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      Beatrice risponde a Dante, domenica 12 al Rendano

       

       

      Beatrice risponde a Dante, domenica 12 al Rendano

      10 dic 21 “BEATRICE RISPONDE A DANTE” è il titolo del prossimo appuntamento, il tredicesimo, della 42^ Stagione Concertistica dell'Associazione Musicale "Maurizio Quintieri", realizzata in collaborazione con il Comune di Cosenza e con il sostegno del MIBACT, della Regione Calabria e della Fondazione Carical. La stagione si arricchisce, in questa occasione, di uno spazio dedicato alla prosa, sempre con la musica coprotagonista in scena e dal vivo. A salire sl palco del Teatro Rendano, alle ore 20,00 di domenica 12 dicembre, saranno l'attrice Melania Fiore che dello spettacolo, di cui è autore Enrico Bernard, cura anche la regia, e la violinista Emy Bernecoli. Melania Fiore, attrice, drammaturga, danzatrice e pianista di origini cosentine, che vanta importanti riconoscimenti teatrali nazionali e collaborazioni con registi e autori di fama internazionale, veste i panni dell’appassionata Beatrice in una sticomitìa ritmata dalla musica della brillante violinista Emy Bernecoli che sarà non solo il commento o il contrappunto di questa tenzone ma che diventerà il suo doppio, come se la musica si fondesse in poesia e viceversa in un viaggio mistico, filosofico e al contempo incandescente, nel delicato universo del rapporto uomo-donna. Non semplicemente una lettura teatrale o un reading. Una ballata. Una dichiarazione d’amore e di guerra. Una poesia che diventa prosa, un classico senza tempo che rifulge di modernità. Beatrice risponde a Dante, la donna parla all’uomo, al poeta. Un divertente, dissacrante e totalmente inedito confronto tra ragione e sentimento. Per le rime. “Beatrice – sottolineano le note dello spettacolo -è davvero uno spirito purissimo ed eccelso tra i bagliori di luce suprema? Macchè, Beatrice reclama la sua fisicità terrena imputando al Sommo Poeta di averla trasferita in Paradiso per compiere una maestosa opera lirica che però nasce dal sacrificio della femminilità. Beatrice si sente un po' stretta nel ruolo di donna-idolo della poesia stilnovista: le mancano le passioni e i desideri della sua natura umana e accusa la poesia di sublimare molto spiritualmente e realizzar poco fisicamente. Beatrice costringe Dante a tornare coi piedi per terra, a guardare in faccia la realtà come del resto il Poeta stesso dice di voler fare nella sua "missione del vero". La Beatrice che Dante stesso ha imboccato con qualche rimprovero (“Tanto gentile e tanto onesta pare… Come pare?!”) ora è un fiume in piena: non più trattenuta dal suo ruolo etereo, ma ritornata donna, affronta il suo uomo con le armi tipicamente femminili. Ed è scesa talmente in terra l’attualissima Beatrice di Bernard, che ora è una donna consumata dalla vita, più simile a quelle fragili e umanissime creature dell’universo di Tennesse Williams, con la bottiglia in mano, la battuta facile e svuotata di ogni idealizzazione stilnovistica, ci mostra l'aspetto umano e spogliato di ogni agiografia del Poeta, la sua solitudine, il suo desiderio di vivere una passione forte mai ricambiata e quel senso di eterna attesa dell’uomo, che la rendono certamente una moderna Penelope impegnata a tessere rime e sbornie in un originalissimo divertissment che mescola sacro e profano nel linguaggio e nella struttura drammaturgica”.

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