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      Regioni non avanzano su sostenibilità, ma cresce circolarità

       

       

      Regioni non avanzano su sostenibilità, ma cresce circolarità

      13 dic 23 Avanti sulla salute e l'economia circolare ma marcia indietro su molti obiettivi dell'Agenda 2030 dalla povertà alle risorse idriche, alle istituzioni: la fotografia della sostenibilità che emerge dal nuovo Rapporto ASviS sulle Regioni non è confortante: tra il 2010 e il 2022 gran parte delle Regioni italiane non hanno fatto passi avanti soddisfacenti rispetto agli obiettivi di sviluppo sostenibile. Rappresentano una eccezione positiva la Valle d'Aosta e la Toscana, mentre tra quelle che mostrano le peggiori performance si segnalano il Molise e la Basilicata, che presentano arretramenti rispetto al 2010 per ben sei obiettivi. Aumentano anche le disuguaglianze territoriali: complessivamente, le differenze di performance tra territori crescono per sette obiettivi, diminuiscono solo per due e restano invariate per cinque. Il Rapporto dedica particolare attenzione anche alle Strategie per lo sviluppo urbano sostenibile, inserite nei Programmi regionali delle politiche di coesione, e agli altri programmi dedicati alle città, finanziati complessivamente con più di 8 miliardi di euro nel periodo 2021-2027. Si tratta di un'occasione unica, secondo ASviS, per integrare tutti i finanziamenti (Pnrr, politiche ordinarie) attraverso l'elaborazione di una Agenda urbana nazionale per lo sviluppo sostenibile, di cui quella elaborata nel 2022 dal ministero delle Infrastrutture e la mobilità sostenibili costituisce un primo esempio. A tal fine, va finalmente attivato il Comitato interministeriale per le politiche urbane (CIPU) ricostituito nel 2021 e finalizzato a rappresentare la dimensione urbana della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile. Senza un deciso cambiamento delle politiche, sottolinea quindi l'ASviS, molti degli obiettivi dell'Agenda 2030 non saranno raggiunti, come mostra il confronto, per 24 obiettivi quantitativi, tra i risultati dell'Italia e quelli delle singole Regioni e Province autonome. Ad esempio tra gli obiettivi a a carattere sociale, 14 Regioni e Province autonome hanno la possibilità di ridurre sotto il 9% la dispersione scolastica e 15 di fornire servizi per l'infanzia per il 33% degli aventi diritto. Di contro, in 12 territori la quota di laureati sta diminuendo, allontanandosi dall'obiettivo del 50% di laureati (in età 30-34 anni). Per gli obiettivi a carattere ambientale il 25% di superficie agricola utilizzata destinata a coltivazioni biologiche è raggiungibile da 11 territori su 21. Tra gli obiettivi con forti criticità, si segnalano l'efficienza idrica, la riduzione del 20% dell'energia consumata e l'azzeramento del consumo di suolo, per i quali in circa due/terzi dei territori la situazione sta peggiorando, fermo restando che nessuna Regione o Provincia autonoma sembra avere la possibilità di raggiungerli entro il 2030. Per gli obiettivi a orientamento economico, la copertura della rete Gigabit per tutte le famiglie appare raggiungibile da 18 territori. Al contrario, una situazione critica per la riduzione di rifiuti urbani: in 15 territori, infatti, tale produzione sta aumentando e in nessuna area si registrano miglioramenti significativi. Per i temi a carattere istituzionale infine, si segnala che, nonostante l'obiettivo di ridurre del 40% la durata dei procedimenti civili, in 12 territori su 21 essa sta aumentando, il che rende per essi irraggiungibile l'obiettivo.

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