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      Consiglio regionale per l'8 marzo, il dibattito in Aula

       

       

      Consiglio regionale per l'8 marzo, il dibattito in Aula

      08 mar 22 Precedenza alle donne nella seduta del Consiglio regionale dedicata al dibattito sulle misure per il superamento della discriminazione di genere proposte dalla Giunta. Ma prima di dare la parola ai consiglieri il presidente dell'Assemblea Filippo Mancuso ha fatto gli auguri "del Consiglio regionale alle donne calabresi e alle donne ucraine che vivono in Calabria e a tutte le donne della Repubblica Ucraina che stanno resistendo all'aggressione unilaterale dell'esercito russo". "Se si sommano i dati che certificano lo svantaggio delle donne calabresi, meno occupate, più esposte ai lavori precari, spesso utilizzate senza adeguata valutazione di titoli di studio e professionalità e meno retribuite degli uomini e alla fragilità del welfare, si ravvisa la persistenza di problematiche a cui dobbiamo prestare attenzione, energie e risorse. L'obiettivo del Pnrr è un aumento del 4 per cento di donne occupate entro il 2026 che potrà ridurre il distacco che vi è tra l'Italia e l'Europa, senza però dimenticare la gravita delle diseguaglianze di genere nel Mezzogiorno, dove lavora una donna su tre: il 33% contro il 50.5% nazionale". "L'auspicio - ha sostenuto ancora il presidente Filippo Mancuso - è che leggi come quella che oggi approviamo, rientrino in una efficace strategia nazionale ed europea, per agevolare, a una quota consistente di donne, l'entrata nel mercato del lavoro e aumentare reddito e consumi, partecipando cosi alla ricostruzione dell'economia nazionale e alla crescita del Sud. Serve una terapia d'urto, come sostengono alcuni economisti che ipotizzano una tassazione più favorevole ("gender tax") sul lavoro delle donne, ma serve anche un cambio di mentalità e del modello di sviluppo che, in linea con le previsioni dell'articolo 37 della Costituzione che vieta ogni discriminazione, annulli il divario di genere nell'interesse delle donne e del Paese". "Legge pienamente condivisibile - ha sostenuto la consigliera Amalia Bruni che ha aperto il dibattito in Aula - ma che non ha una dotazione finanziaria; non prevede un solo euro di spesa e non prevede neppure quelle azioni concrete capaci di rendere tangibili i buoni propositi che in essa sono contemplati e rischia di essere aleatoria e astratta". A seguire Valeria Fedele (Fi), ha parlato di perfettibilità della legge, "ma oggi - ha affermato - abbiamo uno strumento pratico, uno strumento che si propone, nella sua struttura, nella sua ratio, univoca e chiara, e soprattutto nel suo testo assolutamente snello, uno strumento apprezzabile, sia in termini formali che sostanziali. Non vuole certo essere un monolite chiuso, ma lo stimolo per andare avanti meglio e andare oltre". "L'8 marzo, quest'anno ha il volto delle donne ucraine - ha esordito Pasqualina Straface (Fi) - e quella di oggi vuole essere la Giornata internazionale delle donne dove noi chiediamo, a gran voce, lo stop del conflitto. Sono molto soddisfatta di questa legge che merita la nostra condivisione. - ha aggiunto - La data che è stata scelta oggi assume un valore simbolico e porta un messaggio rivolto a tutti i nostri corregionali per una legge voluta dalla nostra vice presidente Giusy Princi che ringrazio per aver proposto davvero misure concrete, di sostegno a tutte le donne calabresi". "Sono orgogliosa di essere donna, e di poter rappresentare insieme alle colleghe il genere femminile in questo consesso - ha sostenuto Katya Gentile (Fi) - per discutere di una legge che rappresenta un punto di svolta per la nostra Regione, e che spero, possa essere approvata all'unanimità". L'assessore regionale Tilde Minasi (Lega) ha preventivamente rivolto un pensiero di vicinanza alle donne che vivono situazioni di discriminazione e alle "donne ucraine che oggi stanno dimostrando grande forza e coraggio. Una legge - ha detto - può diventare a sua volta un input positivo a percorsi ancor più incisivi che guardano ad un progresso paritario della società". Ferdinando Laghi (Lista de Magistris) ha precisato che "la discussione non riguarda la parità di genere, che è un concetto che ci vede tutti unanimemente dalla stessa, ma uno strumento normativo che detta delle linee di principio che sono tutte condivisibili. Sarebbe stato necessario - ha però aggiunto - che questa legge avesse tempi un po' più congrui e un lavoro più articolato in sede di Commissione". Nella seconda parte del dibattito - concluso