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      Tar annulla ordinanza Regione, tante reazioni e commenti

       

       

      Tar annulla ordinanza Regione, tante reazioni e commenti

      09 mag 20 Il Tar di Catanzaro richiude bar e ristoranti calabresi ai quali la governatrice della Calabria Jole Santelli aveva consentito di effettuare servizio ai tavoli se all'aperto, ma non frena affatto le polemiche politiche. Accogliendo il ricorso presentato dal Governo, i giudici amministrativi annullano l'ordinanza "della discordia" sottolineando che sulle misure anti Covid decide il Presidente del Consiglio e ordinano di abbassare le saracinesche a tutti quei locali - soprattutto a Cosenza visto che negli altri capoluoghi i sindaci avevano già stoppato il provvedimento regionale - che negli ultimi giorni avevano avviato una parvenza di ritorno alla "normalità" riprendendo il servizio ai tavoli. Di seguito il lungo elenco di reazioni e commenti dal mondo della politica e da associazioni e istituzioni.

      "C'è voluta una sentenza del Tar per difendere pienamente la salute dei calabresi dal governo regionale". Così il commissario regionale del Partito democratico della Calabria Stefano Graziano commenta la decisione del Tribunale amministrativo regionale di Catanzaro che ha accolto il ricorso del governo contro l'ordinanza Santelli sulle riaperture delle attività come bar, ristoranti ed agriturismi. "Adesso che la giustizia si è espressa - prosegue - chiediamo alla Santelli chi si assumerà la responsabilità se nei prossimi giorni l'Inail dovesse segnalare che qualcuno ha contratto il virus nel corso dell'orario di lavoro, cosa che ovviamente ci auguriamo non accada. Dal 18, valutate le due settimane di fase due, si potrà aprire in sicurezza e con regole certe".

      "Non ha vinto nessuno e soprattutto ha perso la Calabria. Con la pronuncia del Tar sull'ordinanza della Regione n. 37 del 29 aprile la giustizia amministrativa conferma ciò che già nell'immediatezza suggeriva il semplice buon senso". È quanto dichiara Pippo Callipo, capogruppo di "Io resto in Calabria" in Consiglio regionale. "Il provvedimento - prosegue - ha fatto guadagnare la ribalta mediatica alla presidente Jole Santelli ma ha suscitato la contrarietà dei medici calabresi. Inoltre non è servito a un pur minimo rilancio della nostra economia e non ha dato neanche un segnale di speranza. Solo caos e propaganda sulla pelle dei calabresi. La prima risposta, d'altronde, l'hanno data gli stessi esercenti che per la stragrande maggioranza hanno deciso di attenersi alle regole stabilite dal governo. Evidentemente non era possibile riaprire dalla sera alla mattina senza avere indicazioni chiare né assistenza in materia di precauzioni igieniche e sanitarie. Avevamo fatto notare sin da subito quanto il provvedimento fosse irresponsabile, incoerente e intempestivo, purtroppo siamo stati facili profeti. La Calabria - conclude Callipo - è stata piegata a un gioco politico deciso a Roma e ha perso solo di credibilità. Non se ne sentiva proprio il bisogno. Da adesso, con il massimo senso di responsabilità, è bene che si facciano meno ordinanze spot e che ci siano più confronto e tempestività nell'aiutare concretamente i calabresi a rialzarsi".

      "Anche di fronte ad una emergenza prima sanitaria ed oggi economica, al timore che la criminalità organizzata sia più veloce dello Stato ad "aiutare" gli esercenti in crisi, il governo usa il Tar come una clava per rivendicare le competenze statali sulle ordinanze regionali. Il ricorso del governo che ha annullato - per quanto? - l'ordinanza della Regione Calabria è una vittoria di Pirro: riafferma un principio scontato, che nessuno ha messo mai in discussione, e allo stesso tempo crea un danno all'economia di una Regione che oggi, stando agli indici di contagio, può dirsi sicura. Contenti loro... Una cosa è certa: con il bullismo istituzionale non si va da nessuna parte". Così, in una nota, la vicepresidente del gruppo Forza Italia al Senato, Licia Ronzulli.

