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      Il ricordo della tragedia dei minatori italiani a Marcinelle

       

       

      Il ricordo della tragedia dei minatori italiani a Marcinelle

      08 ago 23 A Marcinelle, in Belgio, hanno preso parte alla cerimonia per ricordare i 262 minatori morti l'8 agosto 1955 all'interno delle miniere, c'erano anche i rappresentanti del Friuli Venezia Giulia nel mondo. Hanno assistito alla cerimonia, a cui hanno preso parte la regina del Belgio Paola Ruffo di Calabria e il ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, anche la Clape nel Mondo con il presidente Lucio Gregoretti ed il vice presidente Mario Salvataggio, l'Unuci di Monfalcone con il presidente Giovanni De Manzini e l'Eraple (Ente Regionale ACLI per i Problemi dei Lavoratori Emigrati del Friuli Venezia Giulia) con la vice presidente Bruna Zuccolin ed il direttore Cesare Costantini oltre al direttore di Radio Onde Furlane, Mauro Missana. Sono 7 minatori del Fvg morti a Marcinelle: si tratta di Pietro Basso di Bannia, Mario Buiatti di Udine, Ruggero Castellani di Ronchis, Lorenzo De Santis di Flaibano, Ferruccio Pegorer di Azzano Decimo, Ciro Natale Piccolo di Povoletto e Armando Zanelli di San Giorgio di Nogaro. Giuseppe Piccoli, Grande Ufficiale al merito della Repubblica e responsabile Eraple del Belgio, ha dichiarato che " il ricordo deve portare ad una lezione a favore degli emigrati. Maggiori comprensioni del loro modo di vivere". Idealmente con loro anche Efasce Pordenonesi nel Mondo, con il presidente Gino Gregoris che ha inviato questo messaggio: "Marcinelle è una tragedia che è ancora viva nei ricordi dei nostri emigranti e di tutto il Friuli Venezia Giulia. Perirono anche dei nostri corregionali insieme a tanti altri italiani in cerca di riscatto sociale ed economico nel Dopoguerra, dediti al lavoro e fonte di sostegno per le proprie famiglie. Come ogni anno, ricordare è un dovere per portare questa memoria nel futuro: da Efasce grazie a Eraple, Unuci e Clape per averci rappresentato in Belgio".

      "Oggi ricorre il 67mo anniversario della tragedia della miniera di carbone Bois du Cazier di Marcinelle, in Belgio, in cui persero la vita 262 operai, di cui la metà italiani e molti originari della Calabria. Marcinelle è uno dei simboli della triste e dolorosa storia dell'emigrazione italiana, in cui anche generazioni di calabresi lasciarono le proprie case e i loro cari per scappare dalla povertà in cerca di un futuro migliore. Ricordiamo il dramma di quell'8 agosto 1956, le vittime e i feriti". Lo afferma in una nota Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria. "Come istituzioni è nostro compito - aggiunge Occhiuto - non consentire che simili disastri possano ripetersi. Da parte mia e della Giunta che rappresento c'è il massimo impegno per migliorare giorno dopo giorno, il più possibile, le condizioni di sviluppo economico-sociali della nostra regione, affinché nessuno debba sentirsi più costretto ad abbandonare la sua terra per inseguire una vita dignitosa".

      "Da parte del Governo italiano, un forte segnale di attenzione e di rispetto per le tante vittime italiane che persero la vita nella tragedia di Marcinelle nel 1956". A sostenerlo in una nota è l'eurodeputato Denis Nesci (Fdi-Ecr). "La presenza del vicepremier Antonio Tajani, con la famiglia Reale del Belgio, alla commemorazione del tragico evento dell'esplosione della miniera a pochi chilometri da Charleroi - aggiunge Nesci - rende onore alla memoria degli emigrati del Sud Italia. Nel 1956, nella miniera di carbone di Marcinelle, di Bois du Caizer, un cortocircuito causò un incendio che portò alla morte 262 persone. Solo in dieci si salvarono. I minatori rimasero senza via di scampo, soffocati dalle esalazioni di gas. Dei 262 operai morti, ben 136 erano italiani. E di questi 136 emigrati italiani quasi tutti erano provenienti dal Mezzogiorno d'Italia. La metà erano abruzzesi e buona parte erano calabresi originari di Reggio Calabria, Cosenza, San Giovanni in Fiore, Caccuri, Cerenzia, Castelsilano, Santa Severina, Roccabernarda, Savelli, Scandale, di tutta la Sila e dell'intero Marchesato di Crotone". "Marcinelle è ricordato come uno degli incidenti più sanguinosi sul lavoro - osserva l'eurodeputato - e rappresenta un simbolo di sofferenza e coraggio. Una tragedia, per la quale nessuno ha mai pagato, che fu il vessillo dell'abnegazione dei nostri concittadini che lottavano, con ignobili condizioni di lavoro, per risollevare se stessi e le loro famiglie dalla devastazione del secondo conflitto mondiale. Quei calabresi, costretti a vivere in condizioni disumane, in catapecchie e senza acqua, in una tessitura sociale sporcata da un razzismo diffuso, indotti a lavorare senza diritti sono l'emblema di una voglia di riscatto e di emancipazione che oggi il Governo della nostra nazione onora e ricorda".

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