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      Calabria protagonista alla Borsa del turismo archeologico di Paestum

       

       

      Calabria protagonista alla Borsa del turismo archeologico di Paestum

      25 nov 21 I tesori archeologici calabresi sono stati protagonisti, oggi, alla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, a Paestum. Nella prima delle quattro giornate si è parlato del Parco di Sibari e delle aree di Terina e Taureana. E' quanto si legge in una nota. L'evento è stato coordinato da Mariangela Preta, archeologa e direttrice del Polo Museale di Soriano Calabro. Ha aperto il convegno l'assessore regionale Fausto Orsomarso. "Quella presente qui - ha detto - è una grande squadra con la quale faremo grandi cose in Calabria nel post covid. Crediamo che il Mezzogiorno possa fare la differenza". Salvatore Patamia, segretario regionale del Mic, è scritto nella nota, ha dato atto alla Regione di finanziare "gran parte dei nostri interventi di promozione. E questi rapporti di collaborazione devono continuare; da un lato Regione deve programmare, ma occorre che dopo si passi all'azione perché siamo una terra ricca di beni archeologici. Siamo nella fase di attuazione - ha aggiunto - di vari programmi e in sede di servizi stiamo attuando tre importanti progetti dedicati ai grandi attrattori che si calano nella realtà della Bmta: in primis i depositi digitali, dove il nostro intento è di far conoscere i beni custoditi ma fuori dall'usufrutto degli utenti; andremo a selezionare i più importanti e faremo scannerizzazioni in 3D dando la possibilità a tutti di ammirarli. Il secondo è rivolto al visitatore con la creazione di una piattaforma che prevede vari servizi: un'App, la geolocalizzazione e la georeferenziazione, di cui si sta occupando la direzione regionale musei". Patamia ha poi parlato dei rischi ai quali sono soggetti i beni archeologici: rischi vandalici, di furto, di incendi, sismico e "quindi ci stiamo dotando di una piattaforma con monitoraggio satellitare. Non capisco perché abbiano staccato il turismo dei beni culturali, ciò nonostante ci muoviamo lo stesso perché se riusciamo a valorizzarli attraiamo visitatori che non per forza deve essere straniero, ma anche locale". Filippo Demma, direttore del Parco di Sibari e ad interim direttore dei musei della Calabria Mic, parlando di "Sibari in progress" si è concentrato sui tre luoghi della cultura che caratterizzano il parco: il museo archeologico, l'area archeologica e il museo di Amendolara. Si è poi soffermato sulla necessità di "preservare il sito dal rischio inondazioni, a causa della presenza di una falda acquifera sotterranea che ci tiene impegnati ogni giorno. Stiamo quindi approntando il piano di mitigazione del rischio idrogeologico, dopo esserci accorti che è stata svuotata la falda che ha finito col creare avvallamenti nella zona. Scavare a Sibari è complicato e costoso ma grazie al Pnrr siamo riusciti a realizzazione un 'master plan' per risolvere il rischio idrogeologico e dare la possibilità di proseguire nelle attività di ricerca aprendo alle università. Altro problema è della disarticolazione dei contesti vista la distanza tra le varie aree, e ancora stiamo cercando di trovare una soluzione contro il fenomeno della criminalità". L'ultima criticità attiene all'assenza di archivi informatizzati e satellitari. Su questi punti, Demma ha evidenziato che la direzione si sta adoperando per rendere migliore il servizio. L'archeologa e docente di archeologia classica all'Unical Stefania Mancuso ha evidenziato come la "Regione abbia avuto negli ultimi anni maggiore spazio alla Bmta, caratterizzando così la propria presenza". Si è, quindi soffermata sulla ripresa della ricerca su due siti (Terina nella piana Lametina e Taureana nel Reggino) e sulla necessità di farlo in un'ottica di ricaduta positiva sui territori. "Nel 2016 - ha detto - è stata sospesa la campagna di scavo a Terina a causa di una politica che non ha saputo cogliere l'importanza del sito che ad oggi, infatti, è ancora chiuso. Per fortuna ora c'è l'intenzione di riaprirlo, ma bisogna che ci sia l'intenzione che ci si ponga il problema della gestione del sito". Su Taureana nel territorio di Palmi, definito "un vero gioiello", la Mancuso ha ricordato come nel 2010 sia stato "portato alla luce un edificio per spettacoli che ha fatto partire la ricerca". Parlando di fruizione dei siti, la Mancuso ha ricordato che a Palmi "il piano strategico ha previsto 2 milioni di euro che verranno spesi per lotti funzionali per garantire una completa ricerca e una acquisizione delle conoscenze che possano consentire, in un secondo lotto, una reale progettazione che porti alla realizzazione di un luogo in cui svolgere spettacoli". Protagonista anche il parco archeologico tra Vibo Marina e Portosalvo, in cui insistono l'approdo sommerso di Trainiti e il Castello di Bivona (nato in epoca normanna e ingrandito nel 1400, e posto a protezione del porto, distrutto dal terremoto del 1783). "Un sito che sta facendo emergere nuovi reperti come la struttura di periodo ellenistico scoperta recentemente", ha commentato Preta, evidenziando l'intenzione, di concerto col sovrintendente di Cosenza, Reggio e Vibo, Fabrizio Sudano, di trasformarlo in un luogo di eventi per farlo vivere. Quest'ultimo ha focalizzato il proprio intervento su sapere dove e cosa scavare per valorizzare: "Bisogna avere il coraggio di fare delle scelte, a volte anche impopolari, ma è un errore grave pensare che chi scava lascia un buco; si fa invece ricerca ed esso è finalizzato alla valorizzazione perché altrimenti sarebbe fine a se stesso".

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