      "Siamo in presenza di una delle peggiori forme di statalismo mai esistite. Il governo Conte uccide le autonomie e accentra su di sé tutti i poteri, con le conseguenze che gli italiani stanno vivendo sulla loro pelle". Così il senatore di Forza Italia Giuseppe Mangialavori a commento della sentenza del Tar che ha accolto il ricorso del governo contro l'ordinanza della presidente della Regione Calabria sulla riapertura di bar e ristoranti con servizio all'aperto. "L'ordinanza Santelli - prosegue - aveva avuto il merito di riaccendere i motori dell'economia calabrese e rappresentava la voglia di ripartire di una regione in cui l'emergenza sanitaria è stata meno grave rispetto ad altre zone del Paese. Il governo Conte, invece, con una mossa dalla dubbia legittimità costituzionale, ha preferito imporre il suo potere piuttosto che permettere alla Calabria di entrare davvero nella sua fase 2".

      "Dispiace per la decisione del Tar di Catanzaro contro l'ordinanza della presidente della Regione Calabria, Jole Santelli. L'iniziativa della governatrice era di assoluto buon senso, tutta proiettata in una prospettiva di riapertura graduale per un territorio che fortunatamente ha superato queste settimane contenendo la diffusione della pandemia". Lo afferma in una nota Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati. "Santelli aveva dato speranza agli imprenditori e ai lavoratori calabresi. Invece bar, pasticcerie, ristoranti e pizzerie dovranno continuare a non poter ospitare clienti, in una regione con tanti problemi legati al lavoro e alla disoccupazione. Poteva essere una bella pagina di ripartenza, sarà invece - conclude Gelmini - un'ennesima occasione persa, con relative ricadute negative per l'economia".

      "La sentenza con cui il Tar ha accolto il ricorso del governo contro la Regione Calabria certifica il passo falso della presidentessa Jole Santelli. Più volte l'avevamo invitata a ritirare l'ordinanza che per oltre una settimana ha messo a rischio i calabresi". Lo affermano, in una nota, i parlamentari M5S Francesco Sapia, Bianca Laura Granato, Giuseppe d'Ippolito e Paolo Parentela. "Ci auguriamo - proseguono - che Santelli impari la lezione di rispetto istituzionale e da qui in avanti accetti che l'emergenza Covid va gestita in armonia con il governo e nell'esclusivo interesse dei cittadini, senza cedere agli ordini di partito. Speriamo che da adesso in poi ci sia piena collaborazione istituzionale e, soprattutto, che non si giochi sulla pelle dei calabresi. Santelli imbocchi la strada della prudenza e del confronto e riveda subito il bando di 'Riparti Calabria', che penalizza ingiustamente tante imprese in difficoltà".

      "La sentenza del TAR testimonia quanto da noi più volte sostenuto, e cioè che la violazione dei principi di legalità sta diventando una costante, un modus operandi continuo di questa Giunta regionale. Ma l'arroganza istituzionale non paga: il giudice amministrativo ha messo termine oggi a uno scontro insensato avviato, con la sua ordinanza, dalla Presidente Santelli che si è mossa in maniera irragionevole, senza la necessaria responsabilità verso le comunità amministrate. Quelle stesse comunità che, sicuramente, saranno pronte a ripartire il prossimo 18 maggio in piena sicurezza e seguendo le linee guida che saranno emanate dal Governo nazionale". È quanto dichiara il capogruppo PD in Consiglio regionale, Domenico Bevacqua. "Non si trattava, come si voleva far passare - prosegue - di discutere su 'quattro bar e tavolini': si tratta, come ben si legge nella sentenza del TAR, dell'unità del nostro ordinamento giuridico, insieme alla salute dei lavoratori e dei cittadini. Ciò che maggiormente mi rammarica, però, è che l'applicazione di questa sentenza (che, peraltro, poteva forse arrivare più rapidamente), finirà per danneggiare proprio quei lavoratori che, a fatica, stavano cercando di riorganizzarsi e rimettere in moto le loro attività. La presidente Santelli non si è minimamente curata dei danni che poteva andare a creare e ha perseverato in nome di una malintesa e sterile visibilità mediatica".?

