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      Presentato a Palazzo dei Bruzi il libro di d'Atri “La ribellione di Michele Albanese”

       

       

      Presentato a Palazzo dei Bruzi il libro di d'Atri “La ribellione di Michele Albanese”

      01 mar 22 - Sono 600 in Italia le persone che sono costrette a vivere sotto scorta per aver fatto fino in fondo il proprio dovere. Di queste, 27 sono giornalisti e uno di loro è Michele Albanese, giornalista del “Quotidiano del Sud” che da 8 anni è costretto a una vita blindata perché minacciato dalla 'ndrangheta che non ha gradito alcuni suoi articoli nei quali raccontava la verità, senza lasciarsi intimorire. Ora a Michele Albanese, alla sua vita sotto scorta e alla sua ribellione, la giornalista Gabriella d'Atri, noto volto televisivo della Rai Calabria, ha voluto dedicare un libro, “La ribellione di Michele Albanese”, edito da Castelvecchi e che ha inaugurato una nuova collana, “Sotto scorta”, affidata alle cure della stessa Gabriella d'Atri e che raccoglie storie e testimonianze di chi è costretto a una vita senza libertà. Il libro è stato presentato nel salone di rappresentanza di Palazzo dei Bruzi, nell'ambito della nuova iniziativa “LIBRINCOMUNE” voluta dal Sindaco Franz Caruso per rilanciare le attività culturali in città e diffondere la cultura del libro e della lettura. A moderare la presentazione del volume, la consigliera delegata del Sindaco alla Cultura, Antonietta Cozza, curatrice di “LIBRINCOMUNE”. Prima dell'inizio della serata, è stato osservato un minuto di silenzio per quanto sta accadendo in questi giorni a causa del conflitto russo-ucraino. Una dedica speciale al popolo ucraino e alle vite, anche quelle blindate, di chi è costretto a sopportare il peso e le limitazioni della guerra. “Il viaggio di un'anima”, così è stato definito da Antonietta Cozza quello di Michele Albanese e a raccontarlo hanno contribuito non solo i due coautori del libro, ma anche il parterre che la curatrice di LIBRINCOMUNE ha messo insieme per partecipare alla narrazione: il consigliere comunale Francesco Graziadio, anch'egli giornalista, la Presidente della Commissione consiliare Istruzione e Legalità Chiara Penna (avvocato), lo psicologo e psicoterapeuta Amedeo Pingitore, il Presidente della Commissione Cultura di Palazzo dei Bruzi Mimmo Frammartino e il consigliere comunale Aldo Trecroci, dirigente scolastico e delegato del Sindaco all'Istruzione. Gabriella d'Atri ha considerato interessante la proposta che le è stata rivolta dall'editore Castelvecchi e cioè di indagare le vite sotto scorta e cercare di capire come fanno a sopportare il peso delle restrizioni cui devono sottostare per necessità. Una domanda che l'autrice del libro ha rivolto anche a Michele Albanese e la risposta è stata questa: “immagina un uccello al quale è stata tagliata un'ala”. Per Gabriella d'Atri “era interessante capire dove queste persone sotto scorta trovano la forza per andare avanti, perché nonostante siano costrette ad una libertà vigilata, continuano ad avere grande rispetto per le istituzioni e grande fiducia nello Stato. Mi ha incuriosito comprendere da cosa nasce questa forte motivazione, che cosa tiene ancora accesa la fiamma della speranza. Noi giornalisti – ha aggiunto l'autrice - abbiamo il dovere di attenzionare queste persone, di parlare, di non lasciarle sole, perché se consentiamo che su queste storie si spenga la luce, daremmo partita vinta ai prepotenti che li hanno voluti ridurre al silenzio e fare terra bruciata attorno a loro”. Da quando vive sotto scorta, Michele Albanese ha proseguito per la sua strada, continuando a pensare che il giornalismo sia ancora il cane da guardia della democrazia. “Il nostro mestiere – ha ribadito anche da Palazzo dei Bruzi a Cosenza - si salva solo se recupera il senso del noi. E quindi dobbiamo reagire come comunità dell'informazione e dei giornalisti, proprio contro chi ritiene che il mestiere del giornalista è ormai finito. Credo che il mestiere del giornalista abbia ancora un ruolo e serva a far comprendere scenari e contesti che altrimenti non emergerebbero. Bisogna essere i difensori civici dei vari territori, senza paura, senza timore, ma con la speranza di cambiare questa terra che conosciamo bene. E' una terra dalle grandissime potenzialità, ma che ha condizionamenti imponenti verso i quali occorre reagire in tutti i modi”.

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