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      Calabria in coda , è 17a, tra le regioni mother friendly

       

       

      Calabria in coda , è 17a, tra le regioni mother friendly

      08 mag 24 Si pone al 17mo posto, guadagnandone uno sulla scorsa edizione, la Calabria nella classifica stilata nella nona edizione del rapporto "Le Equilibriste, la maternità in Italia" di Save the Children, che traccia un bilancio delle sfide che le donne in Italia devono affrontare quando scelgono di diventare mamme. Lo studio include anche l'Indice delle Madri, elaborato dall'Istat per Save the Children, una classifica delle Regioni italiane dove per le mamme è più facile vivere. A livello nazionale, anche quest'anno, l'Indice indica la Provincia Autonoma di Bolzano a guidare i territori amici delle madri, seguita da Emilia-Romagna e Toscana, mentre fanalino di coda risulta la Basilicata, preceduta in fondo alla classifica, da Campania e dalla Sicilia. Quest'anno l'Indice delle madri per regione è il risultato di una analisi basata su 7 dimensioni: demografia, lavoro, rappresentanza, salute, servizi, soddisfazione soggettiva e violenza, per un totale di 14 indicatori da diverse fonti del sistema statistico nazionale. Il valore di riferimento è pari a 100. Rispetto ad esso, i valori superiori rappresentano un territorio più favorevole per le mamme; i valori inferiori mostrano un territorio meno "friendly" nei loro confronti. Per quanto riguarda l'area della demografia, la Calabria si posiziona nella parte alta dell'indice, confermandosi al quinto posto (106,857). Sul fronte della dimensione del lavoro, Marche (102,488), Piemonte (100,979), Abruzzo (100,504) e Liguria (100,321) occupano i primi posti nell'area. La Calabria si colloca al 17mo posto (85,975), recuperando due posizioni rispetto alla scorsa edizione. Nell'area della Rappresentanza, relativa alla percentuale di donne in organi politici a livello locale per regione, la Calabria si conferma al 13mo posto (94,775) rispetto alla scorsa edizione. Primo risulta il Lazio (134,054), seconda l'Umbria (128,468). Nell'area Salute, la Calabria si conferma ultima (86,524). La più virtuosa è l'Umbria (118,903), passata dal 16° posto dello scorso anno al primo grazie a una profonda riduzione nel quoziente di mortalità infantile (da 3,23 nel 2020 a 1,15 nel 2021) e a una crescita delle strutture pubbliche e private accreditata per attività di consultorio (da 4,2 ogni 10.000 abitanti nel 2019 a 5,6 nel 2022). La Calabria è poi al 18mo posto nella dimensione dei servizi (82,633), acquistandone uno rispetto al 19mo della scorsa edizione, seguita da Sicilia (76,675), Campania (79,862), Puglia (82,462), regioni dove l'offerta di servizi è più bassa. Il primato è detenuto dalla Provincia Autonome di Trento (131,719) e dalla Valle D'Aosta (125,124). Per quanto riguarda l'area della soddisfazione soggettiva delle mamme, la Calabria è al 17mo posto (96,406), la scorsa edizione era ultima (21°). La Calabria, infine, è al 14mo posto (100,453) nella dimensione della Violenza, perdendo 4 posizioni.

      Bolzano sempre più al top

      In cima alla classifica delle regioni più mother friendly c'è ancora una volta la Provincia autonoma di Bolzano, seguita dall'Emilia Romagna, mentre l'ultimo posto è della Basilicata, preceduta da Campania e Sicilia. La Toscana guadagna una posizione, conquistando il terzo posto. Tra le regioni che più sono migliorate rispetto all'anno precedente, il Lazio che passa dal tredicesimo all'ottavo posto guadagnando cinque posizioni e la Lombardia che dall'ottavo si attesta al quarto. E' quanto emerge dalla IX edizione del rapporto "Le Equilibriste - La maternità in Italia 2024" di Save The Children che ha elaborato la classifica con l'Istat. Nel documento l'organizzazione ricorda che in Italia: una lavoratrice su cinque esce dal mercato del lavoro dopo essere diventata madre; il 72,8% delle "convalide" delle dimissioni dei neogenitori riguarda le donne; continua a calare il numero medio di figli per donna (1,20); c'è la più alta età media delle donne al parto tra i Paesi Europei (32,5 anni). Una spia delle difficoltà che le madri affrontano nel conciliare impegni familiari e lavorativi - viene spiegato nel rapporto - è rappresentata dal numero di donne occupate di età compresa tra i 25 e i 54 anni: a fronte di un tasso di occupazione femminile del 63,8%, le donne senza figli che lavorano raggiungono il 68,7%, mentre solo poco più della metà di quelle con due o più figli minori ha un impiego (57,8%). Al contrario, per gli uomini della stessa età, il tasso di occupazione totale è dell'83,7%, con una variazione che va dal 77,3% per coloro senza figli, fino al 91,3% per chi ha un figlio minore e al 91,6% per chi ne ha due o più. "La buona notizia è che rispetto al 2022 - ha commentato la responsabile Ricerca e Analisi di Save The Children Italia Antonella Inverno - i divari territoriali sono diminuiti e nella speciale classifica stilata dall'Istat per il nostro Indice delle madri la distanza tra la Basilicata, l'ultima della lista, e la Provincia autonoma di Bolzano, la regione con le migliori performance, è diminuita di 7 punti. Anche il valore complessivo dell'Italia come sistema Paese è aumentato, segno di una maggiore consapevolezza sul tema del supporto alla genitorialità dopo anni di dibattito pubblico".

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