo, una prigionia. Perché Ferramonti è anche la solidarietà spontanea e naturale dei cittadini di Tarsia, dei contadini dei dintorni, gente estranea alla violenza dei tempi, estranea alla follia del razzismo, che ha saputo esprimere vicinanza e accoglienza agli internati. Grazie a coloro che si sono rifiutati di assecondare il progetto di sterminio, a coloro che hanno protetto le famiglie al momento del passaggio dell'esercito tedesco, e che restano un esempio per ciascuno di noi". "Dobbiamo essere vigili - ha sostenuto ancora Ferro - perché la memoria non sbiadisca, perché all'odio non ci sia assuefazione, perché gli orrori del passato possano ripresentarsi silenziosamente e nell'indifferenza, ancor più in tempi in cui una nuova guerra semina morte e dolore ai confini dell'Europa. Lo dobbiamo alle vittime della Shoah, a chi oggi porta i segni di quelle atrocità, agli uomini e alle donne giusti e coraggiosi che hanno rischiato o sacrificato la propria vita per salvarne altre dall'odio, dalla violenza, dalla persecuzione, e per affermare i valori della libertà e della sacralità della vita umana".

      "'Quanta tristezza è racchiusa nel mio povero cuore di prigioniero. Lagrime silenziose oggi sono scese pensando al mio crudo destino, lagrime che han fatto bene al mio essere alleggerendolo di tanto [...] gravoso con della mistica rassegnazione. Il dottore mi ha dato 20 giorni di riposo. Ma varrà soltanto questo a guarirmi. È il tremendo interrogativo cui ho tanta paura di rispondere'. Dal diario di mio padre, Antonio Bruni, prigioniero nei campi nazisti". Lo scrive, in una nota, il consigliere regionale Amalia Bruni, presidente del Gruppo Misto. "Poche righe - aggiunge - per comprendere il terrore, lo sgomento e la disperazione di persone, come mio padre, condannate a vivere in condizioni orribili e con la paura di poter morire da un momento all'altro. La storia, però, sembra non averci insegnato nulla, nonostante l'Olocausto ci ricordi come la follia umana può determinare stragi di innocenti, milioni di morti per la supremazia di una razza rispetto a un'altra. Brividi di orrore. Eppure da undici mesi, alle porte di casa si combatte una guerra che sta producendo decine di migliaia di vittime da entrambe le parti senza che si intraveda la speranza della fine di un conflitto bellico assurdo. Il Giorno della memoria dovrebbe ricordare a tutti noi la luce della ragione e non riportarci indietro alla follia delle tenebre. L'umanità non sopravvivrebbe a un nuovo Olocausto. Tutti insieme dobbiamo costruire un mondo migliore. Lo dobbiamo alle nuove generazioni".

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