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      Elezioni: Occhiuto corre in Calabria, sorelle Santelli chiedono non utilizzare suo nome

       

       

      Elezioni: Occhiuto corre in Calabria, sorelle Santelli chiedono non utilizzare suo nome

      13 giu 21 Una tessera nel complicato puzzle delle candidature trova la sua collocazione: è quella di Roberto Occhiuto per il centrodestra in Calabria, dove invece nel centrosinistra vige ancora il caos. Una candidatura che parte subito con una polemica sollevata dalle sorelle di Jole Santelli, la governatrice deceduta il 15 ottobre 2020. Il centrosinsitra ha invece visto celebrare le primarie a Torino, nelle quali M5s pur non partecipando, ha preso posizione in favore di uno dei concorrenti, Enzo Lavolta. E il rapporto con il Movimento guidato da Giuseppe Conte diventa sempre più centrale nelle scelte del Pd di Enrico Letta anche in Calabria e a Bologna, dove salgono i veleni tra i candidati. L'annuncio da parte del capogruppo di Fi alla Camera della sua candidatura alla presidenza della Calabria, preannunciata nei giorni scorsi, è stato dato a Vibo dallo stesso Occhiuto insieme al coordinatore regionale di Fi Giuseppe Mangialavori. I due poco dopo hanno dovuto precisare che comunque l'annuncio ufficiale dovrà essere dato congiuntamente dai partiti di centrodestra; precisazione che indica come anche nei passaggi formali certe spigolosità all'interno della coalizione non siano state smussate in questi giorni di continui braccio di ferro per la scelta di tutti i candidati che comporranno il puzzle finale, al quale mancano Milano e Bologna. In più Occhiuto ha parlato di una candidatura in "continuità" con il lavoro di Jole Santelli, ricevendo il commento delle sorelle della compianta governatrice azzurra della Calabria, Paola e Roberta, le quali hanno chiesto "che il suo nome non venga utilizzato strumentalmente per tornaconto elettorale". Richiesta arrivata dopo che anche dal centrosinistra era stata utilizzata la figura della compianta governatrice azzurra a fini elettoreli. "Sarebbe offensivo della memoria di Jole - hanno aggiunto -intestarsi arbitrariamente parole come continuità o fare solo annunci e proclami da campagna elettorale". Il centrodestra si può consolare col fatto che dopo la definitiva rinuncia venerdì di Nicola Irto a candidarsi per il centrosinistra, in polemica con il segretario Enrico Letta, in questo campo è ancora caos, con voci di dimissioni del commissario del Pd in Calabria, Stefano Graziano, respinte da Roma, dove si attende un imminente incontro con Conte per cercare di trovare un candidato comune senza primarie.

      Senza attendere Conte, M5s si è invece schierato a Torino, entrando a gamba tesa nelle primarie del centrosinistra, in cui corrono quattro candidati. Poco prima dell'apertura dei gazebo alle 15, il viceministro Laura Castelli si è schierato per Lavolta, perché "è quello che più rappresenta questa fase storica e soprattutto il percorso che con Conte stiamo facendo". Castelli parla di "fase storica" per il cambio di atteggiamento del Movimento circa le alleanze, e per certi versi è quello che accade a Napoli, dove Luigi Di Maio ha confermato l'appoggio del Movimento al Dem Gaetano Manfredi già rettore della Federico II. L'appoggio a una figura istituzionale ha spinto Fulvio Martusciello a dire che i militanti di M5s voteranno per il candidato di centrodestra, il Pm Catello Maresco, in nome del loro vecchio giustizialismo che però così transiterebbe nel centrodestra una volta garantista. M5s fa il tifo per uno dei concorrenti alle primarie del centrosinistra anche a Bologna, visto che con un successo di Matteo Lepore ci sarebbero chance si intesa magari al secondo turno, esclusa da Isabella Conti. Proprio Lepore ha aumentato il grado di polemica itnerna, affermando che il centrodestra voglia "inquinare le primarie", mandando il 20 giugno ai gazebo i propri militanti per favorire il successo di Conti e impedire le nozze Pd-M5s. Sotto le due torri si lotta anche nel centrodestra. La Lega, con Michele Facci, ha detto che prende in considerazione solo le due candidature civiche (Battistini e Ugavero), cosa che irrita Fi che prende in considerazione anche la candidatura politica dell'azzurro Andrea Cangini.

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