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      Corbelli scrive a Occhiuto: Fare presto per il cimitero dei migranti a Tarsia

       

       

      Corbelli scrive a Occhiuto: Fare presto per il cimitero dei migranti a Tarsia

      04 apr 23 “Caro Roberto, bisogna fare presto. La triste vicenda della povera e sfortunata bambina musulmana, non identificata e chiamata come il nostro grande Santo calabrese, Francesca Paola, morta nel naufragio di Cutro, seppellita nella città paolana senza rito islamico, dimostra, ancora una volta, quanto sia importante, indispensabile e urgente l’ultimazione del Cimitero internazionale dei Migranti, in fase di realizzazione a Tarsia, che nasce con lo scopo proprio di dare una degna sepoltura a tutte le vittime dei tragici naufragi, nel rigoroso rispetto delle diverse culture religiose”. E’ quanto scrive, in un messaggio wa, appena recapitato, al presidente della Regione, Roberto Occhiuto, il leader del Movimento "Diritti Civili", Franco Corbelli, promotore della grande opera umanitaria del ciimitero dei migranti di Tarsia, conosciuta e apprezzata nel mondo, per la cui costrizione lotta ininterrottamente da dieci anni, dalla tragedia di Lampedusa del 3 ottobre 2013. Corbelli, oggi, in una nota, informa anche che ieri (lunedì) è stata recapitata al Governatore calabrese, da parte del sindaco di Tarsia, Roberto Ameruso, la relazione redatta dal responsabile dell’ufficio tecnico comunale, ing. Raffaele Cosenza, e dai due progettisti, ing. Donato D’Anzi e arch. Fernando Miglietta, con la richiesta del secondo stralcio per l’ultimazione della monumentale opera, che, com è noto, sarà intitolata proprio ad un piccolo migrante, diventato, suo malgrado, l’emblema del dramma dell’immigrazione, il bambino siriano Alan Kurdi. Un primo finanziamento di 220mila euro, già utilizzato per i lavori iniziali, era stato concesso dalla Giunta di Mario Oliverio. “Non appena sarà pronta e funzionale la grande opera umanitaria non si ripeteranno più storie tristi come questa della bambina musulmana o di altri bimbi, senza nome, tumulati in altri piccoli, sperduti cimiteri, che di fatto ne cancellano così per sempre ogni ricordo e riferimento per i loro familiari dei lontani Paesi del mondo che non sapranno mai dove andare un giorno a cercarli per portare un fiore e dire una preghiera. Oltre la tragedia, anche questa altra disumanità, che noi vogliamo cancellare, dando, con il Cimitero dei Migranti, un luogo sicuro e noto per accogliere tutte le vittime. Per questo, come ho scritto di nuovo oggi all’amico presidente Occhiuto, al quale avevo ieri anche anticipato la relazione e la nuova richiesta del comune di Tarsia e che ringrazio per la sua volontà e disponibilità, come dichiarato pubblicamente, a realizzare questa grande opera di civiltà, bisogna fare presto, riprendere subito i lavori e recuperare il tempo che si è perso, per colpa della pandemia e di altri, diversi ostacoli burocratici. Ricordo che il Cimitero dei Migranti sorge in un luogo fortemente simbolico, su una vasta area di quasi 30mila mq, una bellissima Collina della Pace, immersa negli ulivi secolari(che resteranno intatti), di fronte al Lago e al vecchio camposanto comunale, in parte anche ebraico, e a brevissima distanza dall’ex Campo di Concentramento fascista più grande d’Italia, quello di Ferramonti, che fu, durante la seconda guerra mondiale, luogo di prigionia ma anche di grande umanità e solidarietà, dove nessuno degli oltre tremila internati subì mai alcuna violenza. Per questo, ho pensato a questo luogo così significativo per la realizzazione del Cimitero internazionale dei Migranti”.

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