      "La decisione del Tar lascia una scia di rammarico e di delusione. La Presidente Santelli ha avuto il coraggio di mettere al centro le esigenze dei suoi cittadini e di imprese letteralmente affossati da una chiusura e da una crisi senza precedenti. Far ripartire la Calabria era la scelta più che legittima per il bassissimo numero di contagi presenti nella nostra terra e per il principio di differenziazione regionale che, in questa fase due segnata dalla necessità di dare messaggi di speranza, non può non essere una discriminante fondamentale nel contesto dell'emergenza codiv". E' quanto afferma il capogruppo di Forza Italia, Giovanni Arruzzolo. "Il paradosso - prosegue - è che questa ordinanza, e dobbiamo ammettere che le conclusioni cui è giunto il Tar lasciano molte perplessità, dovendo investire, invece, una decisione così importante la Corte Costituzionale, è rimasta in vita ben undici giorni e coincide con quella che, a breve, sarà, comunque, la ripartenza stabilita. Una situazione che il Governo avrebbe potuto evitare in nome del buon senso che deve sempre contraddistinguere l'agire politico-istituzionale, al di là del colore politico. E ciò, soprattutto in situazioni drammatiche come questa che sta attraversando il nostro Paese e che richiedono, più che mai, unità e condivisione di fronte a decisioni supportate dall'essere la Calabria zona verde e finalizzate a dare una boccata di ossigeno al fragile tessuto economico e sociale della nostra regione".

      "Poteva essere semmai il Parlamento, nel quadro di una rivisitazione del Titolo V della Costituzione, a reintrodurre in Italia la 'clausola di supremazia' dello Stato sulle Regioni. Non poteva certo farlo il Tar della Calabria con le motivazioni contenute nella sua sentenza che ha annullato l'ordinanza della Presidente Santelli sulla riapertura in sicurezza di ristoranti e bar". Lo dichiara il presidente del Consiglio regionale Domenico Tallini, di Forza Italia. "Motivazioni - prosegue - che nei fatti annullano ogni margine di autodeterminazione delle Regioni italiane, soccombenti rispetto ad uno straripante potere centrale che riduce le istituzioni locali al ruolo di semplici esecutrici anche nelle materie concorrenti come la sanità. Lo dico con profondo rispetto nei confronti della magistratura amministrativa e senza alcuna intenzione polemica, ma ritengo che questa decisione scaverà inevitabilmente un solco molto profondo tra lo Stato centrale e le Regioni, a prescindere dal loro colore politico, poiché incide direttamente sul potere di autodeterminazione delle Istituzioni regionali. Tutto ciò avviene, paradossalmente, nel Cinquantesimo anniversario della nascita delle Regioni. Parliamo di nascita o di morte? La sentenza del TAR Calabria sarà inevitabilmente utilizzata dal Governo nei confronti di tutte le altre Regioni italiane che oseranno armonizzare in chiave locale le linee guida dell'Esecutivo che peraltro nessuno di noi contesta, così come nessuno contesta il ruolo di coordinamento centrale in tema di emergenza sanitaria. Avevo auspicato un passo indietro del ministro Boccia, chiedendo di avviare un dialogo proficuo e leale, ricercando una soluzione condivisa che evitasse il braccio di ferro giudiziario". "Si è preferita - conclude Tallini - la strada dello scontro politico-istituzionale che non porterà da nessuna parte. Si badi bene, l'introduzione nei fatti della 'clausola di supremazia', contenuta nelle motivazioni della sentenza, è un problema che riguarda tutti. Non è più solo una questione calabrese. Ne prendano atto tutte le forze politiche nazionali, di ogni schieramento, di governo e di opposizione, se hanno davvero a cuore l'assetto regionalista della nostra Repubblica e vogliono evitare una curvatura centralistica del nostro sistema democratico".

      "La decisione del TAR di bloccare le riaperture anticipate in Calabria è surreale. È la vittoria della burocrazia sul buon senso. La Presidente della Regione Jole Santelli, con uno straordinario lavoro di monitoraggio e prevenzione, è riuscita a tutelare nel miglior modo possibile la salute dei cittadini calabresi. Si è poi, com'è giusto che sia, preoccupata delle condizioni economiche di quegli stessi cittadini, un aspetto che evidentemente al Governo non sembra interessare". Così Gabriella Giammanco, Vicepresidente di Forza Italia in Senato. "Il ricorso dell'esecutivo avverso la decisione di riaprire bar e ristoranti - prosegue - è frutto di una scelta ideologica e rappresenta un attacco politico. È fuori da ogni logica pensare di trattare le Regioni in modo uniforme, quando l'epidemia ha avuto e continua ad avere una diffusione fortemente differenziata. Tutta la mia solidarietà, quindi, a Jole Santelli, che ha dato un esempio di buon Governo mettendo a nudo l'inadeguatezza dell'Esecutivo" conclude Giammanco.

      ""La sentenza del Tar che annulla l'ordinanza regionale di Jole Santelli che prevedeva l'apertura con il servizio ai tavoli all'aperto è un colpo basso a una regione che, nel rispetto delle misure di sicurezza, ha tutto il diritto di tornare a vivere." Così in un tweet Giorgio Mulè, deputato e portavoce dei gruppi azzurri di Camera e Senato.

