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      Cosenza 2050: noi ciechi, ma voi? Miopi al sociale

       

       

      Cosenza 2050: noi ciechi, ma voi? Miopi al sociale

      16 nov 21 Riceviamo e pubblichiamo lettera aperta del vicepresidente dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti Roberto Crocco al sindaco di Cosenza Franz Caruso:

      Caro sindaco,
      come Vicepresidente dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti della sezione provinciale di Cosenza, ma anzitutto come Roberto, portatore di una disabilità visiva, mi capita continuamente di confrontarmi con le rappresentanze politiche. Uno dei periodi più interessanti però, è quello che precede le tanto magmatiche e animate elezioni territoriali, sia locali che regionali. È singolare notare come dalla presidenza dell’U.I.C.I. passino tutta una sequela di candidati di ogni colore politico, che, nel fare ossequiosamente presente di essere lì “non per chiedere il voto”, si dicono tutti, sempre, pronti ad ascoltare le nostre istanze; quelle – aggiungono – dei più fragili. Ed io credo alle loro parole. Certo, perché ascoltare in periodo elettorale è facile, agire, cambiare realmente il territorio è molto più difficile, richiede impegno e rispetto delle promesse. Fra gli altri, mi sono trovato ad ascoltare anche il neo-sindaco Franz Caruso. E all’indomani della presentazione della Giunta Comunale non posso non paventare una certa preoccupazione. La “Giunta operaia”, quella di rifondazione della città, non vede infatti la presenza delle delega alla Cultura e al Welfare. I settori, infatti, «saranno destinati ai consiglieri in modo da sfruttare tutte le forze di chi è speso nel progetto Cosenza 2050». La centralità di alcuni settori rispetto ad altri si evince proprio dall’assegnazione degli stessi alle persone di fiducia, competenti e in posizione apicale ed esecutiva di un progetto governativo. Pensare che dopo anni, al di là dei colori politici, l’assessorato al Welfare – e quello alla Cultura – non abbiano avuto la dignità istituzionale che meritavano, mi rammarica moltissimo, e, temo, rappresenti anche un segnale spiacevole alla popolazione. In un momento in cui, anche a causa della pandemia, certe disuguaglianze si sono esacerbate, è preoccupante pensare che queste non rappresentino una priorità per qualcuno. Cosenza e il suo territorio sono complessi, ma una vera rifondazione non può che passare proprio dalla cultura e dal rispetto della dignità umana, valori e obiettivi che motivano proprio l’azione degli assessorati al Welfare e alla Cultura. Questo non vuole essere tanto un attacco al neo-sindaco, quanto un sentito invito a guardare oltre per rendere effettive le promesse di cambiamento – un’altra delle parole più pronunciate durante le competizioni elettorali. Io, sindaco, sono qui, pronto ad interfacciarmi con lei e a mettermi in gioco in prima persona per salvaguardare principi e valori imprescindibili in un’opera di rifondazione. Ora tocca a lei però passare dall’ascolto all’azione. Se la speranza è l’ultima a morire, noi allora siamo qui con lei, auspicando di non finire nel dimenticatoio degli ascoltati - ma non abbastanza.

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