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      Bianca Rende: Che fine ha fatto l'agenda urbana

       

       

      Bianca Rende: Che fine ha fatto l'agenda urbana

      23 mag 20 "A che punto è l'Agenda Urbana? Come si sta concretamente sfruttando questa enorme opportunità, che vale circa 34 milioni di euro e che dovrebbe rappresentare la prima pietra di una futura sempre più stretta conurbazione?" A domandarselo è Bianca Rende Consigliera comunale di Italia viva Cosenza. "Lo abbiamo chiesto -è scritto in una ota- con una interrogazione rivolta al Sindaco, insieme alla collega Francesca Cassano, preoccupate per l'assordante silenzio che è caduto su questa importante occasione di finanziamento, messa in campo dal POR FSE/FESR 2014-2020, Strategia per l'Agenda Urbana dei principali Poli Urbani della regione e riguardante numerosi possibili interventi da realizzare ai due lati del Campagnano, nelle Città di Cosenza e Rende. Si tratta di ben 33.614.142 euro da spendere lungo gli Assi Efficienza energetica, Inclusione sociale, istruzione e formazione, di cui si è persa ogni traccia e che rischiano di non avere alcun impatto concreto sulle due città interessate, considerato che la Convenzione con la Regione Calabria risale ormai al maggio del 2019 e che la data ultima per la rendicontazione degli interventi è fissata dai regolamenti comunitari al 31.06.2022, pena la perdita delle risorse programmate.   Preoccupazione, questa, che va ad aggiungersi a quella giustamente sollevata dal consigliere Guccione sui progetti a valere sul CIS centro storico che l'amministrazione comunale di Cosenza avrebbe dovuto già da tempo presentare e che nessuno conosce. Più volte ho sollevato la necessità di una discussione nel merito con i consiglieri comunali, nella competente commissione consiliare, ma la mia richiesta è caduta nel vuoto operativo e decisionale di una amministrazione ormai immobilizzata e incapace di provvedere anche ai bisogni più essenziali.   È evidente che in un periodo di particolare preoccupazione e di stasi sarebbe dannoso perdere una siffatta mole di finanziamenti che potrebbero migliorare il volto della città e ridare fiato ad una economia già fortemente provata dall'emergenza sanitaria in corso. Così come è incomprensibile che si continuino a raccattare fondi da altre voci di bilancio, destinati magari alla manutenzione di zone più degradate della città, per vincere la scommessa di completare l'ultimo tratto di pavimentazione di corso Mazzini. Verrebbe da pensare che oltre all'insufficienza in ogni settore della vita urbana - dalla raccolta dei rifiuti, alla depurazione delle acque reflue, dalla mobilità sempre caotica ai cantieri fermi e alla piazza sequestrate dalla magistratura - insieme alla buona amministrazione, sia andato in letargo anche il buon senso.

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