      "L'ordinanza della discordia ha consentito alla presidente Santelli di guadagnare la scena mediatica, ma ha trascinato la Regione in un inutile scontro con il Governo determinato da finalità politiche. Un superflop! La Giunta regionale si concentri sulla crisi economica e sociale più grave dal dopoguerra. E lo faccia non più in solitudine, ma attivando la concertazione sociale e consentendo la partecipazione propositiva del Consiglio regionale che, dopo mesi dal voto, sta ancora attendendo di sapere qual è l'idea di Calabria dell'on. Santelli". Lo sostiene il consigliere regionale Francesco Pitaro (g.misto).

      "Com'era ampiamente prevedibile, questa mattina la scure del Tar della Calabria si è abbattuta sull'ordinanza regionale della governatrice Jole Santelli, e il provvedimento è stato annullato nella parte che riguardava l'apertura di bar e ristoranti". Lo afferma il deputato M5s Francesco Forciniti. "Senza entrare troppo nel merito delle motivazioni tecniche che hanno portato all'annullamento della tanto discussa ordinanza - prosegue - c'è un passaggio molto importante della sentenza che merita di essere attenzionato, che fa riferimento al principio di prevenzione. Il Tar sostiene infatti che, di fronte ad un rischio sanitario potenzialmente elevato derivante dal coronavirus, 'ogni iniziativa volta a modificare le misure di contrasto all'epidemia non può che essere frutto di un'istruttoria articolata, che nel caso di specie non sussiste'. Ciò tenuto anche conto del livello di efficienza del sistema sanitario regionale. In questa seconda fase, insomma, le misure devono essere 'rimosse gradualmente, in modo che si possa misurare, di volta in volta, la curvatura assunta dall'epidemia in conseguenza delle variazioni nella misura delle interazioni sociali'. Dunque, si tratta di una bocciatura su tutta la linea dell'irresponsabile atteggiamento di chi ha pensato bene di autorizzare la riapertura di bar e ristoranti così, dalla sera alla mattina, ignorando totalmente il contesto, senza la minima istruttoria, senza un'adeguata valutazione, senza l'elaborazione di protocolli di sicurezza adeguati. Chi agisce così non fa il bene della categoria del settore bar/ristoranti, e rischia di causare danni ancora maggiori. Proprio per questo c'è un lavoro costante che sta impegnando il governo e le autorità sanitarie alla definizione di protocolli sanitari, e che porterà ad aperture ragionate e il più possibile sicure a partire dal 18 maggio. Questa è la differenza tra chi lavora per proteggere i cittadini e l'economia, e chi invece crede che essere presidente di Regione significhi giocare a fare propaganda". "Quando si agisce dimenticando la responsabilità derivante dal proprio ruolo istituzionale, e si pensa al contrario a strumentalizzare baristi e ristoratori mandandoli allo sbaraglio dall'oggi al domani con il solo fine di portare avanti un'assurda guerra politica contro il governo centrale - conclude Forciniti - le cose non possono finire così: con un'ingloriosa figuraccia".

      "La pronuncia del Tar della Calabria rimette ordine nel rapporto tra governo centrale e Regioni e assicura un riferimento giuridico ineludibile da cui si devono trarre interpretazioni politiche. La più importante delle quali è che la ripartenza dopo il lockdown non può avvenire in ordine sparso, ma deve essere frutto di un accordo istituzionale e seguire delle precise linee guida, in modo tale da non vanificare gli sforzi e i sacrifici fatti in questi ultimi due mesi dagli italiani". Lo afferma la deputata del Movimento 5 stelle alla Camera Federica Dieni. "La fase 2 - aggiunge la parlamentare - non può svolgersi in modo disordinato e senza un coordinamento del governo centrale; deve invece essere graduale e contemperare tutele sanitarie ed esigenze economiche e sociali".

      "Bene" per il Codacons la decisione del Tar di Catanzaro che ha annullato l'ordinanza di Jole Santelli. L'associazione dei consumatori era intervenuta nel ricorso in appoggio al ministro Boccia, chiedendo ai giudici di sospendere l'ordinanza del presidente Santelli. "È stato ribadito - afferma il presidente Carlo Rienzi - il principio della preminenza dell'interesse dello Stato ad avere una disciplina uniforme in tutto il territorio in merito alla fase 2 dell'emergenza coronavirus. Dopo questa sentenza si attende a giorni la decisione della Corte Costituzionale dove pende un ricorso del Codacons per conflitto di attribuzioni tra poteri dello Stato contro le ordinanze delle regioni che, sulla fase 2, si sono mosse in ordine sparso".