dalla vice presidente della Giunta regionale Giusy Princi - il consigliere Giuseppe Gelardi (Lega), intervenendo anche a nome della capogruppo Simona Loizzo, assente dai lavori, ha chiesto all'Aula l'approvazione della legge sulla discriminazione di genere, "proposto e fortemente voluto dalla vice presidente Giusy Princi, che sarà un tassello importante nel percorso di cambiamento della società che pur nel rispetto delle nostre amate tradizioni sappia compenetrarsi al processo di rinnovamento sociale di questi anni, per molti versi, difficili. Approvando questo progetto di legge - ha concluso - faremo certamente un significativo passo in avanti al quale tutti noi abbiamo il dovere di compartecipare". Per Ernesto Alecci (Pd), "portare in Aula l'8 marzo questa legge ha un forte impatto emotivo importante e comprendo la scelta di indirizzo politico, ma spero - ha detto - che non rimanga solo un puro esercizio di stile giuridico, ma che possa anche essere riempita di contenuti". Alecci, nel chiedere atti concreti sulla legge, ha annunciato la presentazione di un emendamento che preveda percorsi nelle scuole affinché si possano tratteggiare degli sviluppi all'interno della nella vita delle donne differenti da quelli che possono essere alcuni esempi familiari. Nell'esprimere apprezzamento per la proposta di legge in discussione, Davide Tavernise (M5S) ha affermato come il Consiglio regionale, con la sua larga presenza femminile dimostri che le donne calabresi sono una risorsa in più. "Non basta adesso soltanto scrivere delle belle parole su un disegno di legge, che condividiamo tutti, ma bisogna fare di più", ha aggiunto annunciando un emendamento per l'istituzione di un tavolo regionale di coordinamento per la parità di genere. Raffaele Mammoliti (Pd), pur condividendo il contenuto della proposta in esame, ed apprezzarne il testo, ha posto l'accento sull'assenza di un dibattito preventivo sull'argomento, "non solo con le opposizioni, visto che la legge è arrivata nelle Commissioni convocate congiuntamente in tutta fretta, ma senza una mediazione con le forze sociali, le associazioni che avrebbero potuto dare un contributo interessante su un tema così importante e sensibile. E poi non avete previsto un solo euro, nonostante l'elencazione di misure e di interventi previste dalla legge". Fausto Orsomarso, assessore al Turismo ed al Marketing territoriale, ha invitato a cogliere gli aspetti positivi della giornata. "Io penso - ha evidenziato - che la Regione abbia messo un punto di partenza per inchiodare la futura programmazione europea, diversa rispetto alla vecchia programmazione con risorse impegnate male". Antonio Lo Schiavo (Lista De Magistris) ha espresso il rischio che il dibattito che esula da quello che avviene fuori dall'Aula. "Forse non ci rendiamo conto della reale situazione delle donne in Calabria. Che è l'ultima regione d'Italia per occupazione femminile. E di fronte a questa emergenza e agli ostacoli che di fatto impediscono la piena uguaglianza di cittadini, oggi non possiamo limitarci a fare annunci spot. Il tempo degli annunci sta per finire e sta per finire perché c'è una Calabria che bolle nelle sue emergenze sociali". Nicola Irto, capogruppo Pd in Consiglio regionale ha espresso comprensione sulla necessità di comunicazione per far coincidere l'approvazione della legge con la giornata dell'8 marzo. "Ma nel merito e nel metodo non ci siamo - ha aggiunto annunciando alcuni emendamenti - Nel merito, su come la legge è stata trattata nelle Commissioni dove le opposizioni non hanno avuto la possibilità di vedere discussi i propri emendamenti. Così com'è, per alcuni versi una legge così non serviva. Sarebbe bastata una mozione. Un testo importante nel quale mancano alcune cose, a cominciare dall'impegno economico, per una visione finale. Altrimenti il rischio è quello di avere un atto importante che ha la stessa valenza di una mozione consiliare". Ha concluso il dibattito la vice presidente Giusy Princi che ha prima rivolto un pensiero alle donne, le mamme, le figlie ucraine "la cui resilienza - ha detto - è la più bella dimostrazione, in questa tragedia, in questo momento di tristezza, è la più bella fotografia che viene data al mondo". La vicepresidente ha quindi respinto il termine di legge spot dichiarata dall'opposizione. "Tutti questi articoli devono essere declinati in interventi attuativi, in proposte concrete. Qui parliamo di concretezza. La legge odierna non è uno spot. Non ci saremmo dotati di questo strumento senza un progetto".

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