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      Strage di Bologna, il commento della politica

       

       

      Strage di Bologna, il commento della politica

      02 ago 23 "La strage del 2 agosto del 1980 alla stazione di Bologna è una ferita ancora aperta per tutto il nostro Paese. Un incubo che ci trasciniamo da 43 anni, e sul quale occorre ancora fare piena chiarezza. Oggi solo una preghiera per le vittime e la sincera vicinanza ai loro familiari". Lo scrive su Twitter Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria.

      “43 anni dopo una delle stragi più violente che il 2 agosto 1980 ha colpito Bologna e il Paese, gli italiani, da Nord a Sud, non dimenticano le 85 persone uccise e le altre 200 rimaste ferite. Il Consiglio regionale della Calabria esprime vicinanza alle famiglie ed auspica che la memoria di quel feroce attentato sia da costante monito per difendere la libertà e la democrazia dal terrorismo” L’ha detto il presidente del Consiglio regionale della Calabria Filippo Mancuso, in occasione del 43º anniversario della strage alla stazione ferroviaria di Bologna avvenuta alle 10:25 del 2 agosto 1980.

      "L'immagine emblematica della strage di Bologna di cui oggi commemoriamo l'anniversario é quella dell'orologio della stazione fermo alle 10 e 25. Quella fotografia è diventata il simbolo della disumanità, del terrorismo, della vigliaccheria". Lo afferma, in una nota, la consigliera regionale Amalia Bruni (Pd), vicepresidente della Commissione contro la 'ndrangheta. "In quell'attentato - aggiunge Bruni - si contarono 85 morti e centinaia di feriti. La più piccola era Angela Fresu, tre anni, stava andando in vacanza con la mamma sul lago di Garda, il suo corpo non è mai stato ritrovato. Il più anziano si chiamava Antonio Montanari e aveva 86, anni, aveva perso per un soffio l'autobus per tornare a casa ed era andato in stazione per avere informazioni. Altri 82 italiani persero la vita per una mano vigliacca che voleva minare le fondamenta democratiche del nostro Paese ma l'Italia, invece, ha retto e reagito bene. Un attentato di chiaro stampo fascista che ha trascinato nel dolore e nella disperazione 85 famiglie imprimendo un segno indelebile nella coscienza civile del nostro Paese". Per Bruni "la risposta ferma e univoca da parte dello Stato ha avuto l'effetto contrario e ha rinsaldato quei principi civili e morali che ogni Paese libero e democratico deve avere. Ci sono ancora zone grigie, da chiarire su quanto è avvenuto il 2 agosto del 1980 ma sono fiduciosa che siamo sulla strada giusta. Desidero stringermi intorno ai familiari delle 85 vittime e di tutte quelle dei feriti per esprimere la mia vicinanza e la mia riconoscenza. Con il loro esempio di compostezza e risolutezza hanno dimostrato come si difende la democrazia e la Repubblica quando si subiscono azioni violente e si è oggetto di trame poco chiare".

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