      "Prendiamo atto del pronunciamento del Tar, ma non sfuggono più a nessuno le contraddizioni di un Governo che chiude la Calabria ma salvaguarda Regioni amiche". Lo dice l'assessore regionale all'agricoltura, Gianluca Gallo. "Un comma - prosegue - finalizzato a ridare ossigeno ad un'economia strozzata dalla crisi sanitaria è stato trasformato in materia di duello istituzionale da un Governo che nel mentre si appresta a riaprire, da qui a qualche giorno, le stesse attività di cui ha ottenuto oggi la chiusura in Calabria, si muove con passo diverso nei riguardi di Regioni che hanno autorizzato attività ben più invasive. Si pensi che la Puglia, qualche giorno fa, ha emanato un'ordinanza per consentire, a nostro parere giustamente, la riapertura di estetisti e parrucchieri. Eppure, non una parola l'Esecutivo ha ritenuto di dover spendere al riguardo, a dimostrazione di una differenza di trattamento che spiega tante cose. La Calabria, con la sua battaglia, ha impresso un'accelerazione al processo delle riaperture che da qui a poco riguarderà gran parte dell'Italia. Abbiamo inteso rappresentare, nel primario rispetto delle esigenze di carattere sanitario, la voce del popolo delle partite Iva, dei piccoli imprenditori, di quanti ogni giorno hanno la necessità di sbarcare il lunario perché non garantiti da un posto fisso o da rendite di posizione. Il Governo, però, ha preferito imboccare altra strada". "Dispiace constatare - conclude Gallo - che il centrosinistra calabrese, invece di sostenere questo percorso o quantomeno di sollecitare il Governo al mantenimento degli impegni assunti con lavoratori e cittadini, strumentalizzi la sentenza ergendosi a paladini di etica, legalità e ed epidemiologia, con disciplina di partito al fianco di coloro i quali dopo aver dichiarato a Roma l'emergenza sanitaria il 31 Gennaio, a fine Febbraio correvano a bere aperitivi in Lombardia in favore di telecamera, al grido di 'Milano non si ferma'. Oggi festeggiano per aver chiuso la Calabria, invece di aiutarla a ripartire".

      "Credo che le regioni del Mezzogiorno abbiano dato, a livello istituzionale e comunitario, un grande esempio di diligenza, senso di responsabilità e rispetto delle regole. Non si può però mortificare quanto fin qui fatto portandoci davanti al Tar se riteniamo di poter accelerare, in sicurezza, un graduale processo di riapertura". Così all'ANSA il Presidente della Regione Molise, Donato Toma (centrodestra) a margine della decisione del Tar di Catanzaro che ha annullato l'ordinanza del Presidente della Regione Calabria del 29 aprile nella parte in cui dispone che sul territorio della Regione, è 'consentita la ripresa delle attività di Bar, Pasticcerie, Ristoranti, Pizzerie, Agriturismo con somministrazione esclusiva attraverso il servizio con tavoli all'aperto'. "Il buon senso deve essere reciproco - ha aggiunto - se in alcuni territori la curva epidemiologica è prossima allo zero, non si può tenere ferma a oltranza l'economia e soprattutto la microeconomia dietro cui ci sono famiglie e lavoratori che stanno affrontando gravi difficoltà. Se le condizioni lo consentono bisogna consentire, ovviamente in assoluta sicurezza e rispettando tutte le prescrizioni, una graduale riapertura. È quello - ha anticipato - che anche come Molise chiederemo nelle prossime ore al Governo. Ed è per questo che solidarizziamo con l'amica Jole Santelli, presidente della Regione Calabria: non è impugnando al Tar i provvedimenti regionali che si risolve la pandemia. Il metodo deve essere quello del dialogo e del rispetto delle prerogative territoriali".

      "Secondo l'assessore mascherato della Giunta Santelli, lo Stato di Diritto è dominazione, oppressione e negazione della "autodeterminazione delle comunità" (qualunque cosa voglia dire)". Lo scrive su Twitter Andrea Romano, deputato del Partito Democratico, commentando le affermazioni del Capitano Ultimo (assessore della giunta regionale calabrese) secondo cui la sentenza del Tar che ha bloccato l'ordinanza Santelli sarebbe segno di oppressione del popolo. Romano conclude: "Forse la Presidente Santelli dovrebbe ricordargli le fondamenta della democrazia repubblicana".

