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      Lite tra quindicenni in Liceo finisce a coltellate a Reggio

       

       

      Lite tra quindicenni in Liceo finisce a coltellate a Reggio

      03 mag 24 Lite con accoltellamento tra due studenti quindicenni a Reggio Calabria. E' accaduto a Reggio Calabria all'interno del liceo scientifico "Leonardo Da Vinci". Sul posto sono intervenuti i carabinieri del comando provinciale che hanno avviato le indagini. Stando a una prima ricostruzione i protagonisti sono due quindicenni che hanno avuto un alterco per futili motivi. A un certo punto uno di loro ha estratto un coltellino e ha colpito al dorso il coetaneo. Il ferito è stato accompagnato in ospedale dal padre subito avvertito dalla scuola. Non è in pericolo di vita. L'altro 15enne è stato denunciato alla Procura dei minori.

      Colpito da tre fendenti

      Sono tre i fendenti che lo studente quindicenne del liceo scientifico "Leonardo Da Vinci" di Reggio Calabria ha sferrato con un coltellino svizzero nei confronti di un coetaneo, suo compagno di classe. In queste ore i carabinieri del Comando provinciale e la Procura per i minorenni della città calabrese dello Stretto guidata da Roberto Di Palma stanno cercando di capire cosa esattamente sia successo. Sul posto si è recato anche il sostituto Angelo Gaglioti. I fatti sono avvenuti all'interno dell'aula scolastica dove, stando alla prima ricostruzione degli investigatori, tra i due studenti sarebbe scoppiata una lite per futili motivi, forse per una ragazzina contesa. Dalle parole e dalle prese in giro i due minori sarebbero passati subito alle mani fino a quando uno dei due non ha estratto dalla tasca un coltellino svizzero con il quale ha colpito, per tre volte, il coetaneo al dorso. La lama dell'arma tenuto conto che si tratta di un coltellino svizzero è piccola e per questo i fendenti non hanno avuto modo di toccare organi vitali. L'aggressore, invece, è stato segnalato alla Procura per i minorenni di Reggio Calabria che, nelle prossime ore, dopo che i carabinieri avranno ricostruito la dinamica della lite tra i due ragazzi, valuterà se indagarlo per lesioni gravi o se ci siano gli estremi per l'accusa di tentato omicidio.

      Preside Liceo: sgomenti

      "L'episodio avvenuto questa mattina nei locali del nostro liceo ci lascia sgomenti". Lo afferma, in una dichiarazione, Francesco Praticò, dirigente scolastico del liceo "Leonardo Da Vinci" dove stamattina c'é stata una lite tra due studenti quindicenni al culmine della quale uno dei due ha ferito il compagno con un coltellino svizzero. "La comunità dei docenti, del personale tecnico-amministrativo e, soprattutto, degli studenti - aggiunge il dirigente - è profondamente turbata. Dopo i fatti si è richiesto l'intervento dell'ambulanza, come da prassi. Il ragazzo ferito è stato accompagnato in ospedale dai familiari. Ringrazio anche le forze dell'ordine per l'immediato intervento. Sono vicino insieme a tutta la comunità scolastica a Domenico e ai suoi genitori in questo momento difficile. Per conoscere le cause dei fatti ci affidiamo ai carabinieri e alla magistratura. Noi non possiamo che riflettere, insieme, sul disagio e le difficoltà degli adolescenti e sul ruolo delle famiglie". "Sarà mia cura, nei giorni a venire - dice ancora il professore Praticò - proporre un momento di confronto con tutta la collettività del liceo 'Da Vinci' per ricomporre gli stati d'animo e consentire la serena prosecuzione dell'anno scolastico".

      Garante minori

      "Che ci faceva con il coltellino a scuola? Dove lo ha preso? È stata la prima volta che lo ha portato a scuola? Con quali intenzioni? Sono domande che la magistratura inquirente dovrà chiarire, ma che devono necessariamente interrogare la coscienza collettiva degli adulti". Lo afferma, in una nota, il sociologo Antonio Marziale, Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza della Regione Calabria dopo quanto accaduto al liceo "Da Vinci" di Reggio Calabria dove un quindicenne ha accoltellato un coetaneo. "Perché - si chiede Marziale - ci sfuggono di mano questi ragazzi? È questa la domanda che dovrebbe inquietarci fino a quando non avremo dato risposte ad un dilagare di violenza minorile, le cui radici affondano anche nel perpetuarsi della violenza quale metodo risolutivo di diatribe finanche insignificanti, fino a premiare i vincitori di videogiochi. Colpa della nostra abdicazione e di quella convinzione che i minorenni di oggi siano 'più grandi' di quanto non lo siamo stati noi alla loro età, che pervade genitori tanto quanto legislatori, che si spingono a chiedere l'abbassamento della soglia d'età per qualsivoglia aspetto: dalla patente dell'auto al permesso del fucile, per non dire che siamo la nazione con, vergognosamente, l'età del consenso sessuale più bassa in Europa". "Il considerarli più maturi dell'età biologica che hanno - sottolinea - è utile solo a mettere relativamente a posto la coscienza, ma non corrisponde alla realtà. È l'omesso controllo a generare devianza e criminalità minorile, è l'abdicazione al corretto esercizio della responsabilità genitoriale, è il fare gli amici piuttosto che i genitori o gli educatori, è l'incapacità di dettare le regole anche a costo di sbagliare, è l'eccessivo permissivismo accordato nel tempo. Sono tutte queste cose messe insieme a darci risposta e la soluzione è più che ovvia, quantomeno per drenare la statistica: rimettersi a fare i genitori seriamente e se anche qualche docente ricominciasse ad esercitare l'autorevolezza del ruolo, forse la scuola avrebbe meno ferite da sanare".

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