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      L'avvocato Armando Veneto assolto in appello da concorso esterno

       

       

      L'avvocato Armando Veneto assolto in appello da concorso esterno

      01 mar 24 L'avvocato Armando Veneto, di 88 anni, ex deputato e parlamentare europeo dell'Udeur, è stato assolto, per non avere commesso il fatto, dai giudici della Corte d'appello di Catanzaro dall'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione in atti giudiziari aggravata dalle modalità mafiose. In primo grado, il 25 febbraio 2022, il gup di Catanzaro lo aveva condannato a 6 anni di reclusione a conclusione del processo con rito abbreviato. I fatti contestati all'avvocato Veneto, già presidente dell'Unione delle Camere penali italiane, risalgono al 2009 e si riferiscono alla presunta corruzione che, secondo l'accusa, sarebbe stata messa in atto nei confronti del giudice Giancarlo Giusti, all'epoca componente del Tribunale del riesame di Reggio Calabria, arrestato nel 2012 con l'accusa di corruzione aggravata dalle modalità mafiose nell'ambito di un'inchiesta della Dda di Milano sulla cosca di 'ndrangheta dei Lampada operante nel capoluogo lombardo e suicidatosi il 15 marzo 2015 mentre si trovava ai domiciliari. Giusti, nel 2009, annullò un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa a carico di Rocco e Domenico Bellocco, presunti appartenenti all'omonima cosca di 'ndrangheta, e di Rocco Gaetano Gallo, legato allo stesso gruppo criminale, coinvolti nell'operazione "Rosarno è nostra 2". Su Giusti, secondo l'accusa, avrebbe influito l'avvocato Veneto, che avrebbe avuto un ascendente sul magistrato per presunti rapporti pregressi. Il giudice, in cambio della revoca del provvedimento restrittivo, per l'accusa avrebbe ricevuto un compenso di 120 mila euro da Rocco e Domenico Bellocco e da Rocco Gaetano Gallo. In appello, la Corte ha poi rideterminato la pena per gli altri imputati. A Domenico Bellocco sono stati inflitti 5 anni e 4 mesi (6 anni in primo grado), a Giuseppe Consiglio 4 anni e 8 mesi (6 anni), a Vincenzo Albanese un anno e 8 mesi (2 anni) e assolto, perché il fatto non costituisce reato, Rosario Marcellino (4 anni).

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