      "Le sentenze vanno rispettate ma sono criticabili, come tutte le cose fatte dall'uomo non sono infallibili né sempre giuste. Il TAR Calabria ha dato una lettura troppo rigida e conservativa dei provvedimenti del governo centrale, senza tenere purtroppo in considerazione il diverso grado di incidenza dell'epidemia sul territorio calabrese rispetto ad altre regioni. Ed ora gli effetti negativi di questa discutibile sentenza non mancheranno di farsi sentire sull'economia calabrese e sulla ripartenza delle attività della ristorazione e dei bar, verso le quali la presidente Jole Santelli si era prodigata con coraggio e determinazione". Lo dichiara la senatrice di Forza Italia Fulvia Caligiuri, eletta in Calabria. "Non era logico ieri - aggiunge - e non lo è ancor più oggi per la Calabria attendere invano le decisioni che tardano o non arrivano da Roma, dove prevale solo la confusione e l'incapacità di guardare in modo diversificato alle varie realtà italiane. E la Calabria è una regione, per fortuna e grazie anche ai provvedimenti molto stringenti attuati dall'amministrazione Santelli, poco toccate dall'epidemia. Detto questo, il premier Conte, l'esultante ministro Boccia e gli altri ministri, approvino subito il decreto dei 55 miliardi e aiutino immediatamente le imprese e la smettano di fare solo inutile propaganda e di dividersi mentre l'Italia - conclude Caligiuri - rimane incredula ed attonita davanti ad uno spettacolo indecente offerto da un governo che brilla solo per la sua inadeguatezza".

      "L'autoritarismo uccide la democrazia e il diritto all'autodeterminazione. Il popolo si ama, non si domina. E' solo oppressione". Così si legge in un tweet del colonnello De Caprio, assessore regionale all'Ambiente della Calabria, a commento della scelta "politica" del governo nazionale di impugnare l'ordinanza del governatore Jole Santelli ricorrendo al TAR "il cui pronunciamento - ha affermato poi il colonnello De Caprio - ha portato oggi a una grave lesione dell'autonomia decisionale del popolo calabrese, del suo coraggio, della sua determinazione ad andare avanti ben saldo sulle proprie gambe. Ma il Sud ha imparato da tempo a parlare con voce propria e continuerà a farlo, la Calabria continuerà a farlo, nella cornice della legge, certo, rispettando le istituzioni, ma non dimenticando il suono della sua voce libera".

      "Le sentenze, mi hanno insegnato, non si discutono. Ma eventualmente si impugnano, alla Santelli la mia solidarietà". Così il governatore della Basilicata, Vito Bardi, in merito alla sentenza del Tar sull'ordinanza della Presidente della Regione Calabria. "Rimane però il dato politico - ha aggiunto Bardi in una nota diffusa dall'ufficio stampa della Giunta lucana - di una ridiscussione che dovremo necessariamente fare in sede di Conferenza Stato - Regioni e che fa seguito alla lettera che i governatori del centrodestra hanno inviato alcuni giorni fa al presidente del Consiglio e al Capo dello Stato proprio sul tema della compressione delle guarentigie costituzionali che - ha concluso - la nostra Carta affida proprio al sistema delle autonomie regionali".

