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      La stampa cosentina a sostegno di Cosenza Capitale della Cultura 2026

       

       

      La stampa cosentina a sostegno di Cosenza Capitale della Cultura 2026

      12 dic 23 Il 15 dicembre si conoscerà il nome delle dieci città, candidate a capitale italiana della Cultura 2026, che avranno accesso alla finale del 29 marzo 2024. E' noto da qualche mese che del gruppo delle aspiranti fa parte anche la città di Cosenza, esattamente da quando il dossier di candidatura è stato presentato al Ministero della Cultura. Una candidatura, quella della città guidata dal Sindaco Franz Caruso, affidata al dossier “Dai sogni ai segni”. E quando si fa riferimento a questi segni, si parla di segni visibili, tangibili, misurabili, condivisi e che marcano le azioni della ripresa culturale e civile di Cosenza: confronto, ricomposizione tra passato, presente e futuro, apertura alle contaminazioni, ricucitura tra centro e periferie, prossimità, inclusività, sostenibilità. Una città, Cosenza, letteralmente piena di segni, grazie ai numerosi cantieri di rigenerazione urbana alla base della strategia del progetto. E' questa una grande opportunità per altrettanto grandi trasformazioni grazie agli investimenti in corso e che (ri)disegna spazi e servizi pubblici ispirandosi alla definizione di un tempo, “l’Atene della Calabria”. Il progetto di candidatura di Cosenza Capitale Italiana della Cultura per il 2026 è il frutto della grande attività di co-progettazione condotta in preparazione ai finanziamenti CIS Cosenza e Agenda Urbana. La candidatura vuole rivelare, come una laica e partecipata Epifania civica, il potenziale ancora inespresso, attraverso azioni, progetti e attività che stanno cambiando per sempre il corso della storia, specie della storia recente. Candidare Cosenza a Capitale della Cultura e avviare, al contempo, il percorso verso il Piano Strategico della Cultura, rappresenta simbolicamente la consegna dell’eredità ai legittimi proprietari, i cittadini. Milioni di euro di finanziamenti pubblici dei CIS, di Agenda Urbana, del PNRR e dei Contratti di Quartiere stanno per cambiare il volto della città, partendo dalla riqualificazione edilizia, sociale e culturale del suo Centro Storico. Presto saranno riconsegnati alla comunità luoghi e attrattori culturali, nuovi hub culturali collettivi per sperimentare le più diverse forme della creatività e della socialità. La candidatura di Cosenza a capitale italiana della Cultura 2026 è nata anche per ripagare la fiducia accordata dal Ministero della Cultura con il finanziamento erogato alla città per la riqualificazione del centro storico. Cosenza è non solo città-pilota, ma è anche la città che ha già compiuto passi in avanti nella realizzazione delle opere del CIS, grazie all'apertura di numerosi cantieri cui se ne aggiungeranno altri nei prossimi mesi. Il sostegno che va accordato alla candidatura di Cosenza capitale italiana della Cultura per il 2026 non è, quindi, un'apertura di credito fine a se stessa, ma deve dar corpo alla più che legittima aspirazione di un territorio culturalmente vocato, che vorrebbe rinverdire quella storica temperie che ne hanno fatto l'Atene della Calabria, la città di Telesio e dell'Accademia cosentina, proiettandosi in una dimensione nuova assegnata a Cosenza dal fatto di essere strategicamente al centro del Mediterraneo e porta del Mediterraneo verso l'Europa. Sono – queste – le molteplici ragioni che giustificano il grande fermento di questi giorni in città, testimoniato da un buon tessuto associativo pronto a raccogliere la sfida e a seguire la strategia indicata. Una strategia ambiziosa finalizzata alla rinascita socio-culturale ed economica di Cosenza e del suo territorio. Sono tanti i progetti culturali storicizzati ispirati, però, al concetto di Capitale italiana della cultura, e numerose le progettualità nuove pensate proprio per la sfida del 2026. Il progetto di Cosenza è incentrato sulla grande rivoluzione culturale conseguente alla riqualificazione socio-culturale del Centro Storico. Esso è paradigma della forza generatrice della cultura: una vera e propria invasione delle arti e della socialità in grado di permeare l’intera città e la sua comunità. La moltiplicazione degli eventi e la loro disseminazione sul territorio, non solo quello circoscritto alla città, ma con “incursioni” anche in provincia, a rafforzare il concetto di capitale della cultura diffusa, sarà la cifra stilistica del programma. Un programma non calato dall’alto, ma co-progettato e co-organizzato con i cittadini e gli stakeholders locali. Un progetto sostenibile dal punto di vista economico e ambientale, con diversi livelli di governance capace di generare azioni virtuose di partecipazione e partnership pubblico-private. La vera intuizione è quella di andare oltre i beni culturali, la bellezza e la ricchezza della storia della città, provando a immaginare un futuro diverso per una comunità che deve trovare proprio nella cultura la leva di inclusione sociale e il volàno per il suo sviluppo, perché con la cultura si può cambiare il destino di una comunità.

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