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      Occhiuto: Positiva dichiarazione Cdm su stato di emergenza sulle migrazioni

       

       

      Occhiuto: Positiva dichiarazione Cdm su stato di emergenza sulle migrazioni

      11 apr 23 "Giudico positivamente la dichiarazione da parte del Consiglio dei ministri dello stato di emergenza sulle migrazioni. È giusto che il Ministero dell'Interno e le istituzioni possano avere poteri speciali per affrontare e gestire un fenomeno complesso, destinato a non esaurirsi nel breve periodo e che sta mettendo a dura prova alcune regioni del Sud come la Calabria". Lo afferma, in una nota, Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria. "Dopo la tragedia di Steccato di Cutro - aggiunge Occhiuto - ho avuto modo di confrontarmi con i ministri competenti, a partire dal titolare dell'Interno Matteo Piantedosi, in merito alle difficoltà oggettive che riscontrano i Comuni calabresi, meta di migliaia di arrivi irregolari. Penso al caso più eclatante, quello di Roccella Jonica, Comune in prima linea nell'accoglienza di flussi migratori di enormi dimensioni. Lo stato di emergenza consentirà a tutte le strutture dello Stato di velocizzare l'iter di alcune procedure necessarie per avere a disposizione gli strumenti indispensabili per garantire sempre e in modo strutturale la prima accoglienza per i migranti che arrivano nel nostro Paese, e dunque nella nostra regione. Bene ha fatto il governo Meloni a mettere in campo una misura indispensabile per incidere in processi spesso non gestibili con l'amministrazione ordinaria. Nel complesso, l'Italia sta fronteggiando praticamente da sola un'emergenza gravissima, che nei mesi estivi è destinata ad acuirsi". "Il mio auspicio - dice ancora il Presidente della Regione Calabria - è che questa volta l'Europa concorra concretamente ad affrontare le migrazioni in maniera solidale e soprattutto attraverso nuovi ed efficaci mezzi di soccorsi in mare e contestualmente di ricollocamento dei migranti tra i diversi Paesi dell'Ue".

      Conferma stretta su protezione, verifica ogni due anni

      Un'ulteriore stretta alle norme in vigore sull'immigrazione, con un dimezzamento dei tempi di verifica per il rinnovo della protezione speciale, da quattro a due anni. Ma anche regole più rigide per chi gode di questo status, affinché vi acceda solo chi ne ha effettivamente diritto. È quanto dovrebbero prevedere alcuni degli emendamenti dell'esecutivo al decreto Cutro, che saranno discussi domani in commissione Affari costituzionali al Senato. A quanto si apprende, la maggioranza di governo sarebbe compatta sul pacchetto di emendamenti e ci sarebbe spazio di manovra per rendere l'interpretazione della protezione speciale più chiara, valutando con maggiore specificità i vari casi affinché siano evitati escamotage da parte di chi non ne ha diritto. Tra gli esempi citati in merito, quello di far decadere lo status di protezione speciale per chi rientra anche temporaneamente in patria. Anche i tempi di permanenza all'interno dei Centri per i rimpatri dovrebbero subire variazioni. Altri emendamenti puntano ad accelerare i tempi sull'eventuale riconoscimento della protezione internazionale e i provvedimenti di accompagnamento alla frontiera, attraverso una serie di semplificazioni burocratiche. Previsto anche il collegamento da remoto all'udienza di convalida per l'accompagnamento alla frontiera o il trattenimento nei centri di rimpatrio. Cade forse definitivamente l'ipotesi di una nuova struttura di missione al ministero dell'Interno sui "compiti consultivi e di indirizzo" per l'integrazione dei migranti, ma - viene fatto sapere - saranno trovate soluzioni alternative.

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