      "Il nostro obiettivo è quello di superare questa emergenza e ripartire subito, gradualmente e in sicurezza. L'ordinanza regionale, illegittima illogica e irresponsabile, rischiava di mandare all'aria tutto ciò che i Calabresi sono riusciti a fare fino ad oggi, rispettando le regole con grande senso di responsabilità e consentendo alla nostra regione di rimanere tra le meno colpite in Italia dall'emergenza sanitaria". È quanto afferma il sindaco metropolitano di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà. "Oggi - prosegue - la sentenza del Tar di fatto certifica l'illegittimità e l'inopportunità dell'assurdo provvedimento adottato dalla Regione Calabria. Un'ordinanza alla quale negli ultimi giorni si erano opposti l'ordine dei medici, la task force degli esperti medici nominati dalla stessa Regione, l'Anci territoriale e nazionale insieme alla stragrande maggioranza dei sindaci calabresi, il Governo che aveva chiesto che venisse modificata ricevendo il benservito dalla Governatrice, ma soprattutto gli stessi operatori economici e i cittadini cui il provvedimento era diretto. È chiaro che non si tratta di una normale vicenda amministrativa ma di una questione che ha messo gravemente a rischio la salute dei calabresi e che quindi non poteva passare in cavalleria. Da parte nostra abbiamo immediatamente posto un argine a questo scempio disponendo un'ordinanza che superasse le novità introdotte dalla Regione quasi nottetempo, alla vigilia di una data sensibile come l'1 maggio, allineandoci con le disposizioni del Governo sostenute da serie valutazioni scientifiche e mettendo al riparo dai rischi i nostri concittadini. Allo stesso tempo abbiamo ritenuto di costituirci in giudizio per accertare se l'ordinanza potesse produrre danni al nostro territorio, cosa effettivamente verificata dal Tar che oggi fortunatamente ha messo la parola fine su una vicenda che ci saremmo volentieri risparmiati". "Noi in questa fase - ha concluso Falcomatà - abbiamo l'esigenza di tutelare due priorità assolute: la salute dei cittadini ed il loro diritto al lavoro. Riaprire sì quindi, ma in sicurezza, rispettando le norme ed i protocolli e procedendo in maniera graduale e condivisa, senza strattoni, ancor più quando questi provengono da una chiara ed evidente strategia nazionale di polemica politica, che, seppur legittima, non può e non deve mai prevalere sugli interessi del territorio, specialmente su temi delicati come quello della salute dei cittadini".

      "Apprendo la notizia della sentenza del Tar Calabria, discutibile costituzionalmente, di certo prevedibile ma lascia pur sempre l'amaro in bocca per l'accanimento politico dimostrato verso la nostra regione e verso la Presidente Santelli. Parlo di accanimento in quanto non mi sembra il governo sia stato così solerte nel raccogliere i suggerimenti degli scienziati. Ricordo che L'Oms aveva elogiato il modello Svezia (che ha tante similitudini con quello proposto dalla Santelli) per la graduale ripresa nella fase 2". Lo afferma il deputato Sergio Torromino. "Il governo centrale - prosegue - non solo si dimostra distaccato dalle necessità delle singole regioni, non tiene conto della diversa curva epidemiologica e delle differenze nel mondo produttivo. Una decisione quella di ricorrere verso il Tar per annullare l'ordinanza della presidente che può essere considerata solo un mero braccio di ferro, volendo dimostrare la propria forza senza tenere conto delle autonomie regionali. In questo provvedimento a perdere non è stata la regione Calabria che ha dimostrato ancora una volta la voglia di ripartire, in sicurezza, nonostante tutto, non volendo vivere di assistenzialismo ma bensì chiedendo 'solo' di poter lavorare dignitosamente".

      "La Regione Sardegna, dallo scorso 4 Maggio, consente la celebrazione delle messe con i fedeli nelle chiese. Le Regioni Toscana, Lazio e Sicilia hanno riaperto i cimiteri già da una settimana, in tutti i casi con ordinanze più liberali rispetto al DPCM del Governo che invece aveva prorogato queste chiusure. Non capisco perché solo alla Calabria non è stato consentito di tornare a lavorare, con il ricorso al Tar e polemiche enormi contro la scelta della Regione di consentire in piena sicurezza a bar e pizzerie di servire i clienti nei tavoli all'aperto". Lo afferma in una nota il deputato di Forza Italia Francesco Cannizzaro. "La Calabria ha azzerato i contagi da ormai 20 giorni - prosegue - e c'è tanta voglia di ripartire. I ristoratori e i consumatori hanno partecipato all'udienza affianco alla Regione, vogliono lavorare, vogliono produrre, vogliono riappropriarsi di dignità e libertà negate da mesi. Perché negarlo? Perché proprio alla Calabria? E' paradossale negare i tavoli all'aperto qui che abbiamo già trenta gradi e splende il sole, mentre i locali sono aperti e chiunque prende da mangiare e lo consuma all'aperto, nelle panchine pubbliche o sul marciapiede. I calabresi stanno pagando sulla loro pelle la battaglia ideologica e politica del Governo Pd-M5S. Che per quest'emergenza ne ha combinate di tutti i colori, dapprima ha sottovalutato, non ha avuto il coraggio di chiudere al Nord quando andava fatto, poi ha consentito a migliaia di persone di muoversi dal focolaio verso il Sud provocando l'arrivo del virus anche nel meridione, e adesso blocca i territori che vogliono ripartire ma al tempo stesso non prevede aiuti efficaci per i lavoratori che a metà maggio aspettano ancora i soldi di marzo. Cosa succederà a bar e pizzerie che da dieci giorni avevano riaperto, acquistando merce, pagando i dipendenti? E' una follia dei comunisti e sono convinto che i calabresi se ne ricorderanno quando si tornerà a votare: adesso è palese chi sono i veri nemici di questa terra".

      "Ora, dopo la sentenza del Tar, il presidente Jole Santelli dismetta i panni dell'opposizione al Governo e convochi in Calabria la task force su economia e lavoro, per dare un orizzonte e una prospettiva alla Calabria e per programmare in sicurezza la ripartenza del 18 maggio". Lo scrive su facebook il segretario generale della Cgil Calabria, Angelo Sposato. "Imprese e lavoratori di molti settori, della ristorazione, del turismo, gli esercizi commerciali - prosegue - aspettano fatti concreti. Il 18 maggio bisogna ripartire bene e in sicurezza. Serve senso di responsabilità. Ci sarà tempo per la politica, ora occupiamoci dei problemi della Calabria".

      "Il Governo ha causato il caos nella gestione dell'emergenza e sta continuando a mantenere una totale anarchia nella fissazione delle misure e nella loro applicazione. Il caso della Calabria è emblematico: la Presidente Santelli si è limitata ad anticipare alcune misure di riapertura nel solco delle indicazioni governative ed è stata bloccata dall'azione governativa a fronte di iniziative di altre Regioni che sono passate sotto silenzio". Lo afferma il senatore Marco Siclari. "Il Governo - prosegue - non sta interpretando la differenza del quadro epidemiologico nei vari territori, insistendo con misure uguali pur in presenza di situazioni molto differenti. Oggi vi è il bisogno di lavorare rispettando le indicazioni date per evitare il contagio. L'auspicio è che in tempi brevissimi la parola passi alle Regioni che sanno meglio interpretare le disposizioni adattandole ai contesti territoriali".

      "Il governo ha pugnalato la Calabria e la sua necessità di ripartire". Lo afferma, in una nota, Maria Tripodi, deputata di Forza Italia. "Ricorrendo al tribunale amministrativo contro l'ordinanza della presidente della Regione Calabria Jole Santelli sulla riapertura di bar e ristoranti - continua - l'esecutivo si è mostrato lontano dai bisogni reali di cittadini e imprese, ha fatto rivendicare una nuova forma di 'jus primae noctis' per un mero interesse politico. Un'insensata dimostrazione di forza che arrecherà danni solo ai calabresi".

      "La sentenza del Tar non può di certo fare gioire un Governo nazionale che fin qui ha commesso tantissimi errori, esasperando i rapporti con le Regioni". Lo afferma l'assessore regionale al bilancio Francesco Talarico che ribadisce il sostegno alla linea politica adottata dal presidente della giunta Jole Santelli. "La Calabria - prosegue - grazie anche alle scelte della governatrice Jole Santelli è riuscita a contenere il contagio da Covid-19 ed è pronta alla ripartenza già da qualche tempo, così come lo sono altre Regioni italiane, soprattutto nel Mezzogiorno. Da qui la necessità di accelerare alcune aperture per non compromettere il futuro dell'economia regionale già molto fragile. Il Governo, dunque, avrebbe dovuto elaborare una fase due non univoca sul tutto il territorio nazionale ma diversificata, consentendo alle Regioni, in relazione al numero dei contagi, di poter adottare provvedimenti in base alla situazione reale. Un chiaro errore del Governo Conte, che con tali decisioni calpesta le autonomie regionali ignorando le esigenze dei territori imponendo le proprie decisioni per ragioni meramente politiche, vista la preannunciata riapertura nei prossimi giorni. Nel merito poi l'ordinanza del presidente della giunta non ha fatto altro che concedere qualche spiraglio in più ai piccoli imprenditori calabresi, titolari di bar e ristoranti, per ricominciare a lavorare e non compromettere ulteriormente le proprie attività. Dei piccoli segnali di apertura, pienamente giustificati dal numero basso di contagiati in Calabria, rispondenti alle richieste provenienti dalle categorie produttive e che ben contemperava la tutela della salute pubblica con il diritto al lavoro". "Un provvedimento - conclude l'assessore Talarico - che ben si era inserito nelle misure adottate dalla giunta e contenute nel bilancio regionale, approvato sul finire del mese di aprile, per dare sostegno alle imprese, ai professionisti e alle famiglie calabresi. Un percorso che in ogni caso, aldilà della sentenza del TAR, dovrà proseguire con impegno nelle prossime settimane".

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